Un’avventura iniziata nel 2013, una scommessa fatta per rimanere in Sicilia e valorizzare il proprio territorio.
È la storia di tre amici – Elio, Piero e Carmelo – che dopo anni di homebrewing fondano a Sinagra in provincia di Messina, nel cuore dei Monti Nebrodi, il birrificio Epica. Battezzata con un acronimo che riprende le iniziali dei loro nomi, l’azienda fin dai suoi esordi si pone un obiettivo ambizioso: realizzare una birra artigianale di qualità in una terra tradizionalmente votata alla produzione di vino. Passione, tenacia e tanta voglia di emergere hanno fatto di Epica una delle realtà più apprezzate del Sud Italia. Un impianto all’avanguardia – che conta otto serbatoi da 20 ettolitri e quattro da quindici – e una produzione di circa 9 tipologie di birra, a cui si aggiungono periodicamente delle edizioni speciali, che prendono il nome dagli dèi della mitologia classica. Ipa, Pale Ale, Weizen, Imperial Stout e tante altre, nate dalla collaborazione con birrifici di tutta Italia, in una continua tensione verso la creatività e la sperimentazione. Nel 2021, complice la pausa forzata imposta dalla pandemia, un’ulteriore sfida: realizzare un luppoleto a Sinagra. Ne abbiamo parlato con Carmelo Radici, socio fondatore di Epica, che ha raccontato come è nata questa idea. “Nel 2020 – dice – abbiamo fatto una scelta precisa: far diventare centrali nella nostra attività gli aspetti agricoli della produzione. Abbiamo cominciato in Puglia con la coltivazione di cereali, scegliendo di stare il più vicino possibile alla malteria geograficamente meno lontana dalla Sicilia. E adesso stiamo per realizzare un luppoleto nel nostro paese d’origine”. Un progetto composito che affiancherà alla coltivazione del luppolo anche quella di erbe aromatiche: “Prevalentemente coriandolo e pepe rosa – continua – che sono fondamentali per la realizzazione delle nostre birre. Per migliorare gli aspetti agronomici avremo anche una decina di arnie destinate alla produzione di miele di api nere siciliane. Miele che utilizzeremo anche per le nostre preparazioni”.
(Il luppoleto)
Un modo per tracciare la qualità degli ingredienti, ma non solo: “L’obiettivo principale – racconta – è quello di sposare una metodologia di lavoro che sia sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Vogliamo inoltre valorizzare il territorio e le persone che lo abitano. Non possiamo più spopolare la provincia e spostarci tutti in città. Questo progetto, così come Epica, nasce per questo. Si tratta di un tassello che fa parte di un percorso più ampio che la Sicilia può e deve compiere. Se tra qualche anno qualcuno volesse realizzare una malteria nella nostra isola, noi non esiteremmo un attimo a sostenerla”. Una progettualità che, secondo Carmelo, ha molto a che fare con una crescente attenzione nei confronti delle birre artigianali: “Il mercato è in ascesa nonostante tutte le difficoltà. È solo questione di tempo e tutti conosceranno meglio il fenomeno. Bisogna continuare a portare avanti iniziative di promozione, prendendo come modello ciò che, trenta o più anni fa, hanno fatto le aziende vitivinicole. E poi è fondamentale investire in ricerca e sviluppo e coinvolgere ancor di più i ristoratori, che sono determinanti indispensabili per questa crescita”.
E a proposito del sempre più comune abbinamento del vino con la pizza, una volta roccaforte della birra, dice: “Ritengo sia positivo. È qualcosa che gioca a nostro favore in quanto scardina un binomio che ci ha sempre limitati. Per osmosi è qualcosa che amplia il campo d’azione della birra. Una birra artigianale, per esempio, si sposa alla perfezione con un crudo di pesce o con una grigliata. Bisogna comprendere che ad essere abbinato non è mai solo un piatto, ma lo sono gli ingredienti che lo compongono. Senza dimenticare che ogni abbinamento è sempre soggettivo: non bisogna mai ragionare per compartimenti stagni”. E sulle prossime novità in casa Epica dice: “Nella testa di un birraio ci sono sempre tantissime idee per nuove birre. Bisogna però moderare questa voglia creativa con le esigenze di mercato. Nel 2022 riprenderemo le collaborazioni lasciate in sospeso a causa della pandemia e aggiungeremo una nuova birra a bassa fermentazione. E a Natale una sorpresa: un panettone dolce alla birra di colore nero”.
Christian Guzzardi