di Francesco Pensovecchio
Mi è passata ieri tra le mani la lista dei Top 10 vini austriaci per il magazine Falstaff, una rivista di assoluto rilievo nazionale.
Tra questi spiccavano F. X. Pichler (Wachau) con il Grüner Veltliner Smaragd Kellerberg; Franz Hirtzberger (Wachau) con il Riesling Smaragd Singerriedel; e Weinlaubenhof Kracher (Neusiedlersee) con la Grand Cuvée Trockenbeerenauslese Nouvelle Vague, uno splendido vino da dessert ottenuto da uve Chardonnay e Welschriesling botritizzate. In questi primi tre vini è svelata l’intera Austria: il vitigno autoctono Grüner Veltliner; il tedesco Riesling in una versione vacanziera; il Danubio della Wachau; e tutta la potenza del caldo umido e delle dune del Lago di Neusiedel. Insomma, una scelta che con Falstaff condivido entusiasticamente.
Da Lucas Pichler, il padre si chiama Franz Xavier da qui FX, e da Franz Hirtzberger sono stato recentemente, circa un paio di anni fa con Vera Bonanno di Enoteca Picone e Pasquale Buffa. Il tour “studio” aveva toccato le principali regioni austriache del vino tra cui proprio la Wachau; la Kremstal, la Valle del “Krems”, un affluente del Danubio; la Kamptal, la Valle del “Kamp”, un altro affluente del Danubio; il Weinviertel, la “Regione del Vino”; infine il Donauland, la “Terra del Danubio” che si divide in due parti: la zona del monastero di Klosterneuburg, a sud del Danubio, e del Wagram, a nord del Danubio. I pernottamenti e le cene, una settimana presso Nikolaihof, e le esperienze in degustazione da FX Pichler, Hirtzberger, Knoll, Alzinger, Bründlmayer, Nigl, Rudi Pichler e Bernhard Ott, valgono ciascuna un lungo racconto che mi riservo di farvi in un prossimo futuro.
Stupore, novità e un po’ d’interrogativi – più degli altri – me li ha lasciati tuttavia quest’ultimo, Bernhard Ott. Bernhard ha la sua azienda di 30 ettari di vigneto, di cui il 95% a Grüner Veltliner, la restante parte a Riesling e Sauvignon Blanc; più 4 di albicocche qui chiamate Marillen presso Feuersbrunn, un paesino tranquillo sotto l’alta collina di Hengstberg, un’altura che guarda il Danubio verso Sud. Qui non è tanto questione di Cru, lui ne possiede due, Spiegel (“Specchio”) e Rosenberg (“Vigneto delle rose”), o dei suoli, un Loess/limo piuttosto fine con alta percentuale di calcare di origine glaciale e raccolto a valle dal grande fiume, con uno spessore che raggiunge anche i 20 metri di profondità. E nemmeno dei suoi prestigiosi trascorsi: ricordo che nel 2006 il Grand Jury Européen lo premiò – come 1° classificato – con il Grüner Veltliner »Tausend Rosen« 2003. Nel 2008 fu produttore dell’anno per Falstaff.
Bernhard si sta dirigendo in una direzione precisa, quella del rispetto del proprio territorio, nel senso più alto. Dunque, non solo coltivare in biodinamica, che per questo modo di intendere la vita è la perfezione, ma è più un’attitudine di fronteggiare il quotidiano avendo chiaro il fatto che certi meccanismi non possono essere modificati. Tanto che il suo motto è “il modo più naturale di fare vino”.
Bernhard Ott
Bernhard è in buona compagnia. Respekt! è un’associazione di 15 produttori nata nel 2007 la quale si è prefissata come scopo quello di produrre vini biologici di alta qualità seguendo i dettami della biodinamica. La prima vendemmia ufficiale è il 2009. La presentazione al grande pubblico è avvenuta nel 2012 nel corso della manifestazione VieVinum a Vienna presso il Palazzo Imperiale (Hofburg) il 2 giugno scorso. Il rispetto, come concetto simbolo, si estende a tutte le aree della vita reale e relazionale delle aziende coinvolte. Massimo rispetto possibile per gli elementi terra, acqua, aria. Rispetto nella scelta delle colture autoctone mettendo a dimora ciò che è più indicato per i luoghi. Massimo rispetto per i propri figli, per la famiglia e su quello che si lascerà loro in eredità. Massimo rispetto per il lavoro, per i propri collaboratori, per i propri partner, per i propri clienti. Respekt! è dunque molto più che produrre vini in agricoltura biodinamica. I singoli preparati, ad esempio di ortica, camomilla o corteccia di quercia, devono essere ottenuti localmente. Rame e zolfo consentiti solamente in misura contenuta e prestabilita (il documento programmatico di Respekt!: http://respekt.or.at/presse/respekt_credo.pdf).
Rheinriesling 2009
Di Bernhard Ott, della sua prima annata ufficiale in regime biodinamico ho assaggiato:
1. Grüner Veltliner “Am Berg” 2009. Bottiglia elegante con tappo vite. E’ un vino fruttato, fine, fresco al naso. In bocca evidenzia una trama setosa e una dinamica acidità. Il prezzo di acquisto cantina è di 7 euro. Un acquisto che può valere il viaggio. A proposito del tappo vite, va precisato che tutti i vini di Ott hanno la capsula vite Stelvin in metallo. Una scelta responsabile e tecnicamente, almeno per chi vi scrive, perfetta.
2. Grüner Veltliner “Fass 4” 2009. Botte 4, dal nome della prima selezione che portò la cantina alla notorietà, è un approfondimento di questo tipico vitigno austriaco. Il vino si sviluppa in freschezza, beva, nella scia austera e verde tipica di questo vitigno dando prova di complessità. Potente ed elegante, è una cuvée dei migliori vigneti di Ott presso Feuersbrunn. Prezzo 11 euro in cantina.
3. Grüner Veltliner “Der Ott” 2009. In produzione sin dal 1997, è il riferimento della cantina. La selezione avviene in vigna con vendemmia a mano a partire da fine ottobre, passando se occorre più volte. Opulento e longevo, fermenta spontaneamente, conferendo al vino note mature di susina, amarena, buccia di limone, corteccia e tabacco chiaro. In bocca è morbido, sapido. Finale verde e lungo. Acquisto su prenotazione.
4. Grüner Veltliner “Feuersbrunner Rosenberg” 2009, Erste Lage. Proviene dal migliore Cru dell’azienda. Le viti hanno qui oltre 55 anni. Colore verde-oro. Al naso domina la frutta tropicale tra cui il mango, l’albicocca e note di tabacco. E’ complesso, minerale. In bocca è sapido, morbido, immediata la percezione estrattiva. Piccante. Finale lunghissimo. La certificazione Respekt! inizia però dalla vendemmia 2011. Acquisto su prenotazione.
5. Grüner Veltliner Qvevre (Anphora) 2009. Si tratta di uno dei progetti più interessanti sviluppati da alcuni viticoltori europei, un passo indietro verso ere antiche. Il vigneto è sempre il Rosenberg. La vinificazione avviene in anfore di terracotta della capienza compresa tra 500 e 2500 kg. Le anfore, totalmente interrate, vengono colmate con uve intere, perfettamente sane e diraspate. Dopo 5 mesi vengono aperte. All’interno vi è il vino finito, limpido e pronto per essere imbottigliato. Questo vino emana un’energia emozionante. Avvolto dai colori e dal profumo della terra, è al naso e al palato un vino di grandissima complessità. Il colore è un giallo oro chiaro. Al naso, intenso ed elegante, si avvertono fiori di tiglio, melone giallo, pepe bianco ed erbe aromatiche. In bocca è agile, coinvolgente, occupando il palato con naturale sovranità. Necessita di una temperatura appena fresca e di un ampio calice, tipo Borgogna. Il nome Qvevre è un gioco di parole tra il francese oeuvre e Kvevri, in georgiano anfora. Acquisto su prenotazione.
6. Riesling von Rotem Schotter 2009. E’ un Riesling empatico e immediato come facilmente i Riesling austriaci sanno essere. Fresco, floreale al naso, è in bocca versatile e di immediata gradevolezza. I nove i grammi litro di zucchero residuo non si avvertono per nulla, anzi arrotondano il palato. Prezzo in cantina 10 euro.
7. Rheinriesling 2009, vino da dessert. Questo Riesling renano ha una quota alcol di soli 9 volumi e 70 gr/lt. di zucchero residuo. Lieve ed elegantemente dolce è un perfetto vino per iniziare o finire il pasto. La classe del Riesling e l’amabilità austriaca. Prezzo in cantina 26 euro.
Weingut Bernhard Ott
Neufang 36
3483 Feuersbrunn/Wagram – Austria
T: 0043/2738/22 57
F: 0043/2738/22 57-22
E-mail: bernhard@ott.at
Respekt! Ecco i 15 affiliati:
http://respekt.or.at
– Paul Achs,
– Judith Beck,
– Kurt Feiler,
– Karl Fritsch,
– Michael Goess-Enzenberg,
– Hans Gsellmann,
– Gernot Heinrich,
– Hannes Hirsch,
– Fred Loimer,
– Hans und Anita Nittnaus,
– Bernhard Ott,
– Gerhard Pittnauer,
– Claus Preisinger,
– Franz Weninger,
– Fritz Wieninger
Foto di: Pasquale Buffa