La cantina Librandi, punto di riferimento del vino calabrese, è pronta a tornare al Vinitaly. Dal 14 al 17 aprile a Verona arriva la patria del Cirò Doc. L’azienda vinicola nasce proprio a Cirò marina e si avvale di 320 ettari di vigneto e 80 di uliveto con due milioni di bottiglie prodotte ogni anno ed esportate in circa 40 Paesi. Il mercato export per eccellenza di riferimento è la Germania.
“È stato un anno complicato – ci dice Raffaele Librandi, oggi alla guida dell’azienda insieme a Paolo, Francesco e Teresa – ma è un momento delicato per tutti. Nonostante le problematiche legate soprattutto al cambiamento climatico siamo felici di tornare a Verona”.
L’azienda Librandi avrà il suo stand al padiglione 12, in un’area dedicata alla regione Calabria. Mentre lo scorso anno al Vinitaly erano state portate due novità, un rosso e un rosato frizzante, quest’anno si torna con le degustazioni classiche dei prodotti di punta e con tanta voglia di far conoscere l’autenticità della Calabria. Oggi l’azienda ha sei tenute e il vino di riferimento non può che essere il Cirò Doc. “Abbiamo puntato da un po’ di anni sulla sostenibilità, siamo certificati Equalitas e tra i progetti futuri lavoriamo sotto quel punto di vista”.
Un anno, il 2023, che come dicevamo non è stato semplice: “Anche noi, come tutti del resto, abbiamo avuto delle perdite. Il clima e la siccità sono elementi da tenere sotto controllo”. Intanto l’azienda continua la ventennale ricerca sui vitigni autoctoni, come Gaglioppo, Magliocco, Mantonico e Greco Bianco. Vitigni ormai dimenticati o perduti, con la creazione di diversi giardini varietali sperimentali in cui vengono collezionate, analizzate e preservate circa 200 tre le varietà autoctone regionali riscoperte durante questo percorso.
Intanto l’azienda non può che attendere le decisioni dell’Unione Europea per quanto riguarda il riconoscimento del Cirò Classico Docg, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il consorzio, guidato proprio da Raffaele Librandi, ha 70 cantine associate. Dopo il primo step superato, per vedersi accreditata la prima Denominazione di origine controllata e garantita la Calabria deve attendere la ratifica dell’Unione europea, che dovrebbe arrivare entro sei mesi dalla pubblicazione. “Si spera di sfruttare la Docg per far accrescere la conoscenza del nostro vino che ha un suo stile originale e che diventa sempre più simbolo della nostra terra”.