Ogni occasione è buona per organizzare una bella degustazione di Barbera d’Asti e, per la verità, non solo dove si produce, visto che, spesso, gli eventi avvengono anche oltre i confini dell’area classica della denominazione. I prossimi due eventi di cui abbiamo notizie si terranno nell’area di produzione del vino barbera e, cioè, Castigliole d’Asti il 20 e 21 maggio e Castagnole delle Lanze dal 26 al 28 maggio. E, così, abbiano deciso di ricorrere ad una sorta di anteprima, visto che a Castigliole d’Asti è presente una cantina dalla storia particolare, la Cascina Castlet. Si tratta di un’azienda di proprietà di una famiglia, i Borio, da sempre impegnati a produrre vino che vendevano sfuso anche a Torino, dove avevano aperto una bottiglieria. In questa bottega era impegnata una loro giovanissima rampolla, Mariuccia che, inaspettatamente fu costretta a lasciare tutto – siamo nel 1970 – per tornare a casa a prendersi cura della vigna di famiglia essendo venuto a mancare il papà. E, così, Mariuccia da venditrice di vino si trova ad essere vignaiola dimostrando subito, però, di avere le idee chiare sul da farsi.
Tant’è vero che l’attuale impostazione di Cascina Castlet risale proprio all’anno in cui a Mariuccia prende possesso di vigna e cantina, e che adotta il concetto che “un’azienda è prima di tutto un progetto”. E, quindi, “un progetto è un sogno che pian piano prende forma, prima sulla carta, poi sulla terra, e alla fine, per noi, nel vino – ha scritto Mariuccia nella presentazione dell’azienda che si legge sul sito – Il nostro progetto parte da due idee semplici: rispettare la natura ed essere al passo con i tempi nella tecnologia. Ma semplice non vuol dire facile. Abbiamo dovuto essere tenaci in certi momenti, solidi e con i piedi per terra in certi altri; abbiamo dovuto investire in terre, in tecnologia, e soprattutto in ricerca, e abbiamo ottenuto Cascina Castlèt”. Un’azienda che attualmente coltiva 31 ettari di vigna, tutti in agro di Costigliole d’Asti, dove “abbiamo scommesso sulla nostra terra, sui vitigni del luogo come Barbera, Moscato, Uvalino, ma anche Cabernet Sauvignon e Chardonnay, quest’ultimo coltivato a Costigliole fin dalla fine Settecento quando il marchese Filippo Asinari di San Marzano lo piantò per la prima volta” ci rammenta Mariuccia compiaciuta anche delle belle sorprese riservate dall’ultima vendemmia.
Però nell’azienda di Castigliole non si parla più di belle sorprese, visto che “chi sceglie una bottiglia di Cascina Castlèt ama le cose belle, le cose buone, le cose che fanno sognare – dice Mariuccia – E’ una questione di etica e di cultura che per significano prima di tutto rispetto dell’ambiente e di chi ci lavora”. Per arrivare a questi traguardi, la signora Borio ha sicuramente fatto delle scelte coraggiose anche sul marketing con bottiglie ed etichette suggestive, a volte provocatorie, molto individuali. E, in azienda, sottolineano il tocco di estro sui nomi dei vini, Passum, Policalpo, Avié, Litina, Goj, Ataj, Barbera Vespa, Uceline: tutti racchiudono un piccolo segreto, un racconto, una storia a volte emozionante, che è interessante conoscere. Con le uve raccolte in vigne tutte indicate con un proprio nome in modo che i visitatori – e a Cascina Castlet ne arrivano a migliaia ogni anno – possano visitare la vigna che genera il loro vino preferito, inserita in un fantastico paesaggio che dal 2014 è protetto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. C’è da segnalare che qui è la vigna che parla e si racconta attraversi un percorso didattico di educazione ambientale e rispetto della terra, degli alberi e degli animali. Nelle vigne, attorno alla cantina, è stata posizionata una cartellonistica che racconta la vita tra i filari: dagli animali (ricci, uccelli, lepri, insetti) agli alberi (gelsi, ciliegi, roveri), dall’importanza della biodiversità agli elementi architettonici del paesaggio rurale con i suoi ciabot e le cappelle votive campestri. Il progetto è stato realizzato con i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Agrario Penna di Asti. Inoltre Cascina Castlèt ha aderito al progetto culturale di biblioteca diffusa lanciato da “Leggere Ovunque” e ha posizionato una casetta di legno dove i visitatori possono portare o prendere libri.
La sua storia di vignaiola Mariuccia Borio l’ha voluto ricordare con una bottiglia storica della vendemmia 2017, la Barbera d’Asti superiore Docg Litina 50mo anniversario, proposta per festeggiare le 50 vendemmie di Cascina Castlèt e, in questo caso con uva selezionata nella vigna che portò in dote la zia Litina. Una scelta ben mirata perché la Barbera è il vitigno che meglio esprime il territorio di Castigliole d’Asti ed è anche il primo vino che ha imbottigliato Mariuccia da quando tornò al paese d’origine e con una visione nuova della Barbera che ancora nel 1970 era il vino che si vendeva sfuso. E, già la prima bottiglia prodotta fu un successo, tanto che da invogliare la neo-vignaiola ad impiantare nuovi vigneti, a circondarsi di professionalità in vigna e in cantina, a scegliere il packaging adatto, a dedicarsi alla valorizzazione di altri vitigni autoctoni come, per esempio, Uvalino che oggi Cascina Castlet produce nella versione denominata Uceline, il nome seicentesco che si dava a queste uve a vendemmia tardiva che rimanevano sulla pianta e spesso divorate dagli uccellini nei periodi di magra che precedevano la stagione invernale.
Attualmente Cascina Castlet produce mediamente 250.000 bottiglie, prevalentemente veicolate nel settore horeca e con il 70% della produzione esportata tra Nord Europa, Gran Bretagna, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Canadà, Giappone e Cina. In Italia la Barbera d’Asti Castlet è presente nelle migliori enoteche e nella carta dei ristoranti attenti al servizio del vino.