di Marco Sciarrini
Leggiamo molto spesso, in questi ultimi tempi, di grandi aziende vinicole che diversificano i loro investimenti anche in altre regioni pensando a territori che possano andare incontro al palato del consumatore.
Quando però questa scelta è fatta più con il cuore, la storia diventa più interessante. E questo è quello che abbiamo scoperto quando abbiamo accettato l’invito ad un pranzo rivolto alla stampa alla scoperta dei progetti della famiglia Piccini che partono dalla Toscana e che arrivano fino alla Basilicata e alla Sicilia. Innamoramento avvenuto da parte della proprietà durante viaggi di piacere che hanno stregato il patron per la bellezza dei luoghi. Il pranzo, allo Spazio Niko Romito di Roma ha visto in abbinamento i vini di Piccini esaltati dall’ottima cucina dello chef. I due territori che hanno conquistato il patron hanno in comune quello di essere di origine vulcanica e sono le tenute di Regio Cantina immersa tra le colline vulcaniche alle falde del monte Vulture nel cuore della Basilicata, a Venosa in provincia di Potenza con 15 ettari di vigneto sulle pendici di un antico vulcano spento; e Torre Mora, una piccola tenuta dedicata alla viticoltura biologica e sostenibile, all’interno della zona di produzione dell’Etna Doc.
(Barricaia Regio Cantina)
L’Azienda Piccini 1882, è un gruppo vitivinicolo di proprietà della famiglia Piccini che risiede nel cuore del Chianti Classico, che anche in questi ultimi territori ha sposato la filosofia della qualità nel rispetto dell’identità ed autenticità, del vitigno, del terroir. “Questa – dichiara Mario Piccini, Amministratore Delegato dell’azienda – è la filosofia della nostra famiglia: garantire la salute dell’ambiente circostante per produrre vini di classe. È un lavoro paziente, in continuo dialogo tra l’introduzione di tecniche innovative e il rispetto per i ritmi della natura che governano l’ecosistema del vigneto. Solo osservando questo delicato equilibrio, possono nascere vini sopraffini. Difatti, lo spirito che anima ogni tenuta è riassunto nel binomio: “un vitigno – un territorio”, che permette di esaltare l’espressività delle uve e il loro legame con la terra d’origine”. Un’idea, quella del progetto di Piccini 1882 che ha radici profonde e che oggi, nonostante l’ampliarsi delle acquisizioni, si ispira ancora a valori semplici e sinceri. “Una volta – racconta Mario Piccini – mio padre mi passò un bicchiere di vino e mi chiese cosa ne pensassi. Ricordo con chiarezza la sorpresa di quell’assaggio: dolce e tannico, sapido e acido, tutto così perfettamente integrato, in un equilibrio mai sentito prima. Quel ricordo che porto con me da allora e che cerco sempre di rivivere, è la conferma più grande che il vino è qualcosa che vive, materia fluida in continua evoluzione verso un punto di perfezione. Tutto quello che faccio è guidato dal desiderio irrazionale di rivivere quel momento e di condividere con altri la gioia e lo stupore che può provocare un calice di perfezione”.
(Palmento Torre Mora)
Il racconto odierno è un focus sulle due Aziende in Basilicata ed in Sicilia. Regio Cantina è Immersa tra colline vulcaniche alle falde del monte Vulture nel cuore della Basilicata, a Venosa in provincia di Potenza. L’azienda Regio Cantina lavora sulle pendici di un antico vulcano spento, 15 ettari di vigneto. Qui è l’Aglianico che la fa da padrone, con i suoi terreni vulcanici. Entrata a far parte del gruppo nel 2010. La produzione di Regio Cantina è di circa settantamila bottiglie all’anno e viene commercializzata sia in Italia che all’estero, principalmente negli Stati Uniti, Giappone e Olanda. Torre Mora è la tenuta sull’Etna. Agricoltura biologica, vigneti ad alta densità e basse rese sono le premesse che stanno alla base di tutta la produzione. I tre vigneti della proprietà sono situati rispettivamente nella contrada Dafara Galluzzo a Rovittello, nella contrada Alboretto – Chiuse del Signore nel comune di Linguaglossa e nella contrada Moscamento, sempre a Rovittello. Un luogo unico che si distingue per il suo legame speciale con i vitigni tipici della zona: il Nerello Mascalese, vitigno principe delle pendici del vulcano, il Nerello Cappuccio che ne completa l’uvaggio nella produzione di Etna Doc e il Carricante, vitigno protagonista dei longevi bianchi etnei. L’età delle vigne varia dai 10 ai 25 anni. A causa del terreno scosceso su cui si trovano i vigneti, i sistemi di allevamento sono il cordone speronato nelle piccole aree pianeggianti e l’alberello sui numerosi terrazzamenti di pietra lavica.
(Mario Piccini con i vini degustati)
La degustazione ha avuto inizio con un intruso toscano sempre dell’Azienda in quanto al momento le bolle sono prodotte solo in quegli impianti:
Tenuta Moraia Brut Vermentino Maremma Toscana Doc Bio
Vermentino 100%. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, al naso note fresche agrumate e tropicali ananas ed erbe aromatiche come anice e salvia, al palato fresco con acidità agrumata e lunga persistenza.
Torre Mora Scalunera Etna Bianco 2021
100% Carricante. Colore giallo paglierino, al naso freschezza fruttata di frutta bianca che si mescola a sensazioni di erbe aromatiche, al palato acidità sapida quasi iodata su note fresche fruttate agrumate, lungo e persistente finale.
Torre Mora Scalunera Etna Rosato 2021
100% Nerello Mascalese. Colore rosa salmone, al naso bouquet con delicate note speziate e di frutti rossi, pesca matura e frutto della passione, al palato equilibrata acidità sapida, dove tornano le sensazioni olfattive che si protraggono per un lungo finale.
Torre Mora Cauru Etna Rosso Doc 2020
Nerello Mascalese 85%, Nerello Cappuccio 15%. Colore rubino brillante, al naso fruttato con more ciliege, piccoli frutti rossi e dattero delicato sensazioni floreali di viola e rosa, al palato bella freschezza fruttata con ciliegia in confettura, melograno e nespole, tannino presente ma non invadente, con un finale su note speziate.
Torre Mora Chiuse Vidalba Etna Rosso Doc 2018
95% Nerello Mascalese, 5% Nerello Cappuccio. Colore rosso porpora, al naso prevalenti le note fruttate con more di gelso, fragole in confettura, mirra, carrube e mallo di noce, sensazioni vanigliate e di cacao, al palato morbido con elegante armonia tra la vena acida e tannino su note fruttate e di tostatura di caffè, finale lungo e persistente.
Regio Cantina Campo Melograno Aglianico del Vulture Superiore Riserva Docg 2016
Aglianico del Vulture 100%. Colore rosso tendente al granato. Al naso fruttato con mora in confettura e ciliegia sotto spirito, sensazioni floreali con fiori secchi, e note speziate e balsamiche di eucalipto e di macchia mediterranea, al palato sorso pieno ed avvolgente tannino presente che viene equilibrato da una vivace acidità su toni di caffè e di erbe aromatiche.