Ieri terzo giorno di Vinitaly. Tanti assaggi, tra anteprime, nuove etichette e grandi vini. Questa edizione si sta rivelando particolarmente stimolante con un’offerta sempre più ampia e variegata. Una rassegna che non smette mai di proporre qualcosa di interessante e, dopo anni e anni di ricerca, riesce ancora a stupirci, ravvivando il nostro interesse e l’entusiasmo. Spesso le cose più belle sono quelle inaspettate perché cambiano la nostra visione di un territorio, di una tipologia o di un modo di fare vino. Anche quest’anno ci siamo imbattuti in qualcosa di sorprendente, un calice che ci ha fatto subito pensare “Wow!” senza esitazione, regalandoci un momento felice che vogliamo condividere con voi. Ecco allora i vini che non ci aspettavamo, ma che hanno cambiato la nostra giornata:
Rubino di Cantavenna Uanta 2018 – Ca’ Ordano
Prodotto in una delle più piccole Doc italiane, questo rosso da uve Barbera (75%), Freisa (15%) e Grignolino (15%) incarna alla perfezione un modello di eleganza che non fa a meno di energia, dinamismo e intensità. L’olfatto è caratterizzato da sentori di frutta rossa matura al punto giusto che vengono contornati da soffusioni speziate e da una tenue nota di cioccolato. Tutto è giocato su armonia e delicatezza. L’assaggio regala una vivacità allegra e piacevole grazie ad una sferzante acidità e a un tannino composto. Ordinata la progressione che conduce a un lungo finale rinfrescante.
Alto Adige Schiava Gschleir 2008 – Girlan
Sai che si tratta di un vino longevo figlio di una vigna centenaria, sai che è un fuoriclasse della tipologia, ma quando assaggi un’annata come la 2008 pensi che tutto questo non sia abbastanza. C’è fascino, estrema eleganza che si avvale di dettagli e chiaro-scuri e, non ultima, una vitalità inaspettata. La terziarizzazione che si aspetta è così nobile e delicata che quasi sembra di trovarsi di fronte ad un’evoluzione che non ha niente a che vedere con alcun modello conosciuto. Un rosso che ha attraversato gli anni e ora mostra in punta di piedi la sua classe.
Brda Malvazija 2020 – Ščurek
Tre mesi di macerazione sulle bucce, 9 mesi di maturazione in botti da 500 litri nuove e usate e 3 mesi in acciaio per un bianco che rappresenta la decima vendemmia fatta in questi vigneti di Malvasia Istriana. Fiori gialli ben definiti, un tocco di marzapane, sottilissime note di zucchero a velo e vaniglia che lasciano poi spazio ad un frutto acidulo che ricorda la susina gialla precedono un sorso pieno, polposo e leggermente tannico, dotato di una matericità che potremmo definire “apparente” poiché lascia subito spazio a freschezza e slancio in un allungo vibrante.