di Marco Sciarrini
Festa dei 25 anni per l’Azienda Altoatesina Manincor, che per l’occasione apre la sua cantina a giornalisti e mondo della comunicazione, in una serata dove la storia della Cantina viene narrata nel bicchiere nella fiabesca location di Castel Campan.
La storia di questi 25 anni ha inizio nel 1991 con il matrimonio a Caldaro di Sophie e Michael Goëss-Enzenberg che, nello stesso anno, subentrano anche nella conduzione dell’azienda dei conti Enzenberg. L’anno successivo vengono realizzati i primi nuovi impianti nei poderi Tatzenschroat e Mazzon. Nel 1996 la prima annata dove vengono prodotti sei vini: Kalterersee, Moscato Giallo, Pinot Bianco, Sophie, Mason, Cassiano, e passa poco tempo, nel 1998 dove si segnala il primo grande riconoscimento con il Gambero Rosso che premia con 3 bicchieri il Cassiano del 1997. In azienda, nel 1999, vengono rinnovati molti dei vigneti a Caldaro e Terlano, tra cui il podere di Palurisch. Il nuovo millennio porta alla progettazione ed alla realizzazione della nuova cantina di Manincor, che si concluse nel 2004, la “cantina nella vigna”, progettata da Walter Angonese e Rainer Köberl. L’anno successivo segna un grande appuntamento con la filosofia di produzione, l’introduzione in azienda della biodinamica. Nel 2007 Manincor ha fondato il gruppo “respekt-Biodyn” insieme ad altri viticoltori per trovare un percorso sostenibile verso la qualità autentica con persone che la pensano allo stesso modo. Il 2008 vede l’ingresso in Azienda del nuovo direttore Helmuth Zozin. Nel 2010 i vini ottengono la prima certificazione biodinamica.
(I vigneti sul lago di Caldaro)
Gli edifici storici della cantina risalgono al 1608, costruiti da Hieronymus Manincor. Per i suoi servigi alla patria austriaca, aveva ricevuto dall’imperatore una terra sul lago di Caldaro e un titolo nobiliare. Hieronymus estese lo stemma di famiglia a “Man-in-cor” (approssimativamente “mano sul cuore”), lo si può vedere oggi sulla facciata della casa. Sua nipote sposò un antenato del conte Enzenberg nel 1662. Nel 1978 la tenuta divenne proprietà dei Conti di Enzenberg. Il nome Enzenberg compare per la prima volta nella storia dell’Alto Adige nel 1236 e la famiglia vive qui dal 1500 circa. La famiglia Enzenberg si occupava di viticoltura già alla fine del 1600. Alcuni documenti parlano di cantine Enzenberg a Terlano, Caldaro e Schwaz in Tirolo. Nel 1991 Michael Graf Goëss-Enzenberg ha rilevato Manincor da suo zio. All’epoca l’azienda consegnava l’uva alle cooperative di Caldaro e Terlano. I cambiamenti climatici sono un dato di fatto ci dice Helmuth Zozin, negli ultimi 25 anni la vendemmia si è anticipata di 2 o 3 settimane. Siamo in una zona a clima fresco e, almeno per ora, i vigneti beneficiano delle mutate condizioni. Va tutto bene, dunque, ma i fenomeni meteorologici estremi sono sempre più frequenti e intensi. L’omeopatia vegetale con preparati biodinamici dona forza ed equilibrio ai vigneti, permettendo alle viti di invecchiare meglio. “Abbiamo impianti di oltre 30 anni che sono ancora al culmine dell’energia e forniscono uve di ottima qualità. Ora dobbiamo lavorare per farli arrivare a 50 anni e, perché no, anche a 100. Da quindici anni ormai seguiamo i principi della biodinamica. L’inizio non è stato facile, e negli anni peggiori abbiamo perso parte del raccolto. Col tempo, però, la situazione si è stabilizzata e le nostre viti stanno diventando sempre più resistenti. Ogni annata ha una sua personalità, che si deve percepire nei suoi vini. Il vino, nella sua vitalità, riflette tutto questo e lo trasmette ai nostri sensi”.
(La cantina)
Nella filosofia sostenibile di Manincor per suoi 25 anni si è introdotta anche l’arte di ridurre le nuove bottiglie: “Abbiamo esaminato ora le nostre bottiglie, per valutarne le dimensioni, il peso e la chiusura e per capire come ottimizzarle, da tempo cercavamo un’alternativa alla capsula di stagno sopra il tappo, ora abbiamo trovato la soluzione, anziché usare la capsula, copriamo il tappo con una fascetta di carta, ovviamente la qualità del vino rimane inalterata, ma noi possiamo fare a meno dello stagno risparmiando così una risorsa preziosa. Per ottimizzare le bottiglie siamo intervenuti anche sul peso, la funzione cui una bottiglia deve assolvere è chiara, proteggere il vino e accompagnarlo in perfetto stato fino alla tavola, abbiamo così provato a ridurre la quantità di vetro utilizzata per la bottiglia, con il risultato che le nuove bottiglie Manincor pesano 500 grammi, ossia 50 grammi meno di prima. Su 350.000 bottiglie prodotte ogni anno si risparmiano così 17.500 chilogrammi di vetro
(che non devono essere prodotti e riciclati e 1.680 chilogrammi di stagno che non finiscono nei rifiuti. La nuova bottiglia fa bene anche alle persone e alle macchine che la devono movimentare nel nostro magazzino. Infine, il minor peso trasportato riduce le emissioni inquinanti e dunque l’impatto sull’ambiente. E così si chiude il cerchio. Ogni giorno guardiamo con attenzione ai nostri vigneti e a tutto ciò che vi accade. Con i vini Manincor desideriamo infatti lasciare tracce nella memoria, ma non nella natura, alla quale guardiamo con immensa gratitudine per i doni che ci offre”.
(I vini in degustazione)
La serata ha visto alternarsi varie etichette dell’Azienda con rarità degli ultimi 25 anni come:
Réserve della Contessa 2020
Pinot Bianco 57 %, Chardonnay 28 %, Sauvignon Blanc 15 % (Terlaner Doc). Colore giallo intenso con riflessi verdognoli, al naso freschezza fruttata di frutta esotica, mela, albicocca e un sentore floreale e di salvia, al palato avvolgente, elegante, tornano le sensazioni fruttate olfattive, con lunga persistenza.
Réserve della Contessa 2012
Grande l’impatto olfattivo dove prevale la parte floreale ginestra, camomilla, al palato una elegante sapidità avvolge il cavo orale, dove la freschezza ci fa intuire ancora una possibile continuazione di longevità, ed un finale lungo e persistente su sensazioni minerali.
Réserve del Conte 2011
Lagrein 35%, Merlot 40%, Cabernet 25%. Colore rosso rubino brillante, al naso piccoli frutti rossi maturi, speziato con sentori di liquirizia, pepe bianco e nero. Al palato intenso tannini fini, struttura consistente con ottimo equilibrio, finale lungo e persistente su note sapide e speziate.
Réserve del Conte 2018
Rosso rubino carico e brillante. Al palato tornano i sentori del 2011 con una nota evidentemente più fresca e giovane, sia per il fruttato di piccoli frutti rossi, che risulta più croccante, sia per lo speziato con note più intense e più balsamiche.
Eichhorn 2019
Pinot Bianco in purezza. Colore giallo brillante, al naso sentori fruttati di mela matura e fiori bianchi e gialli ginestra, sensazioni minerali come di calcare bagnato, al palato sapido con vibrante acidità minerale, lungo finale con fruttato persistente.
Eichhorn 2014
L’annata non ha aiutato, le note che troviamo nella 2019 sono meno intense, però la bella acidità e la dolce sapidità riescono ancora a farsi apprezzare, finale con una nota ammandorlata.
Eichhorn 2012
A differenza della 2014, questo vino ha ancora lunga strada, il naso si presenta olfattiva con finale lungo e persistente su note sapide.
Sophie 2019
Chardonnay 96 %, Viognier 4 %. Colore giallo brillante, al naso fruttato con sentori di albicocche, arance, floreale con fiori di acacia e di tiglio, al palato avvolgente e corposo, comunque elegante nella struttura, con note sapide persistenti, per dare ancora il meglio necessità di un ulteriore affinamento in bottiglia.
Sophie 2009 Magnum
Bella rappresentazione di un vino bianco che dimostra la sua longevità, grazie anche al contenitore che la favorisce. Al naso le sensazioni floreali di fiori bianchi e un palato con ancora vibrante acidità ed un lungo finale sapido.
Sophie 2019 Magnum
Se con la 2009 abbiamo la dimostrazione della longevità con questa abbiamo la conferma che in generale i vini bianchi altoatesini hanno grande vocazione alla longevità. Le sensazioni olfattive floreali virano verso il secco, con sensazioni di nocciola e spezie, al palato sensazioni gliceriche cremose su delicate note speziate. Una bella sorpresa.
Lieben Aich 2019
Sauvignon Blanc in purezza. olore giallo oro brillante, al naso intenso di mango, papaya e frutto della passione, al palato corrispondenza gusto olfattiva bella acidità che consente un lungo finale.
Lieben Aich 2013 Magnum
Tornano le percezioni fruttate del precedente e una leggera nota verde, con una intrigante sensazioni di idrocarburi, al palato tornano le note olfattive su una base sapida, finale con nota ammandorlata.
Lieben Aich 2001
Le sensazioni fruttate sono di litchi e uva spina, al palato grande complessità con frutta secca, note speziate e balsamiche, spina dorsale la sua acidità che gli consente ancora di dire la sua nonostante l’età.
Mason di Mason 2018
Pinot Nero in purezza. Rosso rubino carico, al naso frutta matura con una fresca mineralità speziata al palato il sorso è pieno ed intenso tannini morbidi, buona struttura si presenta con un’equilibrata armonia nel finale.
Mason di Mason 2016
Rispetto alla precedente la frutta sempre matura si manifesta nella versione di composta e gelatina, con prugna ed amarena, leggere note speziate che ritroviamo anche in fase gustativa, un vino opulento, che è anche molto gastronomico.
Mason di Mason 2010 Magnum
Al naso sottobosco, frutti rossi e croccanti, al palato il sorso è fine ed elegante, ha già raggiunto un grande equilibrio con trama tannica vellutata e bella acidità ed un finale lungo e persistente. L’annata e la confezione magnum lo rendono di una grande espressività.
Cassiano 2016
Merlot 40 %, Cabernet Franc 35 %, Syrah 8 %, Petit Verdot 8 %, Cabernet Sauvignon 5 %, Tempranillo 4 %. Colore rosso ciliegia intenso, al naso un bouquet complesso con aromi di ciliege mature, liquirizia ed erbe selvatiche, ed una leggera nota vanigliata al palato delicata la struttura tannica dove tornano le note olfattive, con fresca e speziata persistenza.
Cassiano 2009
Merlot 50 %, Cabernet Franc 30 % e 5 % dei vitigni Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Tempranillo, Syrah. Al naso note fruttate di frutta matura e dolce, lontani sentori agrumati, al palato la nota dolce diventa marmellatosa che fa presagire una leggera surmaturazione dell’uva. Bel finale lungo e persistente.
Cassiano 1997
Un vino che ha fatto un lungo viaggio ed ancora esprime complessità olfattiva dove le note di peperone, pepe nero, spezie dolci fanno la loro parte, al palato corrispondenza gusto olfattiva, nonostante l’età l’acidità è ancora presente ed esprime una buona persistenza.
Castel Campan 2015
Merlot 65 %, Cabernet Franc 35 %. Colore rosso porpora scuro, al naso delicato bouquet di profumi con sentori di piccoli frutti neri e rossi, al palato struttura consistente, tannini ancora da polimerizzare ma con un’acidità già agile, finale persistente sulle note olfattive.
Castel Campan 2011
Merlot 70 %, Cabernet Franc 30 %. Colore rosso porpora scuro, al naso delicato bouquet di profumi con sentori di bacche nere e rosse, spezie orientali, cuoio e tabacco, leggera nota verde, al palato bella acidità e tannini morbidi, ritorna la nota verde insieme alle note olfattive, lunga persistenza.
Castel Campan 2003
Al naso leggera nota surmatura con sensazioni fruttate di amarena frutti rossi, leggera nota terrosa, al palato note speziate dolci e fruttate, accompagnano una bella acidità per un finale prrolungato.
Le Petit 2018 Magnum
Petit Manseng 100%. Colore giallo paglierino, al naso aromi fruttati freschi di frutti esotici, con corrispondenza gusto olfattiva al palato accompagnata da intensa acidità.
Le Petit 2015
Colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso forti sensazioni fruttate che virano sui frutti esotici leggermente maturi, al palato bella acidità con corrispondenza gusto olfattiva.
Le Petit 2008
Al naso prevalgono gli aromi di miele, dattero, mango, litchi e albicocche essiccate, con sentori eleganti, complessi e stratificati di miele e muffa nobile, al palato zuccheri e acidità sono in perfetto equilibrio. Un vero must.