(Fabrizio Basso)
di Fabiola Pulieri, San Michele di Serino (Av)
È italiana, più precisamente campana, con sede a San Michele di Serino, in provincia di Avellino, una delle aziende che da oltre un secolo imbottiglia ed esporta olio in tutto il mondo.
Si tratta dell'azienda “Basso Fedele e figli” che da 115 anni opera nel settore oleario e punta a conquistare la fiducia del cliente proponendo prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo, innovazione tecnologica e ricerca nel rispetto della tradizione oltre che rispetto e tutela dell'ambiente con sistemi di risparmio energetico. Da poco è sul mercato anche con una propria linea di produzione, la nuova linea “Sabino Basso” che rappresenta un'accurata selezione di Oli Dop e Igp delle principali regioni del Sud Italia: Puglia “DopTerra di Bari” – Castel del Monte”; Campania “Dop Penisola Sorrentina”; Sicilia “Igp Sicilia”; Calabria “Olio di Calabria Igp” e, con questa nuova linea Premium, si propone e punta ad una nicchia di mercato che apprezza l'altissima qualità. L'azienda Basso è nata nel 1904 per opera di Felice Basso, nonno di Sabino, ed è grazie a quest'ultimo, che sin da ragazzino ha sempre lavorato nell’azienda del padre, svolgendo tutte le mansioni possibili (operaio, autista, contabile), che l'azienda Basso è decollata negli anni '90 momento in cui ha fatto il salto di qualità.
“Posso dichiararmi orgoglioso di essere a capo di una squadra di validi collaboratori inseriti in una struttura moderna e completa in ogni reparto. Un sogno si è già avverato e un altro si sta avverando grazie ai miei figli che stanno proseguendo lungo la stessa strada nella quale ho personalmente creduto con orgoglio e convinzione”. Con queste parole Sabino Basso inquadra la sua vita imprenditoriale come un sogno che si è avverato e al contempo un impegno per il futuro. Oggi infatti sono i due giovanissimi figli di 27 e 28 anni, Fabrizio e Federico, ad occuparsi dell'azienda sotto il profilo del marketing, della gestione e dell'amministrazione per proseguire il lavoro iniziato dalle generazioni precedenti. “Su ogni bottiglia della linea Premium di olio extravergine di oliva c'è la faccia e l'autografo di mio padre. Per noi ha il significato di una celebrazione, di un riconoscimento alla carriera e al lavoro fatto da nostro padre in tutti questi anni, con devozione, rispetto e amore per quello che ha sempre fatto” ha affermato Fabrizio Basso che ha proseguito: “Possediamo 60 ettari di proprietà comprati due anni fa, in provincia di Foggia, in cui abbiamo impiantato una produzione intensiva di tipo spagnolo con cultivar Arbosana e Arbequina che sono in conversione biologica e che dopo il primo anno ci stanno già dando grande soddisfazione”.
L'azienda Basso è una grande azienda importatrice e imbottigliatrice di olio extravergine di oliva, olio di oliva, olio di sansa e olio di semi (girasole, mais, arachide, soia, vinacciolo, riso e semi vari), che esporta in oltre 60 paesi nel mondo da cui realizza l'80% del fatturato (Stati Uniti, Canada, Corea, Giappone, Malesia, Filippine per l'olio extravergine di oliva e Africa e India per gli oli di semi, mentre il restante 20% avviene in Italia tramite la grande distribuzione (Carrefur, Conad ecc…) e l'Horeca. Ha 55 dipendenti e un fatturato che si aggira sui 75 milioni di euro, per un totale di bottiglie che supera i 27 milioni di litri. Un'azienda insomma che non trascura la qualità anche se fa grandi numeri e punta alla ricerca e alla continua avanguardia nel settore dell'olio. All'interno dell'azienda esiste un laboratorio ed un panel di professionisti che analizza, degusta e cataloga ogni partita di olio che viene acquistata all'estero e arriva principalmente dalla Spagna (Catalogna, Granada, Malaga) dove i titolari si recano costantemente per monitorare la produzione di olio franto da comperare.
La filosofia dell'azienda infatti è quella di acquistare per imbottigliare qualità al giusto prezzo e renderla accessibile a tutti o almeno ai più. Alla domanda del perché la maggiore importazione di olio extravergine avvenga dalla Spagna, nostra diretta concorrente, Fabrizio Basso risponde: “Nell'esportazione dell'olio abbiamo la necessità di garantire ai nostri principali clienti, soprattutto all'estero, una qualità e quantità standard oltre la quale non possiamo scendere. L'olio italiano purtroppo non ha una produzione costante né in fatto di quantità né di qualità e questo fa oscillare troppo il costo sul mercato da un anno all'altro non consentendoci di garantire ai nostri clienti quella continuità che ci richiedono e che ci permette di lavorare sempre bene con gli stessi standard. In Italia ci sono tantissime ottime cultivar ma, anche per la nostra produzione in Puglia, abbiamo optato per l'impianto di piante di due delle migliori cultivar spagnole che hanno dato e danno risultati eccellenti in fatto di qualità e quantità. Per la linea Premium per esempio, nel 2018 non abbiamo potuto mettere in commercio l'olio della Calabria perché non era buono e la quantità era ridottissima. Alla fine abbiamo deciso di non imbottigliare affatto, ma questo si può fare per una linea di nicchia, non per un export estero con i nostri numeri”.
Lo stesso Fabrizio Basso non esclude che nei prossimi anni possano entrare a far parte della linea Premium oli extravergini di oliva derivanti da cultivar spagnole o portoghesi. Anche sull'argomento Consiglio Oleicolo Internazionale e potere decisionale dell'Italia, il giovane imprenditore ha espresso la sua opinione sottolineando come “in Italia purtroppo non ci sono grandi frantoi con il potere contrattuale che hanno gli spagnoli. Gli agricoltori e olivicoltori italiani sono troppo piccoli, le imprese non si uniscono in gruppi più grandi per avere più potere e non esistono grandi cooperative, quindi il prezzo dell'olio in alcune annate è troppo alto. Scontiamo la ciclicità e l'altalenare della produzione e questo fa sì che in Italia si resti poco competitivi a livello europeo, pur facendo grande qualità e mantenendo un'elevata tipicità”.