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L'azienda

I dieci anni di Troy di Cantina Tramin: una degustazione “speciale” a Roma per celebrare questo vino

24 Marzo 2025
Willi Stürz e Wolfgang Klotz Willi Stürz e Wolfgang Klotz

Interessante degustazione a Roma per celebrare i dieci anni dalla nascita di Troy, etichetta di punta della cantina altoatesina Tramin. Palcoscenico della celebrazione è stato il ristorante romano di Pipero. Alla presenza di Willi Stürz, enologo e direttore tecnico e Wolfgang Klotz, direttore commerciale di Cantina Tramin, la serata di degustazione ha avuto due momenti: uno dedicato all’assaggio e l’altro all’abbinamento con i piatti di Alessandro Pipero. La degustazione ha visto un vero e proprio match, rigorosamente alla cieca, tra Chardonnay provenienti da diverse parti del mondo, incluso il Troy.

Troy, nell’antica lingua locale, significa “sentiero”, a evocare il lungo percorso di ricerca che ha portato alla nascita dello Chardonnay Riserva, vertice qualitativo ed espressivo dell’interpretazione in chiave alpina di questa varietà internazionale da parte di Cantina Tramin. La storica azienda altoatesina ha iniziato a credere nelle potenzialità del vitigno oltre trent’anni fa, tanto che oggi è la seconda varietà bianca più allevata dopo l’autoctono Gewürztraminer. “Nel nostro territorio, per molti anni, lo Chardonnay coltivato ad altitudini elevate non dava risultati convincenti a causa della struttura esile – spiega Willi Stürz – Dopo anni di studi e diverse prove, abbiamo compreso come le piante potessero trovare il proprio bilanciamento e ottenere basse rese in modo naturale, attraverso un minimo intervento di regolazione delle quantità. Un percorso che, nel 2018, ci ha portati a presentare sul mercato Troy. Di stagione in stagione, quindi, abbiamo affinato la stilistica fino all’annata attuale, la 2021, che si distingue per un grande equilibrio”.

I vigneti da cui ha origine Troy si trovano in località Sella, sul versante orientale del massiccio della Mendola. Le piante, con un’età media di oltre trent’anni, si collocano tra i 500 e i 550 metri d’altitudine e sono allevate in parte a guyot e in parte a pergola semplice aperta, con pendenze che superano il 50%. L’esposizione a sud-est garantisce giornate calde e soleggiate, forti escursioni termiche notturne e la presenza di correnti fredde provenienti dalle montagne. I terreni sono composti da ghiaia calcarea mista ad argilla, quest’ultima determinante nel conferire a Troy longevità e complessità aromatica. Dopo la raccolta manuale, il mosto fermenta in barrique, dove il vino sosta per circa undici mesi sui lieviti, compiendo anche la fermentazione malolattica. Successivamente, Troy viene travasato in contenitori di acciaio per un’ulteriore maturazione sui lieviti di ventidue mesi, prima di affinare in bottiglia per quattro mesi.

“Lo Chardonnay –  spiega Wolfgang Klotz – è la varietà con cui si producono alcuni tra i più grandi vini bianchi al mondo, ma è anche una delle più diffuse a ogni latitudine, grazie alla sua versatilità e capacità di adattamento. Da qui la decisione di investire in un percorso di eccellenza qualitativa e differenziazione caratteriale, dando vita a un’interpretazione personale e inconfondibile del nostro territorio alpino, in cui viviamo e crediamo”.

I vini della degustazione

Prima batteria

  • 2015 | Gaja | Gaia & Rey Langhe Chardonnay DOC (Langhe)
  • 2015 | Cantina Tramin | Troy Chardonnay Riserva Alto Adige DOC
  • 2015 | Domaine des Comtes Lafon | Meursault 1er Cru (Borgogna)

Seconda batteria

  • 2018 | Cantina Tramin | Troy Chardonnay Riserva Alto Adige DOC
  • 2019 | Cantina Tramin | Troy Chardonnay Riserva Alto Adige DOC
  • 2019 | Domaine Jacques Prieur | Corton Charlemagne Grand Cru (Borgogna)

Terza batteria

  • 2021 | Aubert | Powder House Estate Vineyard Sonoma Coast Chardonnay (California)
  • 2021 | Cantina Tramin | Troy Chardonnay Riserva Alto Adige DOC
  • 2021 | Domaine de la Vougeraie | Charlemagne Grand Cru (Borgogna)
  • 2021 | Catena Zapata | Adrianna Vineyard White Bones Chardonnay (Mendoza)

L’ampiezza e l’intensità dei profumi definiscono l’identità montana del vino, con delicati sentori floreali e agrumati, note di frutti tropicali, camomilla e menta, con un tocco di mandorla. In bocca spiccano freschezza e una piacevole mineralità salina, con un finale lungo su toni minerali e sensazioni retro-olfattive tropicali e di nocciola tostata. Un dettaglio significativo: nonostante le etichette fossero tutte servite alla cieca, tutti i presenti hanno individuato in ogni batteria il vino altoatesino, grazie alla sua identità riconoscibile anche solo dalle sensazioni olfattive. Ciò ha dimostrato la grande predisposizione alla longevità di Troy e come lo Chardonnay, pur non essendo autoctono a queste latitudini, riesca ad ambientarsi e a esprimere al meglio il suo potenziale. Non a caso, molte grandi cantine dell’Alto Adige hanno scelto lo Chardonnay come vino di punta.

Le annate di Troy in degustazione

2015
Dopo un inizio anticipato della primavera con temperature miti, la fase vegetativa è partita con notevole anticipo. I mesi estivi hanno alternato giornate molto soleggiate e secche a notti fresche, con una forte escursione termica che ha favorito una maturazione ottimale delle uve. Settembre, più fresco, ha rallentato ulteriormente la maturazione, portando alla vendemmia grappoli maturati in modo eccellente. I vini bianchi di questa annata risultano eleganti, con ottima succosità, profondità e ampiezza aromatica.

2018
Nonostante una germogliazione relativamente tardiva, le temperature elevate e l’umidità primaverile hanno anticipato la fioritura. Da metà giugno il tempo è stato caldo e secco, favorendo una crescita equilibrata della vite. Alcune piogge prima della vendemmia hanno riequilibrato il bilancio idrico dopo un’estate arida. Il tempo asciutto e soleggiato durante la vendemmia ha creato condizioni ideali per una perfetta maturazione e sviluppo degli aromi. Il risultato è un vino bianco elegante, con una finissima acidità.

2019
L’inverno ha portato abbondanti nevicate in montagna, mentre la primavera mite ha favorito una germogliazione precoce ma disomogenea. Maggio, più freddo, ha ritardato la fioritura. Giugno caldo e umido ha aumentato il rischio di malattie fungine, controllate grazie a un attento lavoro manuale in vigna. L’estate è stata segnata da siccità, interrotta da alcuni temporali. Due ondate di caldo non hanno avuto impatti negativi. Da metà agosto le temperature si sono abbassate sensibilmente, portando a una vendemmia ritardata di due settimane rispetto all’anno precedente. I vini bianchi del 2019 si distinguono per la loro freschezza vibrante.

2021
Un inverno lungo ha posticipato il germogliamento ad aprile. Giugno caldo e luglio umido hanno favorito la maturazione. Agosto ha registrato notti eccezionalmente fresche, contribuendo all’equilibrio aromatico delle uve. La vendemmia è iniziata con dieci giorni di ritardo, con volumi inferiori alla media. Il risultato è un vino profondo, caratterizzato da grande freschezza e delicate note fruttate.