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L'azienda

Le bollicine di Funaro che convincono: “Il segreto? I lunghi affinamenti sui lieviti”

05 Luglio 2021

A Salemi, in provincia di Trapani, da qualche anno ormai la famiglia Funaro si cimenta a fare bollicine.

E il risultato piace e convince giurie di esperti degustatori. Il VSQ Extra Brut Metodo Classico Millesimato Biologico 2016 riscuote un bel punteggio (92 punti) entrando nella guida “5StarWines – the Book 2022”, il libro-guida firmato da Vinitaly. Il progetto imprenditoriale di Tiziana, Clemente e Giacomo Funaro della cantina Funaro inizia nel 2003, quando decidono di valorizzare le uve coltivate nei vigneti di famiglia, da tre generazioni, impegnandosi, in prima persona, nell’attività produttiva e attorniandosi di collaboratori motivati e competenti che costituiscono l’attuale squadra della azienda vinicola. Con i Funaro ci troviamo tra i comuni di Salemi e Santa Ninfa, in provincia di Trapani, in una zona a spiccato indirizzo vitivinicolo compresa tra i 150 e i 450 metri s.l.m..In queste zone sono coltivate sia varietà autoctone, quali Inzolia, Cataratto, Grillo, Zibibbo, Nero d’Avola e Perricone, che internazionali, quali Chardonnay, Muller Thurgau, Syrah, Cabernet Sauvignon.

L’azienda agricola si estende per 85 ettari di superficie, divisi tra vigneti (60 ettari), uliveti (15 ettari), seminativi, ortaggi, alberi da frutto ed aree di compensazione ecologica.E produce circa 250 mila bottiglie. Ma torniamo alle bollicine. “Il progetto bollicine – afferma il produttore Giacomo Funaro – nasce nel 2008 con lo Chardonnay coltivato in un vigneto a Salemi a 250 metri di altitudine dal livello del mare. Fin dalle prime sperimentazioni, abbiamo capito che era vocato a lunghi affinamenti sui lieviti. Con il VSQ Extra Brut, ultimata la presa di spuma, le bottiglie rimangono in catasta per almeno 36 mesi, ma arriviamo anche ai 48 mesi. Successivamente, le bottiglie vengono poste nelle “Pupitres” per effetuare il “Reumage” e consentire l’illimpidimento del prodotto. Dopo circa 30 giorni di “Reumage”, si effettua la sboccatura”.

Perché queste bollicine piacciono e convincono? “Si presentano al calice con un perlage finissimo e persistente. Al naso, con intensi sentori di lievito e crosta di pane. In bocca sono molto equilibrate, con una punta finale acidula, indice di piena vitalità. Credo che piacciano per longevità e freschezza, merito anche del suolo di struttura matrosa e gessosa. Insomma, nulla da invidiare a Franciacorta e Trentodoc. Anche in Sicilia ci sono ottime bollicine e siamo felici che ci venga riconosciuto il buon lavoro svolto”, afferma Funaro.

F.L.