(Peter Femfert e Stefania Canali)
di Fabiola Pulieri
Era il 1594 quando Michelangelo Buonarroti, mentre lavorava alla Cappella Sistina, acquistò Nittardi una struttura conosciuta come “Villa Nectar Dei” in pieno Chianti, tra colline, boschi e valli impervie nel territorio di Castellina in Chianti.
Già nel dodicesimo secolo infatti questa villa era la casa madre dei Monaci Benedettini che, insieme alle preghiere e pratiche religiose per elevare lo spirito, coltivavano la vite e ne traevano il succo. Michelangelo aveva scoperto questa tenuta mentre viaggiava attraverso il Chianti alla ricerca di ispirazione per un lavoro commissionatogli dalla Repubblica fiorentina e dopo esserne rimasto ammaliato e averlo acquistato, aveva deciso di mettere a capo della fattoria il nipote Lionardo che si occupava di tutti i prodotti della tenuta e in particole del vino che, per desiderio dello zio Michelangelo, giunse in dono anche a Papa Giulio II e Leone X. Il valore simbolico di questo gesto era quello di elevare ad una forma d'arte un prodotto artigianale considerato manufatto artistico e pertanto di raro valore: il nectar Dei, un dono genuino. Questo luogo così vocato per arte e viticoltura ha attraversato i secoli e, con alterne vicende legate a proprietari e magiche alchimie fatte di incontri voluti dal fato, è diventato di proprietà di una famiglia che ancora una volta ha a che fare con l'arte e il vino. Era il 1981 quando Stefania Canali, storica di origini veneziane, e il marito Peter Femfert, editore e gallerista di Francoforte, si innamorarono della tenuta Nittardi e la acquistarono. Da allora vino e arte hanno ricominciato a camminare mano nella mano mentre gli amici artisti della coppia, alcuni tra i più noti nomi dell'arte moderna e contemporanea, trascorrevano in questo luogo intriso di creatività le loro vacanze o periodi di ispirazione per il lavoro.
(Casanuova di Nittardi)
Ogni anno, dal 1981 ad oggi, Peter Femfert ha chiesto a questi amici di disegnare non solo l'etichetta, ma anche la carta seta che avvolge ogni bottiglia di Chianti Classico “Casanuova di Nittardi” Vigna Doghessa creando attraverso ogni vendemmia e ogni diversa annata un'autentica galleria di capolavori d'arte contemporanea che consta ad oggi di 70 opere originali. Da Yoko Ono a Igor Mitoraj, da Mimmo Paladino a Joe Tilson a Eduardo Arroyo e poi Allen Jones, importante esponente della pop art e premi nobel come Gunter Grass e Dario Fo, tutti hanno collaborato a questo ciclo pittorico. Dal 1981, anno in cui è stata ridata vita a Nittardi, i vigneti sono stati reimpiantati e nel 1992 l'antica tinaia è stata sostituita da una moderna cantina. Nel 1999 la tenuta si è estesa anche in Maremma ed oggi consta di 32 ettari totali divisi nei due territori: Maremma e Chianti. Diversi per esposizione, altitudine, struttura e composizione del terreno (galestro e alberese a Nittardi, galestro e granito in Maremma) le viti coltivate in queste due zone della Toscana conferiscono caratteristiche molto diverse ai vini dell'azienda Nittardi.
(Stefania Canali e Leon Femfert)
Nel comune di Castellina in Chianti la proprietà è di 12 ettari coltivati a Sangiovese, una piccola vigna di Merlot e altre varietà autoctone. In Maremma invece in 20 ettari si coltivano: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Franc, Syrah, Vermentino, Roussanne e alcune varietà sperimentali. I vigneti sono ad alta densità, ci sono circa settemila piante per ettaro e dal 2017 sono certificati Bio. Le piante più vecchie sono del 1968 e in generale sono di età compresa tra i 10 e i 30 anni, mentre in Maremma sono più giovani, l'età oscilla tra i 5 e 20 anni. Tutti i vigneti sono seguiti dall'enologo interno che è Antonio Spurio, con la consulenza e la supervisione di Carlo Ferrini. Le bottigie prodotte in totale sono circa 130.000 ( 8.000 sono di Riserva) di cui l'80% viene venduto all'estero in 25 paesi Germania in primis, Stati Uniti, Cina e poi Canada, Giappone, Corea e Singapore.
(Carta seta, l'opera d'arte che avvolge la bottiglia)
Queste le etichette:
Belcanto
Le uve di questo vino provengono in parte dal vigneto Villa Rosa a 270 metri di altezza e in parte da Nittardi a 450 metri. Il vigneto di Villa Rosa è stato tra i primi ad essere piantato nel 1968 principalmente a Sangiovese a cui si aggiungono diverse varietà autoctone. In totale sono otto le uve utilizzate per realizzare questo vino: sangiovese al 90% e il restante 10% di 7 varietà autoctone (malvasia nera, foglia tonda, colorino, canaiolo, pugnitello, mammolo e ciliegiolo). Dal colore rosso rubino ha sentori di ciliegia e leggere note di macchia mediterranea. Ottimo per un aperitivo corposo, dal sapore compatto e molto gradevole. In enoteca in vendita a 15 euro
Casanuova di Nittardi, Vigna Doghessa
E' un Sangiovese in purezza coltivato nella Vigna Doghessa che si trova in collina con esposizione a sud a 450 metri sul livello del mare. Il vigneto è pianto su un suolo ricco di scheletro di roccia scistica che dona al vino una forte mineralità e una piacevole freschezza. Dal 1981 ad oggi l'etichetta è stata realizzata da molti illustri artisti contemporanei tra cui Yoko Ono, Mimmo Paladino, Tomi Ungerer, Hsiao Chin e molti altri. Colore rosso rubino, sentore aromatico di ciliegie e viole con note di erbe aromatiche e spezie. Tannini bilanciati e notevole persistenza. In enoteca in vendita a 18 euro
Nittardi Riserva
La Riserva Selezionata viene prodotta solo nelle annate di massima qualità. La selezione di queste uve proviene solo dal versante meridionale della Vigna Alta situata a circa 450 metri di altezza. Questo “vino da meditazione” rappresenta il meglio dell'azienda Nittardi ed è infatti premiati regolarmente con i più alti riconoscimenti del settore (Vini d'Italia, Wine Spectator, Decanter, Gamero Rosso ecc…). Composto da Sangiovese al 95% e Merlot al 5%. Colore rosso rubino, intense note di frutti maturi, sentori di vaniglia e cioccolato. Tannini complessi. In enoteca in vendita a 35 euro
Ben
E' l'abbreviazione di Beniamino, il nome che solitamente vide dato all'ultimogenito, il figlio più amato. Nittardi ha deciso di dare questo nome al primo vino bianco prodotto, da tempo desiderato. E' un Vermentino in purezza, una varietà autoctona toscana diffusa nel bacino mediterraneo che ha trovato nella bassa Maremma il luogo ideale dove mostrare le sue migliori caratteristiche ed esprimere tutto il suo potenziale di mineralità salina e di freschezza. Le viti crescono su un terreno prevalentemente sabbioso, ricco di roccia e argilla. Al naso si percepisce un bouquet intenso di pesca e albicocca con sentori di agrumi e una freschezza minerale e frizzante. Di medio corpo, ben bilanciato e con un finale persistente
Ad Astra
Il suo nome trae origine dal motto “Per Aspera Ad Astra – attraverso le asperità alle stelle” un aforisma che vale anche per i vini che richiedono un notevole impegno e un amorevole lavoro in vigna per cercare di raggiungere le stelle. Proviene dai vigneti di Mongibello delle Mandorlaie nel sud della Maremma. Composto al 50% da Sangiovese, 20% di Cabernet Sauvignon, 20% di Merlot, 5% di Cabernet Franc e 5% di altri uvaggi. Colore rosso rubino intenso, note di prugna e ciliegia con sentori di liquirizia
Nectar Dei
E'il vino principe dell'azienda, una cuvée di Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Petit Verdot ed è stato così battezzato dall'antico nome con cui Nittardi era citata in un antico documento del 1183. Come da tradizione le prime bottiglie di questo vino sono state oferte a Papa Benedetto XVI nel 2005 proprio come fece Michelangelo Buonarroti regalandole ai Papi Giulio II e Leone X. Di colore rosso intenso con sfumature violacee, aroma di frutta a bacca nera matura, vaniglia, tabacco con sentori di spezie e aromi concentrati e complessi con un finale lungo e persistente.