Colore rosa ramato, bouquet di fiori bianchi che si fonde con note di frutti rossi e a polpa bianca, come anche pompelmo, cannella, zenzero. Si presenta così la prima annata di “Klopè” di Valle delle Ferle, spumante rosato metodo classico millesimo 2019, ottenuto da Nero d’Avola e Frappato, presentato al suo debutto con una tiratura limitata di 600 bottiglie. Rosato Terre Siciliane Igt è la denominazione di questo vino, dal perlage poco vistoso, ma che si sprigiona al sorso con una buona persistenza. Dosaggio zero, che permette di esprimere al vino tutto ciò che ha da dare in bottiglia. Parzialmente fermentato in legno e trenta mesi di affinamento in bottiglia, Klopè presenta una gradazione alcoolica del 12,8%, una grande acidità totale e una bassa quantità di solfiti.
Una nuova scommessa dell’enologo e agronomo Andrea Marletta e in cui hanno creduto fortemente i vignaioli Claudia Sciacca e Andrea Annino: una nuova modalità di raccontare un territorio i cui vitigni sono Frappato e Nero d’Avola, un modo con cui “giocare” attraverso la vinificazione. Una curiosità legata al nome, ma anche alla genesi di questo vino ce la racconta Claudia: “Klopè in greco vuol dire “furto” e proprio per evitare che le uve di una vigna in una posizione poco controllabile dai furti, venisse rubata per l’ennesimo anno di fila, si è deciso di anticipare la raccolta di questa porzione di vigna e trovarne un uso alternativo alle vinificazioni già effettuate”. Sono diverse le aziende vitivinicole siciliane che in tempi recenti hanno iniziato a interessarsi alla produzione di questo vino un tempo prerogativa del Nord Italia. Tra l’altro, dati alla mano, la Sicilia è la regione italiana con la più ampia superficie vitata (circa 100.000 ettari) con vigneti dislocati per il 65% in collina.
La Tenuta Valle delle Ferle si trova nell’omonima contrada che prende il nome dalla ferula la pianta spontanea con un sottile fusto alto e leggerissimo, a pochi chilometri di curve da Caltagirone, al centro della sottozona classica dell’unica Docg dell’Isola, il Cerasuolo di Vittoria, e nel cuore della più antica strada del vino mai individuata. Qui nel 2016, Claudia e Andrea hanno acquistato i terreni con vigne di nuovi innesti per un totale di 15 ettari, ridando vita a un’antica vigna “ammiscata”, con filari con vitigni alternati di Frappato e di Nero d’Avola. Una caratteristica non da poco, perché a differenza delle zone in cui Frappato e Nero d’Avola hanno tempi di maturazione che si differenziano di qualche settimana, nella zona di Caltagirone è possibile che Nero d’Avola e Frappato maturino quasi in simultanea e per l’appunto la vigna storica di Tenuta Valle delle Ferle è una testimonianza di come il vino veniva e venga fatto in vigna e si pensa che la zona di Caltagirone fosse storicamente quella più vocata per la produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Ci troviamo a 400 metri di altezza al confine tra la formazione geologica dei Monti Iblei e quella dei Monti Erei. Suolo sabbioso con un 20% di argilla. Né nel vigneto più anziano né nella vigna di nuovo innesto c’è irrigazione artificiale, o di soccorso. Alla base della decisione la scelta di voler spingere la pianta a crescere più in profondità perché è una pianta con radici più profonde ci consente di resistere meglio a periodi di siccità che ormai sono praticamente l’abitudine da queste parti, ma anche va a toccare quelle che sono le sostanze più profonde nel terreno che si traducono in maggiori sensazioni olfattive aromatiche nel calice. La tenuta è composta da una cantina e nei locali annessi trovano spazio quattro camere per l’ospitalità, un ampio salone per degustazioni ed eventi.
Ed è proprio nel salone, che oltre alla presentazione di Klopè, si è svolta la degustazione di verticale del loro Cerasuolo di Vittoria: annate 2020, 2019, 2018, 2017 e 2016. Proprio con il loro Cerasuolo annata 2016 la Tenuta ha ottenuto la gran medaglia d’oro al Concours Mondial de Bruxelles col punteggio di 97/100. Per ottenere il Cerasuolo le uve vengono vendemmiate insieme, poi avviene la selezione dei grappoli, la macerazione di 8/10 giorni, la fermentazione con lieviti selezionati, tutto il processo avviene in acciaio a temperature controllate per almeno 18 mesi e in bottiglia per almeno 12 con tappo in sughero. Il Cerasuolo di Vittoria Docg di Valle delle Ferle riporta note tipiche di questo vino, terrose e muschiate, perfettamente integrate con il frutto, conferendo sensazioni mentolate di tabacco e cuoio. La degustazione mette in evidenza come il 2020 si presenta come un vino ancora in evoluzione, mentre il 2019 al sorso risulta più “romantico” e rotondo. Il 2017 presenta alla vista sfumature più ramate e alle note costanti tipiche di questo vino, ma più intense, si aggiunge arancia sanguinella. Il 2016 ha un colore vibrante e vivace; al naso fiori leggermente appassiti, note agrumate e sensazioni mentolate; un sorso pieno e profondità gustativa che ripresenta anche qui arancia sanguinella.
Interessante notare come le varie annate portino nel bicchiere caratteristiche differenti influenzate soprattutto dalle condizioni meteo di quell’anno. Ad esempio, il 2017, porta una nota più chiusa perché l’uva è stata vendemmiata dopo a causa di un’annata particolarmente piovosa. “Alla variabilità delle annate, cambiano le rese ma c’è sempre un minimo di spostamento che abbiamo deciso di governare. Raccontiamo il territorio e giochiamo con le sue uve con la vinificazione e, per quest’anno, abbiamo delle ottime premesse: sarà un super Cerasuolo” ha commentato Andrea Annino che è anche delegato Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) per la Sicilia orientale. Il Sicilia ci sono 33 vignaioli Fivi, che seguono il principio di coltivare in prima persona le proprie uve, seguendone tutto il processo produttivo fino alla commercializzazione. Il simbolo raffigurante il vignaiolo “Ampelio” che porta sulla testa un cesto di uva e la sua ombra diventa bottiglia, è chiaramente indicato sul retro delle bottiglie dei vignaioli Fivi.
Valle delle Ferle
Contrada Valle delle Ferle, snc
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Caltagirone (Ct)
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