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L'azienda

I 50 anni di Cesarini Sforza, pionieri delle bollicine del Trentodoc: “E vi sveliamo la nostra riserva 2004”

24 Giugno 2024
Enrico Zanoni Enrico Zanoni

Un viaggio a ritroso del tempo, lo scorrere lento del treno storico che intercetta i paesaggi così come le bollicine dello spumante di Cesarini Sforza scoppiettano sulla superficie del calice portando con sé le loro note odorose e raccontando la storia di questa azienda tra i pionieri del Trentodoc, che da 50 anni dà vita a spumanti che diventano autentici ambasciatori dell’arte spumantistica Metodo Classico trentina. Così l’azienda sceglie di iniziare la festa celebrativa del suo percorso, iniziato nel giugno del 1974 grazie alla volontà di alcuni qualificati imprenditori del settore vitivinicolo trentino. Qualche giorno fa l’azienda ha festeggiato questo importante compleanno, i suoi 50 anni in un viaggio che da Milano a Trento, sul suggestivo convoglio degli anni ’70 del 1900, ha coinvolto gli ospiti, tra enigmi e racconti, per poi svelare all’interno dell’imponente Castello del Buonconsiglio di Trento, l’Aquila Reale Riserva 2004, il loro cru prodotto con sole uve Chardonnay, provenienti dal vigneto del Maso Sette Fontane in Valle di Cembra, a una quota di circa 500m sul livello del mare.

Scelta come bottiglia celebrativa, l’Aquila Reale Riserva 2004, è stata confezionata in una preziosa edizione limitata con una tiratura esclusiva di sole 1.200 bottiglie, che sono state mantenute per 228 mesi in affinamento sur lies fino alla sboccatura del 2024. Prodotta solo nelle annate che permettono la qualità che la contraddistingue, Aquila Reale Riserva è uno spumante che dopo 20 anni in cantina vince la sfida del tempo e diventa emblema di longevità. Estrema la finezza della bollicina che racconta all’olfatto la delicatezza agrumata a cui si uniscono note di frutta a guscio che la impreziosiscono. Verticale nel sorso, di grande persistenza, dotata di una piacevole acidità che dona al vino freschezza e lunghezza. L’Aquila Reale è l’emblema dell’eccellenza nella produzione di Cesarini Sforza, un vino che nasce nel 1986 dal vivo desiderio di realizzare un Metodo Classico di rara perfezione, ma che solo nel 2001 diviene un vero e proprio cru.

Come ha raccontato Enrico Zanoni, Direttore Generale di Cesarini Sforza, dando il benvenuto all’inizio dei festeggiamenti: “Tra i pionieri della spumantistica trentina, da 50 anni Cesarini Sforza interpreta l’unicità del Trentodoc. I nostri spumanti raccontano l’eccellenza di un territorio unico, sono fedeli alla nostra storia e alla volontà di creare uno stile proprio e inconfondibile nel panorama delle bollicine Metodo Classico. Crediamo fortemente nel connubio tra la tradizione e l’esperienza che ci hanno portati fino a qui e la visione evolutiva che quotidianamente ci guida: 50 anni hanno scritto il nostro passato, ma anche posto le basi per il futuro di un’azienda solida e lungimirante”. Un percorso sempre lungimirante e legato alla cooperazione, prima con Cantina di La-Vis e poi con Cavit che nel 2019 ha raccolto il testimone, siglando come tappe importanti di questa azienda. L’entrata in Cavit ha infatti permesso a Cesarini Sforza di non perdere la sua identità, ma al contempo gli ha dato la possibilità di apportare significativi investimenti, volti sempre a migliorarne, a garantirne e confermarne la qualità, nel modo più adeguato possibile.

Come ha raccontato Andrea Buccella, Responsabile di Produzione di Cesarini Sforza: “In questi ultimi anni ci si è focalizzati sul potenziamento tecnologico in cantina, al fine di garantire costanza e qualità del prodotto. E così, sono stati numerosi gli acquisti di macchine di ultima generazione, dalla sboccatura all’etichettatura, il tutto a garanzia di una perfetta preparazione dello spumante. Inoltre, quest’anno, installeremo anche un impianto fotovoltaico, simbolo della nostra attenzione all’efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale”. Gli spumanti Cesarini Sforza sono prodotti con uve che provengono prevalentemente dalla Val di Cembra, valle che si sviluppa poco a Nord di Trento, sul versante orografico sinistro del fiume Adige in senso Ovest-Est ed è percorsa dal torrente Avisio, a quote che vanno dai 300 ai 600 metri sul livello del mare, in un contesto caratterizzato da suoli e microclimi diversi. Area resa particolarmente vocata alla coltivazione delle varietà per le basi spumante, in primis Chardonnay e Pinot Nero, grazie anche ai venti provenienti dalla Valle dei Laghi (Ora del Garda) e i terreni prevalentemente sabbiosi di origine porfirica. In particolare, il Maso Sette Fontane, cru da cui proviene Aquila Reale, con vigne del 1992, ha un suolo formato da dolomia, una roccia sedimentaria subalcalina, ricca di scheletro e intervallata da sabbie a matrice porfirica, di colore rossastro, ideali per coltivare uve chardonnay che esprimono nel vino realizzato una piacevole e sottile vena salina.

Inoltre, in occasione dei festeggiamenti, abbinati ai piatti dello chef stellato Alessandro Gilmozzi del Ristorante Molin di Cavalese in Val di Fiemme, si è potuto apprezzare anche il Cesarini Sforza 1673 Riserva Extra Brut 2016 e l’Aquila Reale Riserva 2013, quest’ultima di grande piacevolezza e tensione verticale. Cesarini Sforza inoltre dedica il suo marchio, l’Aquila, al simbolo della casata di cui porta il nome, anche stemma della città di Trento e si conferma come perfetta sintesi di tradizione e lungimiranza.