Sono molti i territori viticoli italiani che cercano di rendere i propri vini più appetibili al mercato nazionale ed internazionale, cercando di trovare le migliori soluzioni sul piano produttivo, commerciale ed anche in quello societario. E questo è il caso della storica azienda vitivinicola Cesari in Valpolicella, che si vuole presentare al grande pubblico con la sua nuova veste, non solo delle etichette, ma anche dall’ambito produttivo, presentando i suoi vini in linea con le nuove aspettative, e non da ultimo da un punto di vista societario. La visita in azienda è avvenuta in occasione dell’apertura del Caveau Bosan, una collezione di oltre 10.000 bottiglie di Amarone Bosan Riserva dal 1997 al 2015. Oltre a partecipare all’apertura del caveau abbiamo avuto anche l’occasione di partecipare ad una verticale storica a partire proprio dall’annata più vecchia del 1997, di cui parleremo in seguito. Nel 2024 Cesari ha inaugurato un nuovo capitolo della sua lunga storia all’insegna dell’innovazione e del rinnovamento sotto la guida del nuovo Direttore Generale, Giovanni Lai. Un cambio di passo epocale che dà voce all’anima contemporanea dell’azienda, dove modernità e tradizione trovano il giusto equilibrio nel rispetto assoluto del territorio.
“Grazie al territorio che vanta temperature completamente differenti rispetto alle aree circostanti, l’Amarone Bosan Riserva è caratterizzato da un’incredibile eleganza gusto-olfattiva, con quella nota acida, fresca che gli dà vivacità nella degustazione e che, insieme a un tannino di grandissima eleganza, gli permette di avere una confidenza con il tempo incredibile”, ha commentato Michele Gamba, enologo di Cesari. “L’Amarone Bosan Riserva è la rappresentazione stilistica di quella idea di eleganza dell’Amarone che abbiamo in Cesari – ha evidenziato Giovanni Lai – un vino longevo e dal grande potenziale, che può essere apprezzato appena messo in commercio o può rimanere in cantina per essere scoperto dopo anche venticinque, trent’anni. Il Caveau inaugurato oggi e le esperienze di degustazioni verticali possibili sono la prova tangibile di questo grande potenziale”.