(Un momento della verticale in casa Maestrelli)
Silvia Maestrelli ha proposto le prime cinque annate della sua riserva Il Musmeci in una speciale verticale.
Lo ha fatto aprendo le porte della sua casa nel centro storico di Milano a pochi ospiti per raccontare la magia del contesto unico dell’Etna, le vigne centenarie del cru lasciando poi che i vini fossero, insieme a lei, i veri protagonisti della serata. All’arrivo osserviamo stupiti alcuni alberelli, vere sculture della natura, che la padrona di casa ha posto nel suo salotto per decorazione. Nell’attesa di essere tutti presenti per la verticale abbiamo iniziato gli assaggi con un calice di Il Musmeci Etna bianco Superiore 2013 da sole uve Carricante provenienti da Milo a est del vulcano. Vinificato per 9 mesi in botte grande era un vino assolutamente interessante con nei profumi una sinfonia di erbe aromatiche, frutta bianca, pietra focaia ben evidente. L’assaggio fresco e minerale dopo un debutto sottile si espande in bocca con note di frutta matura persistenti.
(Silvia Maestrelli)
La verticale di Il Musmeci, dedicata al precedente proprietario del vigneto che lo aveva custodito con cura e amore nel corso di molti anni, è stata poi inframezzata da assaggi di pane e panelle poco note ai presenti provenienti per lo più di Milano e provincia.
A chiudere Silvia ha tenuto fede a una promessa fatta in un incontro precedente a Expo. Ha aperto il Laeneo 2012 Nerello Cappuccio in purezza vinificato in acciaio con una fermentazione malolattica spontanea. Il naso complesso ci ha portato prima note floreali seguite poi da dominanti spezie tra cui cardamomo, pepe, chiodi di garofano, da frutta rossa e nera piccola, per evolvere poi su sentori di macchia mediterranea, grafite, cacao. La bocca bilanciata nei tannini, era equilibrata tra acidità e sapidità con un’elegante lunghezza nel finale.
L’incontro ha trasportato i presenti in un magico e immaginario viaggio sull’Etna alla scoperta dei suoi vini dai più noti di Nerello Mascalese ai rari Carricante e Nerello Cappuccio entrambi in purezza. Guidati da Silvia abbiamo avuto una totale conferma di come il vulcano conferisce alle uve caratteristiche uniche interpretate poi in cantina con maestria, passione e competenza.
Ecco le note di degustazione de Il Musmeci con i nostri voti da 1 a 5
Il Musmeci 2011 in anteprima. Questo millesimo come gli altri ottenuto da alberelli di più di ottanta anni è vinificato con una fermentazione malolattica spontanea e un affinamento per 20 mesi in legno tra botte grande e tonneaux. L’annata non ancora in vendita aveva nel calice il caratteristico colore di un Nerello Mascalese. I profumi spaziavano da frutti rossi e neri maturi passando poi a fiori secchi, erbe sfumando al pepe, alla grafite. Nell’assaggio i tannini erano importanti ma già quasi dolci, il vino era avvolgente con un finale lungo e un accenno balsamico nonostante sia ancora giovane e ancora non espresso. 3,5
Il Musmeci 2010. Piacevolissimo nella degustazione, quasi croccante anche se è ancora molto giovane. Di nuovo un naso di piccoli frutti di bosco uniti a fiori ed erbe medicinali. La bocca dall’acidità marcata aveva tannini morbidi. Fresco, energico al palato aveva un retrogusto finale dai delicati toni agrumati. 4
Il Musmeci 2009. Frutto di un’annata difficile dal punto di vista meteorologico aveva nella degustazione un carattere olfattivo particolare più giocato sulle note della ciliegia insieme agli altri frutti di bosco che lasciavano spazio a lievi sentori di note tostate. Succoso, concentrato all’assaggio era sapido e avvolgente con un retrogusto di frutto e viole. 3,5
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Il Musmeci 2008. Sin qui il più particolare dal punto di vista olfativo. Prima i fiori secchi stemperavano in capperi, rosmarino poi pepe macinato e grafite. La bocca sfaccettata aveva un tannino gentile, una bella acidità in bella progressione per un assaggio fresco, lungo, continuo appagante e unico. 5
Il Musmeci 2007. Prima annata prodotta quando da poco era stata acquisita la proprietà ha regalato oltre a tanta frutta rossa matura e note spezie di pepe le note eteree del catrame. La degustazione emozionale ancora succosa con i suoi tannini evoluti è stata di un sorso avvolgente e complesso di un vino con ancora tempo di evoluzione. 4
Giovanna Moldenhauer