Un’annata omerica, così è stata definita la 2010 da una delle cantine più prestigiose del mondo.
I vignaioli di Domaine de la Romaée-Conti hanno dovuto combattere contro stagioni non poco problematiche, con picchi di alta temperatura, giornate soleggiate, alti tassi di umidità, forti venti. Oramai anche in questa parte di Francia, cuore di Fine Wines, si fanno i conti con il cambiamento climatico. Ma alla fine a Domaine de la Romanée-Conti ce l’hanno fatta e la nuova produzione ambita dai pochi fortunati che possono permettersela, dai collezionisti amanti del vino, è stata adesso rilasciata. Per descrivere la fatica, definita appunto “poema epico”, costata a chi ha seguito la vigna e che ha messo a dura prova la vigna stessa , il produttore Aubert de Villaine è ricorso all’immagine di Ulisse. “Lui temerario, segnato dalla vita, fortificato dalle traversie. Proprio come Ulisse si è dovuto fare tutto quello che consentono le tue abilità, abbattendo tutti gli ostacoli che vengono incontro – aggiungendo -. Ho imparato quanto le malattie portino qualità, perché sono parte dell’annata stessa”. De Villaine si riferisce non solo agli attacchi di muffa, sebbene alla fine in questo caso siano stati benefici, ma anche a tutte le criticità vissute dalle viti, prima fra tutte una fioritura ritardata che poi ha causato l’impallinamento (millerandage). Il risultato è stato il calo di produzione, in tutti i vigneti di Vosne-Romanée, con una maggiore qualità però. Concentrata, questa, in ancor meno bottiglie adesso rispetto alla limitatissima produzione che contraddistingue il nome Romanée-Conti.
Aubert de Villaine
Dei cru Échézeaux, Richebourg e Romanée-Conti il numero di bottiglie è diminuito di poco rispetto all’assortimento canonico. Invece di Grands Échézeaux se ne sono ottenute 903 contro le 1150 normalmente prodotte, di Romanée-St-Vivant 1159 bottiglie rispetto alle 1500 delle annate passate, di La Tâche 1313 quando in media sono 1870 e infine di Le Montrachet invece delle solite 250 sul mercato ne andranno solo 169.
De Villaine ha riferito che i vini hanno guadagnato più struttura e più acidità e che è stato proprio il regime biodinamico sposato ad averli messi nelle condizioni di potere affrontare questa annata difficile ottenendo altissima qualità. “E' un sistema che ci consente di ascoltare, di comprendere le condizioni del vigneto”, ha dichiarato.
Andrew Jeffors, firma di Decanter ha degustato, queste bottiglie che sintetizzano secondo lui perfettamente le caratteristiche dell’annata. Esprimono limpidezza, freschezza, persistenza, e nessuno dei vini ha perso la propria personalità. Ci sono tutti i tratti tipici, quelli amati della Borgogna. E si sofferma su due etichette in particolare. Di Romanée –Conti esalta la grazia e la complessità. La Tâche la descrive come la più sensuale e seduttiva delle altre vigne assaggiate.
fonte: Decanter.com
C.d.G.