di Marco Sciarrini
Non poteva che essere un evento fashion la presentazione della nuova annata del vino Appius 2018 della Cantina di San Michele Appiano: una cena con musica classica dal vivo, e a far da quinta le barrique all’interno della cantina.
La nona edizione “del vino da sogno” di Hans Terzer ha visto così la luce, ed in concomitanza è arrivata anche la proclamazione dalla rivista svizzera “Vinum” che lo ha nominato “leggenda vivente del vino”. La nuova annata ha rappresentato anche l’ennesima vendemmia per Hans che ha toccato il fatidico numero 50 di una straordinaria carriera iniziata con due anni a Laimburg, altri due a Tiefenbrunner e ben 46 a San Michele Appiano. L’etichetta Appius nasce nel 2010 e ogni anno ha un’etichetta diversa per stimolare gli appassionati in una una “wine collection”. L’etichetta 2018 è dorata e rappresenta un vortice tra i vini che compongono la cuvèe, ma che lascia spazio ad una libera interpretazione. Il nome è la radice storica e romana del nome Appiano. E viene prodotta in 6600 bottiglie.
(Hans Terzer con Herbert Hintner)
Hans Terzer commenta così la sua 46esima vendemmia: “Dagli inizi agli attuali 385 ettari allevati è cambiata la produzione. Mai come quest’anno ho visto uve così sane e di qualità, nonostante il periodo di siccità: mi piacciono soprattutto Chardonnay e Sauvignon e sono convinto avremo grandi Pinot Nero. In attesa della raccolta delle uve di Gewürztraminer per il Passito, prevista a fine anno. Mi aspetto dei bianchi profumati, equilibrati, complessi, con una bella mineralità”. Quantità in linea con la media delle annate precedenti con un +8% e vini che si presentano già con una certa struttura. Chardonnay e Sauvignon i più apprezzati da Terzer, sul Pinot Nero alte le aspettative. La serata ha visto accompagnare i vini della Cantina con i piatti dello storico chef stellato del Ristorante Zur Rose di Appiano Herbert Hintner, accompagnato ai fornelli dal figlio Daniel ed in sala dalla moglie Margot.
(La cena in cantina)
La cuvèe di Appius 2018 è composta da: Chardonnay 52% a cui si aggiungono il Pinot grigio 20%, il Pinot bianco 15% ed il Sauvignon blanc 13%, percentuali che ogni anno variano a seconda dell’annata, e provenienti da micro parcelle dei vigneti storici con esposizioni sudest/sudovest, e con piante che arrivano anche a 40 anni di età, su suoli calcarei, ghiaiosi e morenici, allevate a Guyot. Frutto del meticoloso lavoro di selezione, in fase di raccolta delle uve e di assemblaggio. Fermentazione alcolica e malolattica (escluso Sauvignon) ed affinamento in barrique e tonneaux. Assemblaggio dopo un anno ed ulteriore affinamento sui lieviti per tre anni in tini di acciaio inox.
(La bottaia)
Colore giallo con riflessi brillanti di un verde malachite, al naso intenso, energico e profondo, frutta esotica (banana, melone, mango), pera Williams, pesca bianca, mela renetta, ribes bianco e uva spina, al palato dona freschezza, bevibilità, carattere e riconoscibilità, una percezione di calore avvolge il palato che arrotonda l’altrimenti pungente combinazione fra acidità e sapidità. Quello che si percepisce di questo vino è la ricerca puntigliosa dell’eleganza, e la vocazione alla longevità. Viene consigliato come abbinamento piatti di pesce decisi come rombo o coda di rospo, con risotto ai frutti di mare, ma anche con piatti che vedono protagonisti i volatili selvatici oppure delicate pietanze a base di vitello. Oltre all’etichetta presentata sono stati serviti anche Chardonnay Fallwind 2021, Sauvignon The Wine Collection 2019, Pinot Bianco a modo mio 2013 ed il Passito Comtess Sanct Valentin 2020.