Lilly Fazio (nella foto), determinata, tenace e innamorata della propria terra come tutte le donne del vino siciliano è sempre in prima linea per far conoscere questi grandi cru al mondo.
La Casa Vincola Fazio (di cui Lilly Fazio è responsabile commerciale) sorge sulle colline che incorniciano il monte Erice. Una cantina che guarda sempre più verso la Cina e il Giappone, ma anche verso i Paesi dell’est come la Serbia, la Croazia e l’Albania. Mercati, forse, un po’ anomali nell’immaginario comunema che l’azienda intende conquistare in maniera continuativa e durevole nel tempo. “Stiamo ragionando su una serie di strategie da mettere in atto – racconta Lilly Fazio raggiunta telefonicamente – che ci consentano di poterci affermare in questi mercati con delle idee innovative. Dico questo con una certa amarezza. La cosa più bella sarebbe quella di poter affermare di avere dei progetti che riguardano il mercato italiano. Invece come è noto il mercato interno, in questo momento, è fermo e insidioso. Per questo motivo non riesco a guardare con ottimismo i prossimi mesi perché assistiamo in modo continuo ad una flessione dei consumi”. Adesso anche i grossi clienti come la Gdo hanno difficoltà nei pagamenti. Alcuni ipermercati sono costretti a chiudere, per non parlare della ristorazione che sta risentendo anch’essa della crisi: “Per un’azienda operare in questo sistema diventa pericoloso perché si crea una forte polverizzazione del credito: si rischia così di rincorrere piccoli importi che nell’insieme creano massa critica. Mentre prima il nostro fatturato proveniva dal mercato interno, adesso stiamo cercando di ribaltare questo delta proiettandoci in altri mercati. Grazie a questa strategia aziendale nel duemiladodici siamo cresciuti di circa il dieci per cento. Un dato importante, questo, perché siamo cresciuti in maniera sana. Dico sempre che non è difficile vendere o produrre un buon vino: difficile è trovare degli interlocutori commerciali affidabili”. La Sicilia all’estero sta riuscendo a costruire una immagine che è sempre più emblema di qualità. “La mia sensazione . commenta Lilly Fazio – è che all’estero si dia poca importanza alla guida di riferimento o al premio ricevuto, prediligendo invece la qualità del prodotto e la credibilità dell’azienda di cui vogliono conoscere anche la storia”.
Quale mondo del vino immagina, allora, per l’isola di Trinacria?: “Mi auguro che cresca sempre di più il numero delle bottiglie prodotte in Sicilia. In questo senso la Doc Sicilia dovrebbe essere uno strumento molto valido. Sulla qualità dei nostri prodotti non ci sono dubbi. Il fatto è che il popolo siciliano soffre di un individualismo eccessivo che ci porta a fuggire le logiche associative. Io viaggio molto per lavoro e rimango sempre colpita dalla forza del brand Franciacorta, che ha mostrato una mentalità associativa vincente. Spero, quindi, in una maggiore apertura da parte dei miei colleghi per far crescere il brand Sicilia anche attraverso la partecipazione agli eventi che riguardano il vino. Noi ad esempio saremo presenti al prossimo Vinitaly dove presenteremo un nuovo spumante che nasce da un vitigno autoctono”. Secondo la giovane imprenditrice il Vinitaly non è “una scatola precostituita. Ognuno lo costruisce come può e come crede. Durante questa kermesse bisogna invitare i propri clienti e fare promozione per farsi conoscere. A questo proposito per poter raggiungere obiettivi sempre più lontani, credo molto nel lavoro svolto dall’Irvos e dall’assessore alle risorse agricole e alimentari, Dario Cartabellotta. Un impegno, il loro, che io appoggio pienamente per un futuro con un po’ più di luce”.
Rosa Russo
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