Si comincia con un fabbro-ferraio che si disseta con un vinello di sua produzione. Si passa al figlio che continua la piccola produzione di vini ma affiancata da un’attività agricola di servizi. Poi il nipote del fabbro-ferraio ammoderna l’azienda di servizi e, guadandosi attorno, intuisce che è arrivato il momento di impiantare vigneti in terre molto vicine alle rinomate aziende di Bolgheri. Infine, l’ultima generazione, due fratelli, uno agronomo e l’altro avvocato, con il primo deciso a trasformare la vigna di famiglia in azienda vitivinicola, con l’avvocato che si accoderà successivamente per permettere allo loro impresa di essere una sorta di pioniere nel fare scoprire un altro territorio vocato alla produzione di vini di qualità, grazie anche alla particolare ubicazione delle vigne, in una valle attraversata dal fiume Cecina, a 4 chilometri dal mare. Un microclima fantastico.
Questa è La Regola (toponimo della contrada del comune di Riparbella, in provincia di Pisa) dove, ai primi del ‘900, Corrado Nuti curava un piccolissimo vigneto, producendo vino per il fabbisogno della famiglia. Il figlio Nilo, negli anni ’30 intraprese anche un’attività di servizi con trattori e trebbie che suo figlio Rolando ammodernò e pensò di ampliare anche il vigneto. Saranno i suoi figli, Luca (l’agronomo) e Flavio (l’avvocato) che nel 1990 creano l’azienda vitivinicola come è oggi: 25 ettari di vigna in una tenuta che si estende su 130 ettari costeggiata dal fiume Cecina, in un contesto che trasuda collegamenti con la civiltà etrusca tant’è che sono state trovate delle anfore utilizzate per lo stoccaggio del vino, dove coltivano Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Sauvignon Blanc, Viogner, Chardonnay e Gros Manseng (vitigno consigliato da un vivaista francese che era il loro fornitore) oltre a potenziare i vitigni autoctoni già presenti in vigna come Sangiovese, Vermentino Toscano, Malvasia e Colombana.
La prima produzione in bottiglia risale al 1997, cui segue nel 1998 l’uscita della prima annata del vino che sarà portabandiera aziendale, il cru “La Regola”. Poi, è stato un susseguirsi di novità che hanno portato all’offerta ad una dozzina di referenze e ad una produzione di 120.000 bottiglie all’anno con alcune etichette disponibili nei migliori ristoranti di Stati Uniti, Canada, Giappone e Nord Europa. La Regola è interamente convertita all’agricoltura biologica. Il lavoro in vigna è sempre svolto manualmente; la vinificazione si svolge a temperatura controllata utilizzando solo lieviti indigeni. Ogni operazione segue costantemente l’equilibrio della natura, i suoi tempi e la sua armonia. La cantina, progettata dall’architetto Sergio Scienza, è totalmente ecosostenibile, alimentata da energia solare. In questo progetto si sfrutta l’orientamento del percorso solare come fonte di energia rinnovabile per la climatizzazione e l’illuminazione. Le naturali pendenze del terreno servono a evitare l’utilizzo di pompe e la presenza di una folta e alta vegetazione funge da protezione per il vento.
Dice Flavio Nuti (parlando anche per il fratello Luca) che a Milano, presso il rinomato ristorante Il Liberty ha presentato 8 vini prodotti da La Regola: “La cantina fa parte di un progetto nel quale crediamo moltissimo e sul quale abbiamo investito con entusiasmo e una certa dose di caparbietà. Volevamo uno spazio, non solo in grado di valorizzare al meglio la produzione vinicola, che quindi fosse funzionale e in armonia con la natura, ma volevamo anche creare un ambiente che fosse di stimolo per il territorio. La nostra cantina dovrà diventare una specie di “Ambasciata territoriale”, un luogo di incontro, di scambio culturale, sociale e soprattutto artistico. Il paesaggio e la produzione devono convivere con armonia e la cantina sarà la porta aperta verso una dimensione nella quale uomo, natura ed arte diventano una cosa sola e riescono ad interagire con creatività”. In più, al suo interno, la cantina ha un percorso artistico curato da Stefano Tonelli, artista poliedrico, che ha esposto anche alla Biennale di Venezia. La barriccaia è stata interamente affrescata per circa 46 metri di pittura ed è ispirata al “sogno del vino” e alla sua “gestazione” ed è la prima opera di questo genere che si conosca in Italia.