Gina Russo
Narra la Genesi che Noè piantò il primo vigneto in Armenia, nell’altopiano dell’Ararat.
Infiniti secoli dopo i vini dell’Etna Doc approdano nella terra di origine della viticoltura, passando anche dalla Turchia. Nel segno di una Sicilia che sa esportare e che non si finisce mai di raccontare e neppure di bere. Sono, infatti, tante le storie siciliane che parlano di vino, di sfide importanti e di progetti che si arricchiscono di capitoli sempre nuovi. Una di queste è iniziata molto tempo fa nella piccola frazione di Solicchiata, a Castiglione di Sicilia, alle pendici dell’Etna. Qui sorge l’azienda vitivinicola della famiglia Russo dove il terreno vulcanico, ricco di minerali e l’altitudine dei vigneti conferiscono al vino che si produce caratteristiche uniche. Vini dalla grande eleganza e mineralità, che stanno per varcare anche i confini della Cina ormai diventata, per l’Italia, il terzo partner commerciale dopo Germania e Francia e prima di Spagna e Stati Uniti. “I nostri vini di qualità – racconta al telefono Gina Russo al timone dell’azienda insieme al fratello Francesco, enologo – invecchiano con serenità. Crescono, evolvono e si affinano diventando eleganti interpreti di un territorio dalle caratteristiche uniche”.
Il suo vino è arrivato in Armenia e in Turchia. Che tipo di mercati sono?
“La Turchia e l’Armenia rappresentano mercati nuovi e molto interessanti per i nostri vini. In Turchia è la seconda volta che esportiamo. Spesso si pensa che sia più facile affermarsi in mercati come quelli americani, ma molte volte le vere sorprese arrivano proprio da mercati dove si pensa di non poter vendere e che sono considerati un po’ insoliti. Abbiamo venduto i nostri prodotti presso importanti ristoranti italiani e grandi alberghi che hanno molto apprezzato il nostro spumante Mon Pit (ottenuto dalla vinificazione in bianco del Nerello Mascalese con pressatura soffice delle uve) e il nostro Etna rosso Doc Rampante che ha ottenuto numerosi premi”.
Come è posizionato il vino dell’Etna all’estero?
“La nostra azienda esiste da sessantotto anni ed è stata una delle prime ad esportare in Germania. Il vino si vendeva, certo, ma mancava nella zona dell’Etna quella capacità di fare impresa e di fare sistema che oggi per fortuna esiste anche se c’è ancora molta strada da fare. La Sicilia all’estero è molto conosciuta e apprezzata: adesso stiamo cercando di creare un nuovo indotto per il posizionamento del Nerello Mascalese intorno al quale, all’estero, c’è grande curiosità. In generale i vini dell’Etna Doc all’estero stanno crescendo moltissimo. I nostri rossi sono stati paragonati ai vini francesi della Borgogna ma in realtà anche quelli bianchi, con il loro sapore equilibrato e persistente, rappresentano sempre una piacevole sorpresa per chi li degusta per la prima volta grazie alla loro bella acidità e alla grande freschezza che li caratterizzano”.
Altri progetti che riguardano la sua cantina?
“Stiamo per chiudere un grosso contratto con la Cina dove i vini francesi spadroneggiano nella vendita e nel posizionamento dei vini di fascia alta. In Cina è stata molto apprezzata la nostra riserva, nota anche per una etichetta in metallo finemente lavorata a mano come il Krasi Etna rosso, ottenuto dal Nerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%). E’ un vino che non viene filtrato, mantenendo così un colore rosso intenso. Tra un anno, poi, usciremo con una nuova bottiglia di spumante da uve Carricante”.
Rosa Russo
Cantine Russo srl
Via Corvo – 95012 Castiglione di Sicilia (Ct)
Tel 0942/986271
www.cantinerusso.it