(Alessandra Piubello e Aldo Lorenzoni)
da Milano, Michele Pizzillo
Sono solo 700 mila bottiglie, ma si fanno vedere e apprezzare dagli appassionati di bollicine. Questo è il Durello, spumante prodotto in poco più di 20 comuni distribuiti fra le province di Verona e di Vicenza dove sono presenti 300 ettari di vigna (il Lessini Durello però abbraccia un’estensione di 473 ettari) che producono uve Durella utilizzate per avere le bollicine che solitamente non entrano nel gruppo di quelle che sono abbastanza di moda.
Quasi 430 i viticoltori censiti dal Consorzio di tutela vini Lessini Durello, 25 i vinificatori-imbottigliatori, 4.500 ettolitri di vino certificato. “Numeri contenuti, rispetto ad altri spumanti italiani – ammette il direttore del Consorzio di tutela, Aldo Lorenzoni – abbiamo la consapevolezza però di proporre un prodotto di territorio che per le sue qualità, sta riscuotendo molti consensi fra gli appassionati, tant’è vero che l’anno scorso ha registrato una crescita nei consumi del 5 per cento, a fronte del tre per cento medio degli spumanti classificati come tradizionali”.
Lorenzoni, poi, cita i 5 spumanti della denominazione Durello a cui i degustatori della rivista americana “Wine Enthusiast” hanno assegnato il massimo punteggio: da 90 in su; e cioè: Corte Moschina 2009 Durello; Corte Moschina 2010 metodo classico Durello; Corte Moschina 2011 36 mesi metodo classico Durello; Corte Moschina 2008 metodo classico riserva Durello 2008; Ca' Rugate 2001 Amedeo metodo classico riserva White.
Forte degli apprezzamenti degli esperti, il Consorzio del Durello ha ripetuto, a Milano, la degustazione denominata “Durello&Friends”, in collaborazione con l’Ais, dove friends sta ad indicare i tanti spumanti territoriali da vitigno autoctono, con la presenza di quasi tutte le regioni italiane ma anche francesi (Champagne, Alsace, Bourgogne, Languedoc, Limoux) nonché spagnoli, bulgari, tedeschi e addirittura inglesi, argentini e brasiliani. “Un bel confronto per queste bollicine che esaltano il fenomeno degli spumanti di territori cioè, a generare la dinamica del poco per molti, in pratica un micro mercato in cui molte aziende producono poche pregiate bottiglie”, dice il presidente nazionale dell’Ais, Antonello Maietta. “Noi siamo un manipolo di piccole aziende anche come entità produttive”, aggiunge Lorenzoni. Che ricorda gli inizi delle attività del Consorzio di tutela: pochissime aziende e 70 mila bottiglie prodotte.
“Però eravamo sicuri della qualità del nostro prodotto – sottolinea il direttore del consorzio – tant’è vero che oggi non è più uno spumante sconosciuto ma, al contrario, sta diventando un modello di riferimento nel panorama delle bollicine italiane. E, questo, grazie alla professionalità dei viticoltori veneti e alla voglia di novità e di originalità tra i consumatori sempre alla ricerca di nuove espressioni territoriali”. E, il banco d’assaggio organizzato a Milano vuole rispondere a questa ricerca di prodotti non scontati da parte dei consumatori e il Consorzio del Durello lo fa anche in modo originale, visto che si è fatto accompagnare da tutti gli spumanti che sono figli di vitigni originali del territorio, provenienti da tutto il mondo.
Per rendere ancora più “appetitosa” la degustazione, i produttori di Durello hanno fatto servire alcuni piatti tipici come il baccalà alla vicentina, le vongole di Goro, i sapori del frantoio e del forno, il gelato di Durello e la ricotta della Lessinia.
Conclusione del grande banco d’assaggio, l’assegnazione di tre premi – una Mathusalem di Durello di 6 litri millesimato 2008 – al giornalista, al ristoratore e all’ambasciatore del Durello 2015. E, cioè, ad Alessandra Piubello, di Spirito Divino e nostra collaboratrice, “perché nella sua attività giornalistica ha saputo evidenziare l’evoluzione che ha caratterizzato la Doc del Lessini Durello negli ultimi 15 anni, guidando anche il lettore alla scoperta del terroir fino alla degustazione delle differenti interpretazioni dell’uva Durella”. Giorgio Rinaldi dell’Ais Lombardia è invece Ambasciatore Durello 2015 perché “con la sua professionalità e la passione nel raccontare il vino, ha saputo avvicinare consumatori esperti e neofiti alle ricchezze enologiche delle colline di Verona e Vicenza”. Infine, il ristorante “a’ Riccione” perché “da tempo è punto di riferimento per chi cerca sapori d’autore abbinati a vini di qualità e, contestualmente il Lessini Durello viene proposto quotidianamente con i piatti della casa e raccontato con entusiasmo e passione”.