di Marcello Ingrassia
Un’azienda che fa dell’artigianalità e della qualità le sue caratteristiche fondanti.
Fortemente radicata in un territorio che è da anni al centro di un rinascimento culturale ed eno-gastronomico d’innegabile importanza. Per la produzione di marmellate, confetture, gelatine, chutney e altro, la destinazione è Aci Sant’Antonio. Sul versante sud-orientale dell’Etna: la sede di Neromonte e la persona che ne incarna la filosofia: Massimo Pulvirenti. Proprietario e motore dell’azienda, ideatore e sperimentatore di accostamenti che stupiscono. E che possono anche lasciare perplessi sulla carta, ma convincono – di più, conquistano – al palato. In azienda è coadiuvato da Sonia Bonifacio, responsabile commerciale e marketing.
Il nome della linea top è 3330 e fa riferimento alla quota da cui la vetta del vulcano domina la Sicilia. Tutta la produzione di Neromonte è riferibile al territorio etneo, che offre una varietà di materia prima del tutto insospettabile e non presente in altre aree della regione. Per esempio lo zafferano, fornito da Andrea Lo Cicero e che va ad arricchire i mandarini. Ma si spazia dalle fragole, al chinotto, a frutti tropicali che erroneamente si pensano esclusivo appannaggio di Paesi dai nomi esotici. Tutto selezionato da Massimo e lavorato rigorosamente a mano, con un’artigianalità che rende minimo l’utilizzo dello zucchero e conserva intatto, esaltandolo, il gusto degli ingredienti primari. Fra i prodotti imperdibili in gamma: Pere al Gin e Cipolle Dorate Confit. Ma è solo la classica punta dell’iceberg. Il resto della gamma esprime meglio le potenzialità di Neromonte: Fichi al Marsala; Bergamotti e Lavanda; Chinotti e Tamarindo.
Poi verso accostamenti ancora più eccitanti e che ricreano sapori della tradizione siciliana, come il Chutney di Arance e Finocchi oppure l’Agrodolce di Peperoni. E le mostarde, tra cui quella, sublime, di fichidindia. Un mondo che invita ad abbinamenti audaci e che vanno oltre la solita, comunque riuscitissima, funzione di complemento a formaggi o salumi. Qui l’invito è all’alta cucina. In effetti è già in atto un importante sodalizio con lo chef stellato Giuseppe Raciti. Frutto di questa collaborazione sono numerosi, eccezionali piatti. Raccolti e raccontati in un ricettario (disponibile su www.3330.it) che fra le sue pagine svela, per esempio, come preparare il Crudo di gambero rosso, marmellata di mandarini e zafferano, yogurt e caviale. Oppure Carpaccio di tonno rosso, marmellata di bergamotti e lavanda, mandorle e ricci di mare. E così via, in armonie ardite ma bilanciate. I prodotti sono presentati in vasetti molto eleganti. La confezione piccola è da 60 grammni, il che significa che può essere portata in aereo, dando l’opportunità a chi è sull’Isola di portare con sé un pezzo di Sicilia. Le più grandi sono da 160 grammi e consentono di prolungare il piacere dell’assaggio. Il mercato di riferimento è in progressiva espansione e, man mano che il passaparola fra gli appassionati fa il suo corso, si allarga su tutto il territorio nazionale e inizia a sfondare all’estero, dove le eccellenze siciliane hanno un posto di rilievo nella scala di preferenze dei consumatori più preparati. Di conseguenza la produzione è in aumento, ma Massimo ha la lungimiranza e l’attenzione ai valori fondanti dell’azienda che ne impediscono la crescita dei numeri a scapito della qualità. A giudicare dai prodotti, sentiremo parlare sempre più spesso di 3330.