di Marco Sciarrini
Si è appena conclusa la manifestazione “Vino e Arte che passione”, giunta alla sua quinta edizione, che si è tenua alla Galleria del Cembalo a Palazzo Borghese a Roma.
L’evento è stato ideato da Ciro Formisano co fondatore Ct Consulting Events, che ha sposato, già dalle scorse edizioni, l’abbinamento tra eccellenza culturale ed eccellenza vitivinicola e ha riscosso molto successo nel pubblico romano: oltre duemilale persone accorse nella due giorni. “Vino e Arte che passione è nata da una mia riflessione intima durante gli anni della mia formazione professionale – dice Ciro Formisano – frequentando, nel mio lavoro di wine expert, i palazzi storici e le meravigliose domus della nobiltà romana. Siamo entusiasti della nostra due giorni di vino, cultura e arte, soprattutto alla luce del periodo che stiamo ancora vivendo. Gli appassionati di vino e di arte romani, ma non solo, visto che abbiamo avuto presenze provenienti da altre città italiane oltre a diversi ingressi di americani e inglesi, hanno mostrato di voler guardare oltre la crisi: uscire, vivere e bearsi di piaceri della vita come vino e arte. L’esclusività, l’eccellenza e la bellezza del luogo e delle bottiglie in assaggio, tra le più blasonate del panorama enoico italiano, hanno poi fatto il resto, regalandoci tante emozioni, per certi versi, inaspettate, nonché un’energia incredibile che non solo guiderà la prossima edizione del 2022, ma che porterà Vino e Arte che passione anche in altre città italiane. Arte e vino sono due espressioni dell’umano che hanno radici antiche; pilastri che continuano a vivere e, da sempre, rappresentano un importante collante sociale e un’occasione per elevare spirito e corpo. È con questi principi e queste aspirazioni che Vino e Arte che passione si è ritagliato, negli anni, un posto di grande rilievo nel panorama vitivinicolo della Capitale”.
(Un salone di Palazzo Borghese)
Durante l’evento è stato presentato Vino e Arte che passione Magazine, un giornale cartaceo di 96 pagine che, al contempo, ha rappresentato l’organo ufficiale della manifestazione e una voce libera del vino di qualità. Una gradita sorpresa per tutti gli avventori, cui è stata donata una copia, che ha dato ulteriore valore all’evento, in un momento in cui la stampa del settore enoico fa fatica a realizzare prodotti editoriali tradizionali, tangibili, sfogliabili, accurati e formativi. Oltre 50 le aziende vinicole presenti, sotto 47 brand, con il meglio della loro produzione a disposizione nei tanti banchi d’assaggio, imponente anche il banco di assaggio dedicato alle numerose bottiglie di Trentodoc, dove abbiamo degustato preziosi millesimati anche di cantine poco conosciute. Molto interessanti anche le sei masterclass di approfondimento, che hanno consentito momenti di formazione, alla presenza dei produttori, con degustazioni guidate di annate speciali, verticali e anteprime delle cantine: Col d’Orcia, Montalcino (SI), Paolo e Noemia D’Amico, Valiano (VT), Tenuta di Fiorano, Roma, Barone di Serramarrocco, Fulgatore (TP), Castello del Terriccio, Castellina Marittima (PI) e Pomario, Piegaro (PG). “Con questi approfondimenti – spiega Antonio Pocchiari co-fondatore di Ct Consulting Events – abbiamo dato ulteriore qualità all’evento. Un momento tangibile di formazione e cultura che ha fornito sostanza a quel segnale innovativo e di riscatto che volevamo dare in questa edizione. I partecipanti sono stati entusiasti per la qualità e il livello dei vini degustati nelle 6 sessioni, così come del racconto da parte dei diversi produttori e della conduzione di Alessandro Brizi, giornalista e docente di sommellerie ed enogastronomia che ha guidato le masterclass. Alla fine di ogni degustazione, precisa, nessuno voleva più lasciare la sala e, devo ammettere, la cosa mi ha riempito di orgoglio e dato ancora più entusiasmo per le prossime edizioni”.
Durante la nostra visita abbiamo avuto modo di partecipare alle masterclass:
Col d’Orcia
La degustazione ha visto la presenza della proprietà con il Conte Francesco Marone Cinzano che ha presentato tre annate di
Brunello di Montalcino Riserva Docg Poggio al Vento 2012
Colore che iniziano a vedere spicchi di granato, il quadro olfattivo è complesso con sensazioni terrose, foglie secca, corteccia fungo e tartufo, con il roteare del calice escono anche note di violetta ciliegia ed anche una sensazione di arancia sanguinella, a far da cornice una leggera speziatura dolce, al palato la vena acida viva che si tiene in equilibrio alla fine trama tannica con un finale lungo e persistente sulle note olfattive.
Brunello di Montalcino Riserva Docg Poggio al Vento 2006
Il quadro olfattivo vira verso un fruttato maturo con sentori di confettura e sciroppo, note terziarie eleganti di tabacco liquirizia e spezie, al palato una acidità molto viva con tannini finemente polimerizzati buona persistenza.
Brunello di Montalcino Riserva Docg Poggio al Vento 2001
Impressionante il punto di colore che riesce a mantenersi nel tempo, al naso nota terrosa funginea, terra bagnata, tabacco, noce moscata e chiodi di garofano, sensazioni fruttate di gelatina di frutta con lampone fragoline di bosco, al palato la freschezza si esprime ancor più della precedente, che consente un persistente finale sulle note olfattive.
L’altra è stata quella del:
Castello del Terriccio
La degustazione ha visto la presenza della proprietà con Vittorio Piozzo di Rosignano, nipote di Gian Annibale Rossi di Medelana venuto a manca circa un anno e mezzo fa. Tre i vini presentati:
Tassinaia Igt 2017
Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, al naso notevole balsamicità iodata che fa da vettore ad agli altri aromi del corredo olfattivo come frutti di bosco, mora cassis, ribes, note speziate di pepe nero e tabacco, al palato buon equilibrio tra elegante tannino e viva acidità con lunga persistenza.
Castello del Terriccio Igt 2016
Syrah 75%, Petit Verdot 25%. Al naso complesso con sensazioni speziate balsamiche ed erbe officinali, note di rabarbaro, caffè cuoio, tabacco, incenso, al palato torna il balsamico con leggera nota ematica con sensazioni di frutti di bosco che portano ad un lungo e persistente finale.
Lupicaia Igt 2016
Cabernet Sauvignon 90%, Petit Verdot10%. Il corredo olfattivo basterebbe a far giudicare un vino di un fascino unico, fruttato con sensazioni di gelatina di frutta di frutti di bosco, erbe aromatiche come salvia e timo, sensazioni balsamiche che sono il filo conduttore della produzione dell’Azienda, al palato un sorso pieno di grande pulizia del cavo orale, il tannino di una unica e fine trama tannica ed un viva acidità che consente un bilanciamento perfetto, il finale è lungo e persistente sulle note olfattive. La 2016 promette una lunga longevità.
Le Aziende partecipanti all’evento sono state:
Barone di Serramarrocco, Borgo Conventi, Cà Maiol, Cantine Mesa, Cantine Biondelli, Castelli del Grevepesa, Castello del Terriccio, Castello di Buttrio, Col d’Orcia, Colognole, ColSaliz, Conte Degli Azzoni, Conti Riccati, Il Pollenza, Istituto Trentodoc, Kettmeier, Kurtatsch, Lamole di Lamole, LeVide, Masi Agricola, Murgo, Nonino Distillatori, Nuova Tenuta Paradiso, Paolo e Noemia d’Amico, Petra Nevara, Petrolo, Pomario, Principe Pallavicini, Rivera, Santa Margherita, Serego Alighieri, Siddura, Tasca d’Almerita, Tenuta Capofaro, Tenuta Fiorano, Tenuta Pescarina, Tenuta Regaleali, Tenuta Sallier de La Tour, Tenuta San Leonardo, Tenuta Tascante, Tenuta Tenaglia, Tenuta Whitaker, Tenute Sella, Tiefenbrunner, Umberto Cesari, Villa Sandi, Cantina Zaccagnini.