Il primo luglio scatta la corsa per poter “conquistare” qualche bottiglia di un vino destinato a fare scuola. Cioè, Granit 960 – prodotto in 1.000 bottiglie, di cui solo 500 in vendita, le altre saranno utilizzate per verticali ed eventi speciali -, prodotto dalla Cantina Valle Isarco e presentato in anteprima nazionale a Milano. Si tratta di Kerner al 100% che matura in un contenitore unico al mondo. Il vino, infatti, affina in una tank da 960 litri realizzata da un blocco singolo di granito della Valle Isarco di più di 20 tonnellate: un pezzo unico, una vera e propria scultura realizzata in esclusiva per la cantina altoatesina, che simboleggia la quintessenza del terroir in cui nasce. E, sì, perché, spiega il direttore generale della cantina, Armin Gratl “presenta una visione innovativa per la viticoltura e incarna la simbiosi tra tradizione e innovazione, con l’obiettivo di evidenziare l’unicità della nostra zona di produzione. L’esclusività di questo progetto si riflette in ogni aspetto, dall’idea all’attuazione, fino al prodotto finale. Non è solo un’ode alla diversità minerale della nostra regione, ma offre anche un’esperienza gustativa senza paragoni”.
Tant’è, aggiunge Gratl “il Kerner Granit 960 sarà disponibile solo in enoteche accuratamente selezionate e tramite vendita diretta. Non è prevista la vendita al settore della ristorazione. Il motivo? Per preservare la sua unicità e il carattere esclusivo, ma anche perché questo vino richiede una spiegazione dettagliata prima del consumo, che non può essere sempre garantita nella ristorazione”. Minerale, sapido, longevo, Granit 960 è frutto della vendemmia 2020 – mentre l’idea è datata 2017 – ed è un Kerner esclusivo che trae la sua distintiva mineralità dalla singolare maturazione in botte di granito, un metodo che esalta le qualità intrinseche dell’uva. All’affinamento di un anno in granito, segue un anno in acciaio e minimo 18 mesi in bottiglia, per avere quella complessità che sorprende già al primo sorso, mantenendo al contempo una freschezza vivace che promette un’ottima longevità. Al naso si sentono le note di agrumi e fiori bianchi, seguite da un sottile retrogusto di erbe alpine e una punta di sale. In bocca, la struttura è elegante e bilanciata, con un’acidità brillante che arriva attraverso un finale lungo e persistente.
Unico il contenitore di affinamento, unico il vino che ne scaturisce, unica anche la strategia di distribuzione, focalizzata sull’esclusività e su una scelta in controtendenza. L’anteprima nazionale di Granit 960 organizzata a Milano presso il ristorante Marecrudo, attraverso Gratl e l’enologo Stefan Donà, è stata anche l’occasione per conoscere meglio la più giovane cooperativa vinicola dell’Alto Adige, fondata nel 1961 da 24 famiglie (oggi i soci sono 135 che coltivano 150 ettari di vigneti in 11 comuni che ricadono in una valle, Isarco, che vanta un’antichissima tradizione enologica con vigneti terrazzati che arrivano fino a 1000 metri di altitudine ) con una produzione di 950mila bottiglie che rappresentano 14 varietà (10 bianche, 4 rosse), per un totale di 31 etichette la cui punta di diamante è rappresentata dalla cuvée Adamantis e dalla selezione Aristos. 4 etichette di quest’ultima selezione sono state degustate insieme al Granit 960.