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L'azienda

La “missione Sangiovese” di Castello di Meleto: presenta le nuove annate e il nuovo direttore generale

26 Giugno 2024
Francesco Montalbano Francesco Montalbano

Se non fosse stato per la lungimiranza di Gianni Mazzocchi, editore delle riviste Quattroruote e Quattrosoldi, di Castello di Meleto sarebbe rimasto solo un rudere, visto lo stato di abbandono in cui si trovava nel 1968. Quell’anno, infatti, Mazzocchi lanciò l’”Operazione Vigneti”, praticamente il primo crowdfunding italiano nel mondo del vino. Infatti, dalle colonne di Quattrosoldi, rivista dedicata ad appassionati di economia e finanza, propose ai suoi lettori di acquistare delle quote di un patrimonio italiano che rischiava di venire abbandonato. La risposta fu entusiasta, tanto che la raccolta fu addirittura superiore alla somma necessaria per acquistare il castello e i 1.100 ettari di terreno circostanti. Nacque così Viticola Toscana, oggi Castello di Meleto Società Agricola, proprietaria del Castello e dei terreni, impegnata a proseguire il legame con il vino che risale al XI secolo con i monaci benedettini. Da allora la fisionomia esterna del castello è rimasta quasi immutata: alla vista il maniero si presenta perfettamente integro. Molto, invece, è cambiato nella sua storia recente, una vera e propria rivoluzione – grazie ad un sogno di persone che mettendo assieme le forze e i propri risparmi, hanno realizzato qualcosa di straordinario – che ha fatto di Castello Meleto un’azienda particolare ed anche molto articolata, che unisce la vocazione turistica a quella vitivinicola e agricola, tutto improntato alla conservazione del paesaggio e alla tutela della diversità, nonché la creazione del parco delle api che ospita più di 90 famiglie, per un totale di 3,2 milioni di api all’anno, da cui si produce un ottimo miele. D’altronde Castello di Meleto è la più grande azienda biologica vitata del Chianti Classico. Poi c’è l’ospitalità con l’agriturismo, gli appartamenti nel borgo medievale, una struttura ricettiva di charme, le piscine, il ristorante, l’osteria e l’enoteca. Attualmente i soci sono 1.600, mentre la maggioranza è detenuta dall’importatore svizzero dei vini di Castello Meleto. Il presidente è Stefano Ilari.

Tutto questo è stato rammentato a Milano, nel corso dell’incontro conviviale organizzato presso il ristorante [bu:r] di Eugenio Boer, per presentare il nuovo direttore generale, Francesco Montalbano, che affiancato dall’enologo Valentino Ciarda e dagli agronomi Mattia Achenza e Giacomi Sensi, ha presentato le nuove annate di Chianti e le novità pronte per essere immesse sul mercato nonché i progetti per la parte agricola e tutto quello che riguarda l’enoturismo. Sei i vini proposti in degustazione con i piatti studiati dallo chef Boer, molto apprezzati per aver esaltato l’armonia cibo-vino. I vini degustati a Milano rappresentano una sorta di “missione Sangiovese” tant’è che alcuni anni fa fu intrapresa una sperimentazione con l’Università di Firenze per individuare i cloni che meglio si adattano alle cinque macroaree all’interno della proprietà. 130 ettari di vigneti, un uliveto di 6,4 ettari, oltre 900 ettari di bosco. La produzione media annuale è di circa 700.000 bottiglie di cui il 28% destinato al mercato italiano e il resto all’export con quote del 30% negli Stati Uniti, 20% in Asia, 10% nel Regno Unito, 7% Germania e 5% Svizzera.

LA DEGUSTAZIONE

Spumante brut rosé metodo classico
Uve Sangiovese selezionate nelle vigne San Piero e Poggiarso. Il vino alla degustazione presenta un colore rosa tenue con perlage fitto e persistente. Il bouquet è caratterizzato da note di crosta di pane e lievito. In bocca è fresco e mantiene piacevolmente l’acidità tipica del Sangiovese.

Simbionte igt Toscana bianco 2022
E’ il primo bianco toscano fatto con uve tipiche della zona come Trebbiano e Malvasia bianca Toscana, sicuramente meno commerciali del Vermentino. Assaggio elegante e fresco con finale sapido e persistente. Il nome simbionte è dato dall’albero di ciliegie avvolta dall’edera riportato in etichetta e che vive in perfetta simbiosi con il castello.

Chianti classico docg 2021
Al Sangiovese è aggiunto il 5% di Merlot e le uve provengono da cinque vigneti. Colore rosso rubino intenso, ha spiccate note di viola, ciliegia e spezie dolci. L’ingresso in bocca è vellutato con tannini rotondi, buona struttura, ottima armonia e finale fresco e persistente.

Vigna Poggiarso Chianti classico gran selezione docg 2019
Sangiovese della vigna Poggiarso. Di colore porpora brillante con riflessi granato accentuali dall’invecchiamento. Ottimi gli aromi di piccoli frutti rossi, cassis e viola. Corpo notevole accompagnato da una vivace freschezza, tannini non aggressivi, finale lungo e gustoso. Insomma, un Sangiovese di grande eleganza.

Vigna Trebbio Chianti classico gran selezione docg 2019
Sangiovese di una sola vigna, Trebbio. Colore rosso rubino con riflessi granato. Bouquet di aromi di frutta rossa matura, spezie ed erbe aromatiche. Gusto rotondo e vellutato con tannini morbidi. Finale lungo e gustoso.

Vigna Casi Chianti classico gran selezione docg 2019
Le uve sangiovese arrivano dalla vigna Casi. Colore rosso porpora e sentori di note pepate e di spezie orientali, frutta rossa matura. In bocca è rotondo e deciso, sostenuto da tannini spessi e non aggressivi. Finale intenso e molto lungo.

Vin Santo del Chianti classico 2011
Uve di Trebbiano (90%) e 5% ciascuno di Sangiovese e Malvasia. Colore giallo ambrato. Profumi di frutta secca, miele, albicocca nonché note di vaniglia, caramello e spezie. Vino di grande struttura e rotondità, pieno e vellutato, finale lungo e persistente e con una bella nota di acidità ben bilanciata.

Castello di Meleto
Loc. Castello di Meleto – Gaiole in Chianti (Si)
t. 0577 749217
www.castellomeleto.it
booking@castellomeleto.it