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L'azienda

Caviro, approvato bilancio, con fatturato a 321 milioni di euro

08 Maggio 2014
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È forse la marca di vino più nota e snobbata in Italia dagli appassionati.

Eppure il Tavernello, o meglio Caviro, il gruppo di cui fa parte, festeggia un 2013 da record. Probabilmente i soci non apriranno i celebri brik, piuttosto stapperanno bottiglie. Anche perché da un paio di anni a questa parte il consorzio cooperativo ha acquisito cantine come Dalle Vigne (Toscana) che producono Superpremium. E allora sarà un cin cin con Amarone, Chianti o Brunello.

I motivi ci sono tutti. Approvando il bilancio 2013 Caviro registra ricavi per 320,6 milioni di euro, con un balzo del 13% rispetto al 2012. Una progressione dovuta sia alla crescita della divisione vino che della distilleria. Il dato è ancor più significativo se si considera il panorama italiano che vede un calo generalizzato dei consumi di vino. Dai dati della Grande  distribuzione emerge che il vino in brik ha registrato un -10,5% rispetto al 2010 mentre il vino in vetro fino a  0,75 l, fa segnare un -5,3% rispetto al 2010. Altro numero che fa felici i soci di Caviro è il 20,3 milioni di euro di margine operativo lordo, che nel 2012 si era fermato a 12,2 milioni. Sorrisi anche per l’utile netto di quasi 5 milioni, nonostante l’incremento con punte del 50% del costo delle materie prime. Record pure per il valore della produzione con un 337,4 milioni che migliora il 302,6 dell’anno precedente.

Col vento in poppa, il gruppo annuncia di voler proseguire col rafforzamento patrimoniale con mezzi propri che raggiungono quota 63 milioni. La posizione finanziaria netta (indicatore dell’indebitamento finanziario) passa invece, è a 57,8 milioni, in calo rispetto ai 72,3 del 2012.

«E' stato un anno molto impegnativo per chi opera nel nostro settore – sottolinea il presidente del Gruppo  Caviro Carlo Dalmonte – visto il forte aumento della materia prima e l'ulteriore calo dei consumi in Italia ed in  alcuni importanti paesi esteri. Tuttavia la qualità dei nostri prodotti e la fedeltà ai nostri marchi ci ha consentito  di mantenere o crescere le quote di mercato nei diversi paesi dove siamo presenti».

Con quali strategie?«L'ingresso nel settore dei vini Superpremium  – afferma il direttore generale Sergio Dagnino – rappresenta per Caviro la volontà di agire su tutti i tavoli del mercato. Un portafoglio di prodotti completo, dal daily alle più importanti 'icone' del vino italiano (come Amarone, Chianti, Brunello, Vigna Pedale Castel Del Monte) può beneficiare di importanti sinergie. Aggiungo  che l'impegno di Caviro in questo campo riguarderà soprattutto le fasi commerciali e logistiche mentre rimarrà  interamente a cura dei nostri partner la fase di produzione e la relazione diretta con il territorio: in altre parole vogliamo coniugare le eccellenze di chi ha una grande organizzazione commerciale con quelle di chi ha un  forte e radicato legame con il territorio».

Fra. S.