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L'azienda

I coltelli degli chef stellati festeggiano 125 anni. All’Expo mostra al padiglione francese

13 Luglio 2015
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(Jerome La Cainnee)

da Milano, Michele Pizzillo

Uno dei più famosi coltelli da cucina, Opinel, compie 125 anni. E li festeggia a Milano, ad Expo, sulla terrazza annessa al ristorante allestito nel padiglione della Francia che al piano terra è tutto un trionfo di attrezzature di cucina.

Location, quindi, più che appropriata perché Opinel sono i coltelli presenti sui tavoli del tristellato ristorante Arpege di Parigi, oltre ad essere gli unici utilizzati nella scuola di cucina di Alain Ducasse e nelle cucine di Paul Bocuse, a Lione. Quindi, 125 anni portati bene, da questi utili strumenti da taglio che già nel passato hanno frequentato qualche esposizione universale. “Questa volta, però, è diverso – dice Jerome Le Cainnee, direttore export dell’azienda francese – perché il compleanno capita in occasione di una manifestazione importante come l’esposizione universale oltretutto dedicata al cibo”.

Occasione ghiotta per un coltello progettato e realizzato nel 1890 da Joseph Opinel che ad Albiez-le-Vieux, in Savoia, lavorava nella bottega del padre, fabbro e produttore di utensili. Joseph il piccolo coltello l’aveva progettato per proporlo agli agricoltori del posto, che trovandolo pratico ed utile, ne anticiparono il successo tanto che il giovane fabbro decise di attrezzare un proprio laboratorio e, contestualmente, sviluppare ingegnosi macchinari per incrementarne la produzione.

La prima svolta, per Opinel, è datata 1897, con la realizzazione di coltelli in 12 dimensioni, numerati da 01 a 12. La seconda svolta è del 1909, quando il geniale fabbro savoiardo rispolvera un documento emanato da re Carlo IX nel 1565 per ordinare a tutti i fabbricanti di coltelli di scegliere un emblema da incidere sui propri prodotti per garantirne l’origine e la qualità. Rispettando questa tradizione, Opinel scelse come emblema la mano coronata: la mano è quella di San Giovanni Battista, la corona per ricordare che la Savoia era un ducato. D’allora la mano coronata è presente su tutte le lame dei coltelli e degli attrezzi Opinel. E sì, perché nell’ultimo secolo l’azienda francese che oggi è presente in 70 paesi, ha sviluppato un’originale collezione di eccellenti coltelli da cucina e da tavola; ma, anche, il coltello gigante dotato di una lama di 22 centimetri, di un manico in faggio verniciato, di una ghiera di sicurezza e di un laccio di cuoio, pensato per allestire le vetrine dei negozi ma risultando molto bello, gli Opinel sono stati costretti a metterlo in vendita; nonché coltelli adatti per raccogliere i funghi, per aprire ostriche e conchiglie, le cesoie per il giardinaggio, i coltelli per gli scout nonché la collezione “le petit chef” riservati ai bambini per invogliarli a cucinare e contestualmente insegnargli i gesti corretti con coltelli che permettono una presa sicura e impediscono alla mano di scivolare sulla lama.

In questi 125 anni la famiglia Opinel ha voluto raccontare la propria storia e quella di un oggetto di culto, con l’allestimento di un museo che ogni anno registra qualcosa come 45.000 visitatori. Qui si può anche seguire il viaggio del piccolo coltello tascabile diventato nel frattempo un’icona del design e addirittura oggetto del patrimonio culturale francese, che era composto da un manico fabbricato in marasco, la lama era in acciaio al carbonio ed era marchiata con il nome Joseph Opinel. Oggi questo piccolo capolavoro ha il manico in faggio e la lama è disponibile in acciaio in carbonio meno soggetta alla corrosione e più facile da affilare o in acciaio inossidabile Sandvik e, in più, dotato della ghiera girevole di sicurezza inventata da uno dei figli di Joseph, Marcel, nel 1955, giusto 60 anni fa.
Oggi Opinel è un’impresa che impiega 100 unità, fattura 19 milioni di euro, esporta il 45 per cento della propria produzione e vende più di 4 milioni di coltelli all’anno. Ed entro la fine dell’anno inaugurerà i laboratori annessi alla stabilimento di Chambery completamente rinnovati.