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Aphrodite riemerge dal mare: il nostro assaggio del Metodo Classico affinato al largo di Ischia

25 Giugno 2024
Le bottiglie Aphrodite affinate sott'acqua Le bottiglie Aphrodite affinate sott'acqua

27 sono stati i mesi di gestazione per assistere a ad un parto che il mare ci ha regalato. Infatti è nato ad Ischia il primo metodo classico affinato in mare. E proprio a Lacco Ameno, nota località isolana, è avvenuta la presentazione in anteprima di Aphrodite, alla presenza dei titolari Lucia Monti e Giuseppe Andreoli, la nuova sfida della cantina La Pietra di Tommasone, evento moderato dal giornalista Luciano Pignataro, insieme al Presidente dell’Ais Campania Tommaso Luongo, alla presenza della stampa nazionale. Aphrodite, l’innovativo Ischia Bianco Spumante Dop, è affinato nelle acque al largo di Casamicciola. La degustazione è avvenuta in comparazione con la stessa tipologia di spumante affinato in cantina, per percepire le differenze tra i due affinamenti.

Il nome del vino nasce dalla mitologia greca. Infatti la dea della bellezza e dell’amore, nata dalla spuma del mare aveva un nome: Aphrodite. Un’incisione sulla coppa di nestore ne è testimone: “Valeva la pena bere alla coppa di Nestore; ma chi beve alla mia sarà subito preso dal desiderio di Afrodite”. “Abbiamo assaggiato i due spumanti senza sapere quale fosse quello affinato in mare e quale quello in cantina – afferma Luciano Pignataro – Al di là di ogni considerazione su quale dei due fosse meglio, una cosa è possibile affermarla, senza ombra di dubbio: la differenza è marcata e riconoscibile sin dal primo sorso”. Il confronto ha evidenziato come l’Underwater Aphrodite Ischia Bianco Spumante Dop mostrasse una maggiore complessità aromatica, con sfumature marine che hanno donato al vino una singolare espressione territoriale, e una sorprendente sapidità, elementi che lo distinguono nettamente dalla versione tradizionale.

“L’intuizione visionaria di Tommasone ha sperimentato non solo l’affinamento sott’acqua, ma addirittura la rifermentazione del suo metodo classico – spiega il Presidente Ais Campania Tommaso Luongo – Il risultato è estremamente incoraggiante per personalità e carattere; un’intuizione che coniuga la rotondità del sorso con la persistente sapidità. Perfettamente riuscita anche l’integrazione tra la cremosità della carbonica con la freschezza gustativa”. L’idea nasce prima del 2 ottobre 2021, quando è avvenuta l’immersione di 500 bottiglie dell’annata 2020, dopo aver espletato tutte le pratiche burocratiche per l’ottenimento dei permessi necessari da parte delle autorità competenti e la conseguente concessione demaniale. Biancolella e Forastera sono i vitigni con i quali è nato Aphrodite, che si è lasciato cullare dalle correnti a 40 metri di profondità con la temperatura e pressione costanti offerte dal mare, dopo l’aggiunta di liqueur de tirage, con affinamento sui lieviti di 27 mesi. Nota importante per Lucia Monti che l’affinamento subacqueo non ha avuto alcun impatto ambientale, grazie all’utilizzo solo di materiali sostenibili come vetro e acciaio.

Per un vino speciale non poteva avere carattere diverso la sua etichetta. Infatti, visivamente l’etichetta è la fusione tra arte e vino, grazie alla collaborazione con gli studenti della Scuola di Decorazione dell’Accademia Delle Belle Arti di Napoli: l’etichetta è stata realizzata da Fabrizio De Cunto. “Siamo orgogliosi di aver dato vita ad Aphrodite e ad un progetto – ha affermato Lucia Monti, proprietaria dell’azienda La Pietra di Tommasone – Questo vino è il frutto di un sogno, di un lungo lavoro e soprattutto di una grande passione per la nostra terra. Siamo da sempre attenti alla valorizzazione del territorio ischitano e dei suoi vitigni autoctoni: con Aphrodite abbiamo voluto portare ancora una volta il nostro impegno nella ricerca e nella sperimentazione, creando un vino che possa portare in chi lo beve un’esperienza da vivere e un’emozione da assaporare”. La degustazione ha evidenziato le differenze tra i due affinamenti. Già dal colore dove dal giallo paglierino del primo affinato in cantina si passa al dorato del secondo sott’acqua. Al naso le sensazioni salmastre del primo si amplificano in iodato balsamico salino quasi di alga marina, che si mescolano a picchi minerali gessosi, insieme alle note fruttate più dolci del secondo con albicocca, cedro candito, per ambedue le etichette nota comune la corrispondenza gusto olfattiva e una lunga persistenza.