(Xavier e Natalie Charbaut)
di Michele Pizzillo
Per le dimensioni, 20 ettari di vigneto, è considerata la più piccola della grandi Maison de Champagne. Ed è alla ricerca di un distributore per l’Italia.
Per questo motivo il proprietario della Maison ubicata a Mareuil-sur-Aÿnella Marne, Xavier Charbaut, con il supporto dell’ufficio commerciale dell’Ambasciata di Francia in Italia, ha organizzato una degustazione dei suoi champagne a Milano. Raccontando prima la storia del Domaine familiare ubicato nel cuore dei migliori cru della Champagne, dove possiede 20 ettari di vigneti di Pinot Noir, Meunier e Chardonnay, acquistati dal nonno Guy Charbaut nel 1936. Del quale, Xavier, ha appreso che la scelta migliore è quella di seguire la strada di una viticoltura sostenibile nel rispetto della natura e dell’uomo, osservando la vigna e le sue necessità. Infatti, seleziona con molta cura l’uva che è raccolta quando è perfettamente matura. I vini, poi, sono elaborati con passione nella ricerca dell’eccellenza e della genuinità. L’invecchiamento sui lieviti, avviene in cantine situate a 25 metri di profondità nel sottosuolo e si estendono per oltre 1,5 chilometri, dà allo champagne un’effervescenza fine e delicata.
Le cuvée di Champagne Guy Charbaut che Xavier ha proposto nella degustazione che ha condotto insieme alla moglie Natalie nei saloni dell’elegante albergo milanese Principe di Savoia, sono: Brut Sélection, Croquantine Demi -sec, Cuvée di riservaBrut 1erCru; Blanc de Blanc Brut 1erCru ; Rosé Brut 1er Cru; e tre cuvée millesimati: Millésime 2006 Brut 1er Cru, Blanc de Noirs 2009, Extra Brut 1er Cru e Memory Blanc de Blanc 2005 Brut 1er Cru.
Il Brut Sélection incarna il patrimonio di Champagne Guy Charbaut ed è il frutto del mix equilibrato dei tre vitigni tradizionali, con il 50% di vini di riserva. Il potere di Meunier, il bouquet floreale del Pinot Noir e gli aromi aciduli dello Chardonnay si mescolano per un vino da aperitivo o da tutto pasto. Uno Champagne invecchiato sulle fecce per 36 mesi con un’eccellente rapporto qualità prezzo.
(Gli champagne degustati)
Il Blanc de Noir 2009 Extra Brut1ercru, firmato dallo stesso Xavier, è l’ultimo nato della Maison, ed è una cuvée prodotta in edizione limitata. In questo Millésime il Pinot Noir esprime la superiorità di un vitigno nobile delle vigne della Champagne, tant’è vero che a Milano si è presentato con un ricco medagliere di premi conquistati nei più importanti concorsi internazionali come Decanter e International Wine Challenge.
Notevole anche il RosèBrut 1er Cru che è un vino storico della Maison. E’ un vino che richiede un grande “savoir-faire” che inizia con la diraspatura e la pigiatura delle uve di Pinot Noir e prosegue con la macerazione dell’uva con le bucce per un periodo che va da 36 a 48 ore. Il metodo chiamato “de cuvaison” dona un colore rosato intenso che è accentuato dal 10% di Chardonnay e apporta un tocco di freschezza raffinata. Questa combinazione si traduce in un’armonia di aromi di frutti rossi.
Oggi la Maison Guy Charbaut esportai suoi Champagne prevalentemente in Inghilterra, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Svizzera; non in Italia. Che Xavier ritiene un mercato importante e quindi vuole essere presente. E, a giusta ragione, visto che aumenta la crescita delle importazioni italiane di Champagne, che con 6,3 milioni di bottiglie è il settimo mercato al mondo per l’export del celebre vino francese. Dopo la performance del 2014, che aveva registrato una crescita dell’8,1%, il 2015 conferma ancora la tendenza positiva facendo registrare un incremento del 9,7%. Nel triennio 2013-2015 il mercato italiano ha guadagnato un milione di bottiglie. Giustamente, Xavier Charbaut vuole conquistare un pezzettino di questa torta. Oltretutto i consumatori italiani si distaccano da quelli degli altri paesi europei, per la preferenza accordata alle cuvée speciali che rappresentano il 6,5% delle spedizioni rispetto al 2,7% dell’Unione Europea. L’Italia conferma inoltre il suo storico legame con i grandi marchi che detengono l’85,4% del mercato, seguiti dai viticoltori e dalle cooperative rispettivamente all’11,3 e 3,4% delle spedizioni.