L’appuntamento a Milano, presso il ristorante Horto (uno dei pochi ad aver ottenuto una stella Michelin e una stella verde per il suo impegno verso la sostenibilità) riguarda la presentazione, in anteprima, dell’ultima vendemmia di Caiarossa – 2021 -, il raffinato vino rosso simbolo dell’omonima azienda vinicola che si trova tra le colline rigogliose della Costa Toscana, vicino al borgo medievale di Riparbella, in provincia di Pisa, a pochi chilometri dal mare. L’uvaggio (30% syrah, 20% cabernet franc, 16% sia di merlot sia di cabernet sauvignon, 10% sangiovese, 6% petit verdot, 2% grenache) è indicativo della filosofia enologica che distingue questa azienda. A mano a mano che l’agronomo Jérome Poisson ne racconta la storia percepiamo che si tratta di un’azienda toscana, ma dal cuore francese. Infatti il fondatore, Eric Albada Jelgersma è un olandese collezionista d’arte con interessi in Francia, in particolare dalle parti di Bordeaux dove l’arte del blending è alla base della produzione dei grandi vini rossi. Così, in Toscana, Albada anziché seguire la tradizione italiana di privilegiare vini monovarietali, sceglie lo stesso metodo di produzione – generalmente blend sofisticati – utilizzato a Château Giscours, nella denominazione Margaux a Bordeaux, che da grande appassionato del buon bere, è stato il suo primo investimento nel mondo del vino, prima di approdare, innamorarsi e acquistare un’azienda in Toscana, nel 2004. Qui prima Eric e, oggi, i figli Dennis, Derk e Valérie, non si discostano dall’esperienza che hanno avuto nella regione di Bordeaux, dove la maestria nell’arte del blending è indiscutibile.
Così nasce l’incontro tra due mondi, la tradizione francese e la ricchezza della Costa Toscana e Poisson con il compito di intrecciare continuamente la filosofia produttiva delle due aziende, mentre l’enologo Marco Lipparini e il direttore tecnico Francesco Villa – in collaborazione con Axel Marchel, dell’Università di Bordeaux – sono impegnati a fare grandi vini. I risultati sono vini complessi, armoniosi e legati alla biodiversità della zona grazie anche alla scelta della biodinamica, con l’obiettivo di aumentare la vitalità e la resilienza del terreno. Tant’è che i vini Caiarossa sono unici: raffinati blend che delineano una ricerca tra sperimentazione ed equilibrio: un’armonia che restituisce l’interpretazione virtuosa del territorio con occhi francesi. E, poi, va ricordato che Eric Albada Jegersma si innamora di questa piccola, ma bellissima cantina, circondata da vegetazione rigogliosa, alberi da frutto, olivi, ortaggi e piante aromatiche con il colore, i profumi e la meraviglia di un territorio unico con una luce magica di giorno, dovuta al riverbero dei raggi del sole sul mare in lontananza, un cielo stellato di notte, la suggestione è grande e abbraccia la cantina, rossa come il centro della terra, appoggiata sul versante sud-ovest della collina.
La tenuta si estende su 120 ettari, di cui 40 vitati, suddivisi in 59 parcelle e 10 varietà diverse (7 rossi e 3 bianchi), ognuna delle quali svolge un ruolo fondamentale nella creazione dei blend di Caiarossa, per un totale di circa 150mila bottiglie vendute in 55 Paesi. I vigneti sono piantati in tre principali aree, ognuna con caratteristiche uniche: Podere Serra all’Olio, con terreni argillosi e calcarei; Le Lame, con suoli sabbiosi e calcarei; Nicolino, caratterizzato da suoli vulcanici e marnosi. Questa diversità permette alla cantina di produrre vini con una complessità e una ricchezza che riflettono la straordinaria biodiversità della Costa Toscana. D’altronde in questa azienda il rispetto per la natura è alla base di ogni processo di vinificazione, con un’attenzione maniacale alla vitalità del suolo e delle piante finalizzato a preservare l’equilibrio naturale dell’ecosistema. Nessun fertilizzante chimico o pesticida viene utilizzato, e ogni intervento in vigna segue il ritmo delle stagioni e il calendario lunare.