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L'azienda

Attanasio, vignaioli per ribellione: “Adesso la Puglia non è più la cantina d’Italia”

01 Ottobre 2015
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(Luca Attanasio)

di Annalucia Galeone

Il vino regala emozioni alla vista, al palato, all'olfatto e aggiungo io alle orecchie attraverso il racconto di ogni produttore. Ogni cantina ha una sua storia che attende solo di essere svelata. 

Decidere di essere un vignaiolo è una scommessa, si sceglie di rimanere artigiano del vino, di chiudere la filiera e offrire al consumatore qualità.
L'azienda agricola di Giuseppe Attanasio è gestita dal capostipite con l'aiuto dei due figli Luca e Alessandro.

La cantina è collocata in un palazzotto di fine ‘800 nel centro abitato di Manduria, la barricaia è stata realizzata in un antico frantoio ipogeo.
Dal 2000, vi giungono esclusivamente le uve di Primitivo, provenienti dai vigneti di proprietà, circa 6 ettari coltivati ad alberello pugliese, l'età media si aggira sui 50 anni, con una produzione annua bassissima circa 15 mila bottiglie. Una piccola cantina che fa della qualità la sua parola d'ordine.
“Per ribellione ho scelto di diventare vignaiolo. Nella mia terra chi si è dedicato all'agricoltura è stato costretto ad accontentarsi di poco, vendere il prodotto a terzi vuol dire accettare prezzi bassi che non ti permettono di coprire le spese – racconta Luca Attanasio -. Le cooperative non sono riuscite a valorizzare il nostro vino. La Puglia è stata la cantina d'Italia e non biasimo i giovani che hanno deciso di andare via. Viaggiando e analizzando altre realtà produttive ho intuito che l'unico modo per ottenere un risultato economico adeguato è quello di raggiungere il consumatore finale con l'imbottigliamento”.
Che poi prosegue: “I nostri sono vini della tradizione, le classiche tecniche di lavorazione in vigna ed in cantina sono state migliorate con l'introduzione delle nuove tecnologie, il minimo essenziale per ridurre il margine di errore. Utilizziamo la pressa tradizionale, ci consente di effettuare un trattamento soffice delle vinacce evitando la rottura della pellicola della buccia o dei vinaccioli. Questa tecnica è utilizzata ancora oggi dai vignerons francesi per evitare che nel vino arrivino sostanze amare.

Dopo quindici anni di esperienza per Luca il Primitivo è pronto a sbalordire il mondo, ma “purtroppo le aziende del sud sono ancora vittime di preconcetti. Sono considerate aziende che non fanno qualità ancor prima di assaggiare i vini o comunque l'operatore commerciale si attende che vengano prodotte bottiglie a bassissimo costo. La considero la nostra nuova sfida, la strada da percorrere è tutta in salita. A mio parere per riuscirci occorre puntare più sulla qualità che sul marketing”.

Sono quattro le etichette dell'azienda. Il rosato ottenuto dalla lacrima di primitivo è in produzione da circa due anni con un numero di bottiglie davvero limitato; il primitivo secco di 16,5°, segue un affinamento in acciaio per 11 mesi e poi in barriques per altri 15 mesi. Raramente le due versioni dolci si trovano sul mercato assieme. Il dolce naturale di 20,5° è ottenuto dal prolungato appassimento delle uve sulla pianta, fino al 15 settembre ciò consente al vino di mantenere una dolcezza straordinaria.

Il passito viene prodotto da vigneti di 90 anni solo in annate asciutte è il risultato della vendemmia tardiva di uve surmature. L'appassimento avviene nel fruttaio deumidificato e ventilato permette la disidratazione degli acini e il trasferimento al vino di forti note di frutto rosso maturo. La resa per ettaro è di 20 quintali, gradazione alcolica 21%, si producono solo 1000 bottiglie da 0,50 l. Questa versione ha ottenuto la chiocciola di Vino Slow 2013.
 
Azienda Agricola Giuseppe Attanasio              
Via per Oria, 13
74024 Manduria (Ta)