di Michele Pizzillo
L’aperitivo sui Navigli per festeggiare il lancio sul mercato del Pinot Bianco brut nature Metodo Classico di Mirabella Franciacorta è un appuntamento che non avrei voluto perdermi.
Sia per la possibilità di degustare una vera novità, sia per il contesto scelto, uno dei più interessanti locali di Milano, il ristorante Al Pont de Fer, dimora della sommelier Maida Mercuri che si affaccia sui Navigli. Data dell’appuntamento, qualche giorno prima delle festività pasquali e, perciò, programmato in era a.c. (avanti coronavirus). Ho sperato sino a Pasqua che arrivasse subito il d.c. (dopo coronavirus) per poter degustare – dopo una fugace anteprima presso la cantina in occasione dei festeggiamenti del quarantesimo anniversario della fondazione – il vino del “cuore” di Teresio Schiavi – arrivato in Franciacorta dall’Oltrepò Pavese e creatore di Mirabella insieme ad un gruppo di amici, fra questi i coniugi Enrico Job e Lina Wertmuller, e che adesso è affiancato dai figli Alessandro e Alberto -, perché ritenendolo una sorta di Enfant terrible per il suo carattere difficile e sensibile all’instabilità climatica, è diventato una sorta di “figlio problematico” da recuperare, magari coccolare, anche perché, se domato, è in grado di esprimere grande eleganza e raffinatezza al naso e al palato. Insomma, il figliol prodigo che la famiglia Schiavi ha deciso di vestire di nuovo, proponendo accostamenti di gusti originali, per offrire un’altra opportunità alla Franciacorta.
Nel frattempo riesco ad intercettare una bottiglia della novità, ma accantono l’idea di stapparla perché spero nell’arrivo del d.c. per degustare l’Enfant terrible insieme ai titolari della Mirabella e alla “cricca” solitamente convocata per la degustazione. Visto che il d.c. tarda ad arrivare e, conseguentemente, anche la nuova “convocazione” per la degustazione, ho pensato di festeggiare il lancio sul mercato della novità di Mirabella in solitaria, senza attendere che, finalmente, arrivasse il provvedimento di riapertura di enoteche e ristoranti. E, posso dire che ho fatto bene, perché l’Enfant terrible che fa impazzire Teresio Schiavi oltre ad essere un vino elegante, rappresenta pure l’esempio del perfetto connubio tra il vitigno Pinot Bianco e il terroir di Franciacorta. Insomma, una bollicina dalle innumerevoli sfumature gusto-olfattive, avvolgente e ampio, in grado di stupire con la sua lunga persistenza.
“Il Pinot bianco, com’è noto, nasce come variante genetica del Pinot Nero. A livello genetico è quasi identico al Pinot Nero da cui si distingue in modo netto solo dopo l’invaiatura, rammentano i fratelli Schiavi. La sua terra d’origine è l’Alsazia, coltivato fin dall’epoca dei Galli e dei Romani, arrivando da noi nel Settecento ma, per lungo tempo, fu coltivato in vigneti misti insieme allo Chardonnay per via delle loro caratteristiche quasi identiche. Solo a partire dal 1985, si cominciò a distinguere in modo sistematico i due vitigni, iniziando così ad essere considerato come una varietà a sé stante. Con il Pinot bianco che diventa un vitigno di nicchia per la sua complessità e delicatezza che richiede particolari attenzioni e cure e quindi poco coltivato. Nostro padre, invece, sceglie di andare in controtendenza, anche perché nella zona dove abbiamo i vigneti, il Pinot Bianco interpreta bene il terroir, dando il meglio di se. Tant’è che come base insieme ad altre uve dà freschezza e quella semplicità che va ad alleggerire la pesantezza dello Chardonnay e a smorzare le asperità del Pinot Nero. E’ in purezza, con uve provenienti da vigneti allevati in territori vocati, che esprime tutta la sua eleganza, complessità di profumi e piacevolezze uniche”. Esempio di questa trasformazione del Pinot Bianco è il Franciacorta di Mirabella, che ha dato vita ad un perfetto connubio tra il vitigno Pinot Bianco – con un vigneto di 7,5 ettari, diventando il più importante produttore franciacortino di quest’uva – e il terroir di Franciacorta, il cui risultato è un vino di classe dal sorso avvolgente e ampio, in grado di stupire anche per la sua lunga persistenza. E, poi, “il Pinot bianco, con la sua personalità, è l’uva in grado di far parlare il nostro terroir senza maschere che, insieme al Pinot nero, inaugura la storia della Franciacorta, ma che negli ultimi anni si è perso. Noi non lo abbiamo mai tradito, convinti della sua unicità, del suo carattere elegante e distintivo; l’abbiamo accudito in vigna con pazienza e amore e oggi è arrivato il momento di indagarlo in purezza, restituendoci allo stesso tempo un’espressione del territorio autentica e radicale”, aggiunge Teresio Schiavi.
E, anche per omaggiare il Pinot nero, all’aperitivo programmato Al Pont de Fer, la famiglia Schiavi, d’accordo con Maida Mercuri, sommelier dallo spirito curioso e sgargiante, e Ivan Milani, lo chef che avrebbe dovuto preparare le delizie da assaggiare con il Pinot Bianco, avevano deciso di proporre anche il Brut Rosé Mirabella, che l’anno scorso, con 92 punti, è entrato nella Top 100 di Wine Spectator, il primo Franciacorta nella storia della rivista statunitense che ha probabilmente affascinato i degustatori americani per il suo bouquet esuberante di fiori e di note agrumate, il sorso cremoso e delicato, la scia fresca che accompagna la lunga persistenza sapida.
Tutto rimandato al D.C., sperando che arrivi presto.