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L'azienda

Diam, 2 miliardi di tappi di sughero venduti: “La linea vegetale anche per i Metodo Classico”

31 Maggio 2018
Tappi_Diam Tappi_Diam

Due miliardi di tappi. Un numero impressionante che dalla Diam rivelano con orgoglio. E con una crescita che sembra inarrestabile. 

Grazie al nuovo progetto “Origine” che ha permesso la realizzazione di un tappo 100 per cento vegetale (ne parlavamo in questo articolo). Una soluzione che ha fatto riavvicinare (di nuovo) tantissimi produttori al mondo delle chiusure in sughero firmate Diam. “Certo – dice Jean Luc Ribot, direttore commerciale Diam Bouchage Italia – siamo a conoscenza che esistono alternative ai tappi di sughero, come i tappi sintetici e quelli a vite. Ma si tratta di settori specifici o consumatori diversi”. Jean Luc, infatti, racconta come è iniziato questo progetto: “Studiando e confrontandoci con i nostri clienti abbiamo capito che il problema della chiusura con il sughero è il fatto che il tappo non garantiva al cento per cento la permeabilità – spiega – ma anche il fatto che poteva capitare che un cliente acquistasse una cassa con sei bottiglie di vino e queste, chiuse con il tappo di sughero, facessero provare sensazioni diverse. Con i nuovi tappo garantiamo uniformità e permeabilità”.


(Jean Luc Ribot)

“Il sughero è un elemento naturale – spiega Ribot – Può capitare che mascheri certi profumi: a volte è la pianta stessa a creare quelli che impropriamente chiamo fastidi. Le nostre ricerche, però, hanno portato alla creazione di un tappo unico nel suo genere che risponde alle varie esigenze dei produttori che chiedevano garanzie sull'invecchiamento dei loro vini”. I tappi sono stati studiati insieme ad alcuni produttori del mondo del Barolo, della Toscana, in Alto Adige e in Francia con produttori della Borgogna o di Bordeaux. Risultati molto positivi visto che gli ordini sono aumentati in maniera esponenziale. “La nostra priorità – continua Ribot – è sempre stato il rispetto della materia prima sughero e della materia prima vino. Il problema principale riguardava la mancanza di omogeneità, cioè due tappi prodotti con lo stesso sughero non erano mai uguali. Oggi il problema è stato bypassato con la creazione dei tappi a partire da microsfere e poi “stampati”. Un notevole passo in avanti”. Obiettivo della Diam è quello di fornire al produttore un tappo che sia neutro ed omogeneo, che non alteri il sapore e i profumi del vino. “Il passaggio nella Co2 permette di purificare i tappi – spiega Ribot – e il fatto che viene prodotto all'interno di uno stampo permette di controllarne la meccanica nel tempo. Tanto che stiamo per iniziare la produzione di questi specifici tappi 100 per cento vegetale anche per alcuni metodo classico italiani”. Ma Ribot non ha dubbi quando gli chiediamo se preferisce un tappo di sughero a uno sintetico o a vite: “Il tappo di sughero – dice – ancora oggi è sinonimo di qualità”. 

La linea Origne viene prodotta a Céret, nel sud della Francia, nella Linguadoca sudoccidentale. Si utilizzano sugheri provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Spagna, Portogallo e Sardegna, miscelati insieme per dare un risultato migliore. L’olio che serve da legante viene importato dall’Inghilterra, mentre la cera d’api arriva da vari comuni in provincia di Torino. Il processo di fabbricazione dei tappi Diam 10 e Diam 30 dura 5 ore e tutta l’anidride carbonica utilizzata per pulire la granina di sughero viene riciclata, a testimonianza di una filosofia di ottimizzazione dei processi produttivi e di rispetto dell’ambiente. Il paese che compra la maggior parte dei tappi Diam è la Francia che ne ha acquistati mezzo miliardo. Segue l'Italia con 430 milioni. Sul posio Stati Uniti e Spagna. 

C.d.G.