“Se qualcuno cova ancora delle remore sulla natura della Cantine sociali presto finirà per ricredersi.
Perché “Cantina Sociale” sarà sempre più sinonimo di eccellenza immagine, sovranità”. E questo è il “bagaglio” culturale della CVA Canicattì che il presidente Giovanni Greco sta per chiudere e spedire “collo appresso” destinazione Verona. Lo aprirà al Vinitaly per presentare al pubblico tutte le novità di marketing e “Scienze economiche delle imprese cooperative” messe in atto già dall’inizio dell’anno scorso. Un 2012 positivo quello della cantina agrigentina, lo ha chiuso con una crescita in termini di valori a due cifre, che rendono quasi privo di significato un calo di pochi punti in termini di volume. Basterebbe solo questo per giustificare la carica con cui stanno attuando tanti nuovi progetti. Ma come se non bastasse alla CVA Canicattì è arrivato un prestigioso riconoscimento anche dalla rivista Wine Spectator: il punteggio di 90 punti dato al loro blend Nero d’Avola-Syrah Scialo, una delle etichette icone della loro produzione e del territorio.
Ma la famiglia si allargherà, e presto il catalogo si arricchirà di una chicca: un passito di Nero d’Avola che ha finito di gorgogliare da pochi giorni nei fermentini e giace ad affinarsi in barrique di rovere per un tempo che solo il destino deciderà. Di sicuro sarà un vino di alto lignaggio, perché le uve, cresciute su vitigni a bassissima resa, hanno ricevuta la benedizione di referti analitici le cui caratteristiche chimiche e polifenoliche parlano da sole. Si accoderà ad un Grillo, nuovo, o meglio dire rinnovato, e da quest’anno con la certificazione Doc Sicilia, ha finito con il ritrovarsi con caratteristiche e strutture ancora più esaltanti. Il tutto nell’ambito di una rivoluzione nel restyling dell’azienda che non contempla solo nuove stilizzate etichette ma rinnovati loghi e nuovi strumenti per promuovere il territorio.
In quest’ambito l’intesa col Parco della Valle dei Templi e attraverso il Progetto Diodoros, si sta concretizzando e avvicinando alla conquista di quell’obiettivo comune, cioè la valorizzazione dei vigneti storici delle Valle che costituiscono un giacimento viticolo di grande interesse storico e culturale. In linea con questo obiettivo, il Parco ha affidato, già da diversi mesi come è noto, la gestione agronomica dei vigneti presenti all'interno della più importante area archeologica della Sicilia all’azienda siciliana da cui si sta ricavando quel passito dolce la cui prima produzione si attesterà a circa settemila bottiglie.
Stefano Gurrera