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L'azienda

Il debutto di “Open Winery”, il nuovo podcast “geolocalizzato” che cambia il modo di fare enoturismo

24 Marzo 2025
Fabio Costantino, Cristian Iovino, Dino Costantino e Silvia Ghirelli Fabio Costantino, Cristian Iovino, Dino Costantino e Silvia Ghirelli

L’enoturismo non è più solo visita e degustazione, bensì sempre più narrazione, identità, e innovazione. La necessità soprattutto di innovarsi e trovare nuove prospettive di comunicazione è il mantra di tante aziende che puntano a far vivere l’esperienza sempre più concreta e reale. Ed è proprio sulle pendici dell’Etna che debutta un progetto che incarna questa evoluzione, “Open Winery”, il format che permette alle cantine di arricchire l’esperienza enoturistica, offrendo un servizio innovativo e coinvolgente, attraverso i podcast geolocalizzati su Loquis, la prima piattaforma italiana di travel podcast – disponibile in 7 lingue – che trasforma la visita in cantina in un’esperienza autonoma e immersiva, direttamente dallo smartphone.

Loquis è infatti una piattaforma gratuita, che si focalizza sul turismo e sulla cultura; un vero atlante sonoro che connette le persone con i territori attraverso podcast geolocalizzati. La prima a sperimentare il progetto è Terra Costantino, azienda storica di Viagrande, guidata oggi da Fabio Costantino. Qui, tra terra lavica e filari di nerello mascalese, l’esperienza enoturistica viene arricchita dal racconto dei titolari stessi, che guidano il visitatore passo dopo passo, dai vigneti alla cantina ipogea scavata nella lava, fino al calice. Un approccio che intercetta due tendenze ormai chiare: da un lato, la crescente domanda di esperienze autentiche (oltre il 70% dei turisti cerca oggi proposte legate all’identità locale); dall’altro, la difficoltà per molte piccole realtà di garantire sempre personale dedicato all’accoglienza, senza snaturare però il rapporto diretto con gli ospiti.

Quella di Open Winery è un’iniziativa che – come ha raccontato Cristian Iovino, Direttore Commerciale di Loquis, in occasione della presentazione del progetto – si inserisce pienamente nel contesto favorevole del settore enoturistico italiano: “Loquis si conferma come partner innovativo e strategico per il settore dell’enogastronomia, con cui vanta già progetti che hanno riscosso importanti risultati in termini di ascolti. Ora, con Open Winery, saremo al servizio di tutte quelle cantine che sono impegnate nello sviluppo dell’enoturismo e cercano gli strumenti più efficaci (anche in termini di costi/opportunità) per valorizzare al meglio la loro storia, imprenditoriale ed umana, che resta il biglietto da visita più autentico e reale capace di creare un vero legame con i propri clienti”.

È qui che l’innovazione di “Open Winery” mostra il suo valore; un podcast non sostituisce l’accoglienza umana, ma la amplifica, dando voce a chi spesso non può essere presente, senza dover ricorrere a soluzioni standardizzate o impersonali. Una risposta concreta anche alla questione delle risorse umane, che nel settore turistico ed enogastronomico resta uno dei nodi più delicati. Numeri alla mano, l’intuizione sembra calzare a pennello: l’enoturismo italiano ha superato i 16,5 milioni di visitatori nel 2024, con una crescita costante che si prevede proseguirà nei prossimi anni. Un mercato in fermento, che chiede sempre più esperienze originali, sostenibili e legate ai territori.

“Progettare esperienze in grado di attrarre visitatori e fidelizzarli, attraverso lo sviluppo di strategie innovative, è essenziale per intercettare la domanda emergente e sfruttare le opportunità offerte dalla crescita del settore – ha dichiarato Silvia Ghirelli, consulente ed esperta di turismo enogastronomico – Open Winery si rivolge a un consumatore esperto, alla ricerca di un’offerta originale e di qualità, presentata attraverso contenuti curati e coinvolgenti, poiché dà voce alle persone chiave dell’azienda, che spesso non possono essere presenti per accogliere gli ospiti. Loquis rappresenta una risposta alle nuove esigenze di comunicazione e ad un rinnovato linguaggio del vino, elementi fondamentali per dialogare anche con le nuove generazioni e creare alleanze con i principali attori della filiera turistica”.

Del resto, il vino è oggi molto più che un prodotto, è un ambasciatore della cultura, della storia e dell’identità locale. “Innovare nell’enoturismo significa anche questo, ossia saper valorizzare la componente umana con strumenti nuovi, accessibili, capaci di raccontare la nostra storia anche quando non possiamo essere fisicamente presenti”, conclude Silvia Ghirelli, consulente e ideatrice del format. Entusiasta e sempre pronto a guardare avanti è Fabio Costantino, titolare di Terre Costantino, che ha dichiarato: “Abbiamo investito con piacere in questo importante progetto, i cui strumenti rappresentano sicuramente un’opportunità per l’innovazione in campo enoturistico. Sappiamo infatti quali siano i rischi della standardizzazione in questo settore e chi come noi è attento a rendere sempre più interessante e allo stesso tempo flessibile e dinamica l’esperienza in cantina comprende bene l’importanza di coniugare l’autenticità dell’accoglienza al supporto della tecnologia. La nostra è una piccola azienda, che punta molto sul valore della componente umana e relazionale e che in virtù di questo nel tempo ha strutturato un’offerta di percorsi di visita e degustazione calibrati sui diversi interessi e i diversi livelli di aspettativa degli ospiti, proponendoci come una porta d’accesso privilegiata alla comprensione dell’Etna del vino. Ma il desiderio di offrire piccoli percorsi su misura ci spinge a trovare anche soluzioni di questo tipo, che consentono ai viaggiatori in transito di fare anche in autonomia una visita più veloce e allo stesso tempo completa in termini di contenuti, diversificando ulteriormente le occasioni di accesso alla conoscenza del nostro lavoro e dei nostri vini”.

Un esempio concreto di come tecnologia e tradizione possano dialogare, senza snaturare l’identità dei luoghi e delle persone che li abitano. Con “Open Winery”, la voce dei produttori diventa il filo conduttore di un’esperienza che resta autentica, ma si fa ancora più accessibile, flessibile e al passo coi tempi.