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L'azienda

Cantina Brugnano al Vinitaly: “Porteremo la nostra idea di contemporaneità e unicità”

10 Aprile 2024
Da sinistra Francesco e Giuseppe Brugnano Da sinistra Francesco e Giuseppe Brugnano

Le novità non mancano e arrivano dritte a Verona. Partenza Partinico, in provincia di Palermo, destinazione finale Vinitaly. I fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano, dell’omonima azienda, hanno intrapreso due anni fa insieme al direttore commerciale Maurizio Gandolfo un nuovo piano industriale e proprio quest’anno verranno presentate le ultime referenze. Un’azienda con tanti anni di vita alle spalle ma giovane grazie all’età dei due imprenditori di 35 e 24 anni. Hanno ripreso in mano l’azienda di famiglia e le hanno ridato un nuovo volto, a partire dalla veste grafica. 

“Abbiamo un obiettivo: puntiamo tutto sul concetto di unicità che rimanda alla riconoscibilità”, racconta a Cronache di Gusto Francesco Brugnano. Il focus dell’azienda si basa sulla contemporaneità e sul minimalismo assoluto: “Via gli orpelli e i fronzoli, un vino è l’abito dell’imprenditore e attraverso le nostre bottiglie vogliamo raccontare la nostra realtà”. 

Venti referenze all’attivo, 90 ettari vitati e 200 mila bottiglie prodotte in due anni. La bandierina è stata piantata in 10 Paesi, con una quota export che vede al primo posto gli Usa e al secondo la Germania. A Vinitaly, dunque, la fine dell’inizio. Verranno presentati infatti nuovi vini che chiudono il primo triennio di novità. “La prima – ci racconta Gandolfo – è il Black Hole. Analizzando i dati ci siamo resi conto di voler puntare sui gusti dei giovani. Abbiamo così scelto il Nerello Mascalese, che solitamente si coltiva dal lato opposto della Sicilia rispetto a dove ci troviamo noi e ad alta quota. Noi siamo invece vicini al mare”. Una sperimentazione, senza voler sfidare nessuno se non se stessi. Il buco nero è la cosa meno esplorata nell’universo e proprio da questo viene il nome della nuova bottiglia. 

Un’altra novità sarà il Brugnano Brut prodotto a dosaggio zero, nudo e crudo. Si continua con il Victora, dedicato alla primogenita di Francesco, Vittoria. Un frizzante metodo Charmat, un rosato di Nero d’Avola più vitigni selezionati dall’azienda imbottigliato nella settimana prima della partenza verso Verona. Verrà inoltre presentata una selezione di Alquimia, passito di Moscato: “Trasformiamo il ferro in oro, come dice la parola stessa”, ci confida Gandolfo. Altro prodotto che arriverà in degustazione alla Fiera di Verona è il nuovo restyling di Ammaru: “Un vino definito da noi il brutto anatroccolo. Fu pensato sull’idea di fare un vino che fosse facilmente abbinabile sulle crudités e sui gamberi. È uno zibibbo secco presentato molto timidamente qualche anno fa. Invece questo vino ha avuto un successo molto forte e che ha vinto diversi premi”. 

“Sin da subito – dice Francesco – con la nuova era Brugnano abbiamo pensato a fare un’azienda di nicchia con vino di qualità. Un lavoro artigianale mettendoci tutta la passione e gli studi che ho sempre portato avanti. Siamo partiti come razzi, durante il Covid ci siamo dedicati anima e corpo su questo piano industriale”. Oggi i risultati si vedono. L’obiettivo che si pone l’azienda è adesso quella di arrivare a raddoppiare le bottiglie prodotte e di arrivare a 400mila bottiglie. 

“Vogliamo lavorare con grande attenzione sul mercato”, continua ancora Gandolfo. “Siamo partiti da zero ma avevamo già una cantina, abbiamo cambiato la batteria della macchina. A noi interessa fare una crescita a volume che si arresterà intorno alle 450mila ma nel contempo continuare a crescere anche a valore. Il focus della nostra proposta e collezione si sposterà a prodotti di fascia più alta. Mi auguro che tra 10 anni Vittoria si ritroverà un’azienda con un posizionamento del mercato e rispetto da parte dei consumatori”.