di Michele Pizzillo
Con i suoi brand che comprende anche Bertolli, Carapelli e Sasso, la multinazionale spagnola Deoleo è la prima azienda nel mondo per vendita di olio in bottiglia e leader del mercato dell’Italia, della Spagna e degli Stati Uniti (692 milioni di euro ed un volume di oltre 170 milioni di litri di olio).
E, per crescere di più, nel giugno scorso, la multinazionale spagnola ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Confagricoltura per incrementare produzione e vendita di olio. Protocollo d’intesa che adesso entra nella fase operativa. Infatti, il management della Deoleo ha programmato una serie di incontri con i frantoiani e gli imprenditori agricoli associati a Confagricoltura di Sicilia, Calabria e Puglia, le tre regioni dove si produce la gran parte di olio italiano che nella campagna 2017/18 è stata di 370 mila tonnellate, con l’obiettivo di illustrare finalità e modalità di applicazione dell’accordo. Gli incontri territoriali rappresenteranno l’occasione per verificare i requisiti dei frantoi partecipanti alle attività per la prima annualità e per coinvolgere ulteriori operatori per le annualità successive. Il protocollo prevede di avviare interventi diretti all’incremento dei mercati di sbocco per le produzioni olearie, con un contestuale miglioramento sia della produzione che della produttività a livello agricolo italiano; ma anche di implementare alcune caratteristiche qualitative dell’olio di oliva extravergine e la sostenibilità della sua produzione, a condizioni mutualmente vantaggiose per tutti gli operatori della filiera. L’impegno sarà, quindi, quello di lavorare insieme per creare valore aggiunto nella filiera, attraverso azioni che puntino ad un aumento della produzione, della produttività, della qualità e della sostenibilità. Concetti fondamentali per l’olivicoltura italiana che con oltre 500 cultivar rimane indiscutibilmente il Paese della biodiversità in olivo oltre a mantenere il primato europeo della qualità negli oli extravergine di oliva Dop e Igp, con 46 marchi riconosciuti dall’Unione Europa.
“Stiamo lavorando per nuovi rapporti di filiera, puntando sulla condivisione degli obiettivi, in un’ottica interprofessionale – sottolinea Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura – Bisogna agire assieme con politiche di aggregazione ed integrazione a livello di comparto agricolo ed industriale, rafforzando l’export, rilanciando i consumi. Bisogna passare dalla competizione sui prodotti, alla competizione sulla soddisfazione dei bisogni del cliente”. E, aggiunge Pierluigi Tosato, presidente e amministratore delegato di Carapelli Firenze spa e gruppo Deoleo: “La produzione dell’olio di oliva destinato ad extravergine in Italia è notoriamente insufficiente a soddisfare il fabbisogno dell’industria di trasformazione e del consumo. Inoltre, è ancora troppo bassa la percentuale di conferimento di materia prima in strutture aggregate che possano vantaggiosamente favorire una ordinata commercializzazione del prodotto; anche su promettenti mercati esteri, come gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina”. In Italia il comparto dell’olio di oliva confezionato crea, ogni anno, un surplus di bilancia commerciale di circa 114 miliardi di euro. Tra aziende ed indotto (packaging, macchinari, logistica), in Italia sono oltre 10 mila i dipendenti del settore oleicolo. Mentre Confagricoltura è l’organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, con i datori di lavoro associati – 90 mila aziende, con una produzione commercializzata che supera le 100 mila tonnellate – che rappresentano i due terzi del totale delle imprese del settore e impiegano oltre 500 mila lavoratori.