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L'azienda

Masi punta sul biologico: certificazione per i vigneti in Toscana e Argentina

06 Aprile 2016
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Vinitaly 2016 offre un motivo in più per alzare i calici: le novità biologiche di Masi in Toscana e in Argentina.

 Con l’annata 2014 il Bello Ovile (80% Sangiovese, 15% Canaiolo, 5% Ciliegiolo), l’intenso e profumato rosso prodotto in Toscana nelle tenute Serego Alighieri di Cinigiano in Val d’Orcia, si fregia della certificazione biologica, così come il Passo Blanco Masi Tupungato 2015, blend di uve argentine e venete (60% Pinot Grigio, 40% Torrontés) proveniente dalla tenuta argentina di Masi, nelle regione di Mendoza, interamente eco-sostenibile.
 
“Tramite il ‘Progetto Uve di Qualità’, già dal 2004, Masi applica in tutti suoi vigneti, compresi quelli dei propri conferenti, protocolli di agricoltura sostenibile con lo scopo di ridurre al minimo l’impatto ambientale delle proprie produzioni – commenta Raffaele Boscaini, Coordinatore del Gruppo Tecnico Masi – La cura ed il rispetto dell'ambiente sono parte integrante della cultura e della filosofia di Masi. Il sentimento che guida la nostra azienda è la grande riconoscenza verso la terra, sia nel territorio d’origine che nelle altre aree in cui operiamo”.
Questa filosofia produttiva ha consentito al gruppo veronese di raggiungere la certificazione biologica nei suoi vigneti in Toscana nel 2014 ed in Argentina nel 2015. “Qui – continua Boscaini – dove le condizioni climatiche sono particolarmente felici, siamo riusciti in poco tempo a convertire al biologico tutta la produzione, in Veneto la situazione è più complessa e non è sempre possibile eliminare totalmente i trattamenti mantenendo quella costanza qualitativa e quantitativa attese”.
 
Masi opera assecondando la naturalità dell'ecosistema, promuovendo la biodiversità dell'ambiente e applicando tutte le pratiche di gestione del vigneto atte a garantire il mantenimento di un equilibrio naturale. In particolare nei vigneti in Argentina, ha integrato il proprio stile con l’habitat circostante creando un’importante oasi di biodiversità ricca dal punto di vista della fauna e della flora autoctone. L’approccio sostenibile riguarda oltre al vigneto anche i siti produttivi, in primis le cantine, con accorgimenti che assieme permettono una più rispettosa lavorazione della materia prima ed evitano sprechi. Si pone infine attenzione al materiale per il confezionamento e l'imballaggio, che oltre ad essere riciclato e riciclabile, negli ultimi anni è stato considerevolmente ridotto.
 
“L’attenzione verso l’ambiente e la viticoltura sostenibile da tempo non rappresentano più una nicchia di mercato, c’è una vivace domanda di prodotti biologici a livello mondiale dovuta ad un crescente interesse da parte del consumatore. Con una quota export del 92% Masi, che da anni rappresenta all’estero non solo il vino veronese, ma anche il vino italiano di qualità, ha tutte le carte in regola per apportare al mondo del bio con questi vini originali, un’ulteriore eccellenza grazie alla riconoscibilità di marca, all’innovazione e a garanzie aggiuntive, prima fra tutte la tracciabilità”,  conclude Boscaini.

C.d.G.