di Simone Cantoni
In Italia, nel settore birrario artigianale, ci sono oggi, a spanne, milleseicento marchi attivi, di cui tre quarti proprietari d’impianto e un quarto, invece, non in possesso di struttura produttiva.
Si tratta delle cosiddette “beer-firm”: quattrocento, grossomodo, come si è detto: un piccolo esercito; cos’avrebbe di “speciale” – è lecito chiedersi – parlare della quattrocentunesima? Di speciale, in questo caso, o almeno di significativo, c’è che si tratta di una storia bella. Una storia di giovane iniziativa imprenditoriale; di passione che si cerca di trasformare in professione; di amicizia; di terra recuperata a un utile uso collettivo. C’è tutto questo, sì, nel percorso che ha visto, nel 2020 (proprio in questo dannatissimo 2020: altro aspetto positivo e rimarchevole), la nascita di Radical Brewery. Che vede la luce a Capannori, esteso comune in provincia di Lucca; e che deve la propria costituzione alla scelta, da parte di tre ragazzi (tutti innamorati della “pinta”, chiaramente) di mettere insieme le rispettive esperienze e speranze. I loro nomi? Gabriele Lorenzi (30 anni), Marco Fornai (30) e Nicola Baroncini (28): il primo con in curriculum studi di scienze agrarie; gli altri due un diploma in brassaggio alla Dieffe di Padova; tutti e tre lucchesi e tutti e tre con, in comune tra loro, l’immancabile “gavetta” nelle sale di cottura di birrifici già avviati (nel caso di specie il “Birroir”, a Capannori stesso; e il “Forte”, a Pietrasanta).
Conosciutisi insomma tra i banconi dei pub locali e i fermentatori all’ombra dei quali hanno compiuto il proprio apprendistato; ed avendo capito di poter condividere un obiettivo, i tre hanno deciso di unire le forze. Fin qui, ancora, niente di (troppo) particolare; ma ecco il punto distintivo: in attesa di poter allestire il loro sito di brassaggio, scelgono come base un terreno di famiglia (appartenente, in particolare, a uno zio di Gabriele); un terreno non più produttivo, almeno non nel senso in cui lo è un’impresa economica; e qui impiantano un luppoleto. Non un luppoleto “giocattolo”: un terreno di quattro ettari, con a dimora Cascade, Comet, Chinook, Centennial, Fuggle e Perle. Gli spazi? Abbondanti. Anche, in prospettiva, per seminare orzo e darsi lo status di birrificio agricolo… Ma questo è il futuro (“prossimo”, sperano loro). Intanto, abbiamo testato le loro quattro birre con targa “Radical Brewing, “sgorgate” dai tini del principale contoterzista italiano, Serra Storia, a Buscate (Milano).
Ed ecco la cronaca dell’assaggio.
CROP CIRCLES, WITBIER, 5%
Modellata sul cliché delle birre belghe di frumento (da cui il nome, “Crop Circle”, ovvero “Cerchi nel grano”), si attiene alla speziatura da disciplinare (coriandolo e scorza d’arancia) unendo ad essa dosi pediatriche di luppolo: Perle in amaro e Saaz in aroma. Il colore è paglierino velato, la schiuma bianca e vaporosa; gli aromi compendiano le agrumature in ricetta con toni fruttati (pera, pesca) e speziati (chiodo di garofano); il palato ruota attorno a un corpo leggero, a una briosa vena effervescente e a una vivace dorsale acidula, chiudendo con una lieve “licenza” amaricante
BEFORE THE STORM, AMERICAN PALE ALE, 5% (SENZA GLUTINE)
Luppolatura in toto statunitense (Chinook in amaro, Citra e Cascade in aroma e in dry hopping), presenta un pulito colore paglierino carico, bordato da fitta schiuma bianca. Al naso frutta esotica (uva spina, maracuja, kiwi) e agrumi (pompelmo); in bocca le agilità di un corpo leggero, di una bollicina allegra ma rispettosa e una vena amaricante in ascesa, il cui affondo non si fa però mai ringhioso.
ABBEY LIFE, BELGIAN STRONG GOLDEN ALE, 8%
Aitanti lieviti belgi, zucchero candito in bollitura, un quartetto luppoli internazionali (il tedesco Perle in amaro; lo sloveno Styrian Golding, il boemo Saaz e lo statunitense Centennial in aroma): questi alcuni tasselli nel Dna di una bevuta calda, introdotta da un lucente colore dorato e da una cospicua testa di schiuma bianca. Al naso frutta (banana matura), fiori (tiglio), spezie (chiodo di garofano); al palato una corporatura medio-leggera e un’effervescenza viva ad equilibrare la termicità di una gittata alcolica volutamente energica.
AMERICAN TEA, BITTER, 5% (SENZA GLUTINE)
“Busto e gambe” da English Bitter, “testa” da American Brown Ale. Ambrata dall’aspetto pulito e dalla corposa schiuma avorio, vede l’impiego di luppoli continentali in caldaia (Perle in amaro, Golding e Fuggle in aroma) con l’aggiunta dello statunitense Cascade in dry hopping. Il profumo unisce caramello, biscotto, rizomi e agrumi (arancia); il palato disegna, sulla “tela” di un corpo leggero e dall’effervescenza dosata, una parabola amaricante incisiva e lunga in persistenza quanto equilibrata nel “tono di voce”.
INFO DI SERVIZIO
RADICAL BREWERY
Via dei Gheghi, 56/58 – Capannori (Lucca)
info@radicalbrewery.it
SERRA STORTA
Via Manzoni, 89 – Buscate (Milano)
t. 347 2694926
info@serrastorta.it