A Castelvetrano
di Clara Minissale
Per anni è stata, insieme con la sorella, la custode dell’arte della preparazione del pane nero di Castelvetrano, una tradizione che, nella sua famiglia, si è trasmessa di madre in figlia per generazioni. Ma da cinque giorni i forni sono spenti e le saracinesche abbassate.
Rosa Gullo, dopo quasi sessant’anni passati ad impastare come tradizione comanda, ha deciso di fermarsi e il suo panificio “Pane di casa” ha chiuso i battenti per mancanza di eredi ai quali tramandare arte e parte. L‘ultimo giorno di servizio è stato il 30 settembre e si è concluso con una folla di clienti commossi intenti ad accaparrarsi le ultime forme di pane. Perché il forno di Rosa Gullo non ha chiuso per mancanza di clienti, non è stata colpa della crisi che pure ha mietuto tante vittime in giro per Sicilia. No. Il forno di Rosa Gullo ha chiuso perché lei, Rosa, rivendica il diritto al riposo che spetta a tutti i lavoratori alla fine della carriera. Ma quello del fornaio è un mestiere duro e nessuno, oggi, è disposto a raccogliere la sua preziosa eredità.
“La chiusura di questo panificio è un momento molto triste per noi – racconta Filippo Drago di Molini del Ponte che con le sue farine, ha rifornito praticamente da sempre la signora Gullo – perché lei è l’unica custode dell’arte della preparazione del nostro pane nero che per noi è una questione di identità oltre che di tradizione. Ricordo che da ragazzino la domenica si andava a comprare il pane dalle sorelle Gullo come se fossero dei dolci ed è merito del loro lavoro se il mulino a pietra della mia famiglia si è salvato tanti anni fa. Loro hanno sempre impastato a mano, cinquanta chili di farina alla volta e la bottega si chiudeva quando finiva il pane”.
Grani duri moliti a pietra, crescente, sale marino e tanta sapienza acquisita negli anni, questa la ricetta di Rosa e delle sue sorelle “ma nessuno è in grado di eguagliare la qualità del suo pane – dice Drago – Per non fare andare persa questa preziosa arte stiamo pensando di chiedere alla signora Rosa di essere la nostra maestra, di insegnarci a fare il pane come solo lei sa fare, con l’onestà di non usare ingredienti diversi da quelli previsti dal disciplinare e tra un anno, non appena saranno completati i lavori di ristrutturazione di un’area in centro storico, apriremo un nostro forno. Questo è l’unico contributo che possiamo dare per non fare andare persa la sua maestria e la sua esperienza”.