Quando si parla di Prosecco molti, anche tra addetti ai lavori, non sono concordi sulla qualità diffusa di questo prodotto che nonostante tutto è il più venduto all’estero e traina il made in Italy nel mondo. E forse, proprio per questo, molti per valorizzare le proprie produzioni preferiscono indicare in etichetta la zona di produzione, come nel caso della Cantina Andreola. Per comunicare questa differenza la cantina ha voluto far testare alla stampa romana alcune delle etichette più rappresentative dell’azienda con un pranzo presso l’elegante ristorante Le Vele. Andreola è azienda vinicola con sede a Col San Martino nel comune di Farra di Soligo, collocata in una delle aree più rappresentative della denominazione, a metà strada tra il mare e le montagne, in un fazzoletto di terra dalle favorevoli caratteristiche pedoclimatiche, con particolari pendenze delle colline, che richiedono, nei casi più estremi, l’utilizzo di un sistema di carrucole, utile al trasporto dell’uva. Questi declivi, infatti, rappresentano l’anima della denominazione, con il susseguirsi di catene collinari a forte pendenza compresa tra i 100 e i 500 metri. Una combinazione di condizioni particolarmente fortunata, quindi, tanto da far valere all’intero territorio delle colline del Conegliano-Valdobbiadene il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
Da due anni, sotto il nome Andreola, c’è sempre la dicitura “Eroico in Valdobbiadene” e già nel 2010 la cantina è diventata il primo produttore di Valdobbiadene Docg iscritto al Cervim (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) facendosi così primo sostenitore della promozione della viticoltura di montagna. Terreni profondi, costituiti da roccia, sabbia e molta argilla insieme alle diverse combinazioni di pendenza ed esposizione, fanno sì che ciascuna microzona presenti caratteristiche peculiari, grazie a cui vengono identificate le tipologie Rive e Cartizze, massima espressione qualitativa della Docg. L’azienda vinicola Andreola nasce con Nazzareno Pola, padre di Stefano Pola, attuale proprietario, che nel 1984 decide di fondare la cantina “Andreola Orsola” per produrre vini con una propria etichetta a partire dai terreni della madre (a cui si deve il nome iniziale dell’azienda) sui quali lavorava e di cui fino a quel momento aveva venduto le uve solo a cantine esterne. Negli anni 2000 vengono realizzati importanti investimenti in nuovi macchinari e tecnologie, e alla fine del decennio Stefano Pola diventa ufficialmente il nuovo proprietario. È in questo periodo che avviene il totale rinnovamento dell’immagine e della bottiglia realizzata con uno stampo appositamente disegnato per l’azienda, il cui nome da quell’anno diventa semplicemente Andreola. “Per sintetizzare in due parole i fattori che hanno sempre modellato l’identità della nostra azienda, sceglierei fluidità e dinamismo – spiega l’enologo Mirco Balliana – Abbiamo registrato una crescita esponenziale in un lasso di tempo relativamente breve. Stefano Pola ha saputo essere un protagonista attivo e ha orchestrato con maestria la transizione da una piccola impresa agricola di carattere familiare, con vendite locali, a una struttura di dimensioni maggiori, gestendo un numero crescente di vigneti e una complessità operativa aumentata in cantina, inclusa l’espansione nelle vendite internazionali. Dal mio ingresso in azienda nel 2011 ho assistito a diverse situazioni. Tuttavia, una costante è rimasta: non abbiamo mai accettato compromessi riguardo alla qualità del nostro prodotto finale. Stefano Pola ha fatto investimenti significativi e ha manifestato una forte fiducia nelle Rive del Valdobbiadene Docg in un periodo in cui molti stavano abbandonando queste zone per acquisire vaste proprietà nelle pianure della zona di produzione Doc”.