Dal metodo classico al metodo charmat, dal Sudafrica alla Francia, dall’Italia alla Nuova Zelanda, ecco i diversi tipi di sparkling premiati da International Wine Spirit competition.
La degustazione inizia con un Cuvée Alexander II Brut Rosé S.A., uno sparkling metodo classico russo da uve Pinot Nero prodotto in una zona, tra Anapa e Novorossiysk vicino la costa del Mar Nero, caratterizzata da un terroir molto simile allo Champagne. I suoi profumi sono netti ma allo stesso tempo non invasivi, con sentori di ciliegia e frutti di bosco marcati. Al finale risulta armonico in quanto la dolcezza dei frutti è bilanciata dalle note minerali che gli conferiscono sapidità. Dunque un prodotto fresco, caratterizzato da una facile beva, da consumare come aperitivo anche nelle serate più calde.
Ci spostiamo in America latina e assaggiamo un Reserva, dell’annata 2009. Un blend di Chardonnay (70%) e Pinot Nero (30%), di Casa Valduga, uno dei produttori più importanti del Brasile. Le particolari condizioni climatiche della zona di produzione, che si trova al confine con l’Uruguay, permettono di fare due vendemmie nello stesso anno. Il prodotto è caratterizzato da aromi lievi e delicati, come la dolcezza delle briosche. Un vino elegante e delicato anche al palato. Torniamo a casa, dunque in Italia e questa volta con un Metodo Charmat. Si tratta del Prosecco Superiore di Carpenè Malvolti. La sua caratteristica è una delicatezza di profumi, in particolare di fiori di campo. Al palato continua questa delicatezza supportata dalla giusta dose di acidità. Dall’Italia alla Spagna, degustiamo un Cava Mont-Ferrant Reserva Brut 2007. Bright and light greenish golden colour. È un vino con bassa gradazione zuccherina. La sua dolcezza viene bilanciata dall’acidità. Il risultato è un vino piacevole e avvolgente, con una buona persistenza che indica la sua buona evoluzione.
Il nostro viaggio prosegue nel Nuovo Mondo, in Nuova Zelanda, con un metodo classico di produzione di Lion. Un blend composto per il 22% di Chardonnay e per il 48% da Pinot Nero. I sentori immediatamente riconoscibili sono quelli erbacei che pervadono il naso e ritornano al palato con retrogusto leggermente amaro. Un vino che richiama usi e costumi made in New Zeland, che accompagna i piatti fusion con influenze asiatiche che caratterizzano la cucina di questo Paese. È la volta del Sudafrica che ci sorprende con un prodotto molto particolare, un blend di Chardonnay (60%) e Pinot Nero, Pongràcs Desiderius Brut 2003, caratterizzato da profumi intensi, che spaziano dalle note fruttate a quelle erbacee, che si ripropongono al palato.
Si prosegue con le bollicine made in England, che incontano sempre più il gusto dei consumatori. Si tratta del Blanc de Blancs Brut 2007 Bolney Estate. Un vino che per le sue caratteristiche, la sua eleganza e le sue marcate note agrumate, richiama il re delle bollicine, lo Champagne. È proprio quest’ultimo il nostro penultimo protagonista del nostro viaggio gusto-olfattivo,in particolare lo Champagne Louis Barthélemy Brut Saphir 2002. Un vino caratterizzato da un equilibrio sorprendente che dimostra ancora una volta la grandezza dell’annata che fa una grande prodotto.
Completa la gamma, una “chicca”. Dulcis in fundo è uno sparkling Ice Wine Canadese, Magnotta Sparkling Ice VQA 2008. Al naso i suoi sentori mielati sono già preludio di una dolcezza che compone la prima parte del gusto al palato, poiché la seconda parte è invece caratterizzata da una sapidità ben marcata. Il risultato è un vino armonico e di carattere.
Maria Antonietta Pioppo