Un tema sempre più discusso e attuale riguarda le soluzioni di chiusura, così le aziende che si occupano di questo importante elemento del vino portano avanti ricerche ed approfondimenti che diventano fondamentali per orientare i produttori in quella che può essere la soluzione migliore per la personale produttività. È il caso di Vinventions, il fornitore di soluzioni di chiusura progettate per supportare le diverse esigenze dei produttori di vino nei cinque continenti, che con la compartecipazione di Enolab e di Assoenologi ha portato avanti una serie di incontri, dal titolo: “Taste the difference, dalle parole ai fatti”, mirati a far conoscere, approfondire e testare con mano le innovazioni portate avanti in questo campo.
Antonino La Placa, direttore commerciale Vinventions Italia e Sud-Est Europa ha introdotto l’azienda e ha esposto alcuni dei principali progetti in corso: “Doveroso sottolineare che oggi Vinventions – che vuol dire vino e innovazione – racchiude sotto il suo cappello il noto brand Nomacorc (inizialmente conosciuta come azienda da “Noel Marc”, nome del suo fondatore). Da qui, proprio per portare avanti il concetto di innovazione, Vinventions ha deciso di creare la prima chiusura al mondo certificata carbon neutral prodotta da origine vegetale da canna da zucchero. Da anni ci impegniamo a fornire soluzioni di chiusura che ottimizzino prestazioni, design e sostenibilità grazie alle capacità innovative dei nostri marchi che abbracciano ogni tipologia di chiusura, da Nomacorc Green Line e Blue Line, ai tappi micro-naturali SÜBR, finanche ai tappi a vite Vintop e la linea Wine Quality Solutions composta da analizzatori, apparecchiature e servizi progettati per offrire un controllo qualità del vino in tempo reale. Come per tutte le chiusure Nomacorc, i nuovi Classic Green e Smart Green sono completamente Tca-free e sono al 100% privi di colle, così da garantire l’assenza di alcun tipo di contaminazione o di sapore sgradevole derivante dalle chiusure. Giusto per dare un ordine numerico, ad oggi la crescita di Vinventions è sempre più evidente, con un 3,5 miliardi di chiusure in tutto il mondo, ben 650 dipendenti e il 16% di market share. Alla base del nostro successo ci sono le scelte qualitative, la ricerca, le innovazioni tecnologiche che garantiscono alle imprese vinicole di mettere al sicuro i propri vini con tappi dalle prestazioni elevate ed omogenee”.
Non solo tappo raso cilindrico, ma anche una continua ricerca sulla chiusura a vite che sta diventando sempre più richiesta e sempre più una tendenza seguita da molti produttori anche italiani. Come sottolinea La Placa: “In merito alla chiusura tappo a vite, stiamo già portando avanti progetti e ricerche al fine di garantire anche su questo tipo di chiusura una personalizzazione del prodotto. Non lo abbiamo scelto per questa comparativa, perché per il tappo a vite è necessario inertizzare il tappo nel suo interno; non serve fare l’inertizzazione solo nel collo della bottiglia ma anche nel tappo con una angolazione particolare. Non da ultimo, un’altra importante novità presentata riguarda la prima chiusura per vini al mondo prodotta riciclando plastica raccolta nelle zone costiere e destinata a finire negli oceani: Ocean Bound Plastic”. Tornando all’incontro, che si è tenuto nella cornice di Masseria Roseto a contrada Roseto nel beneventano, Gabriele Gorelli – primo Master of Wine italiano e Brand Ambassador di Vinvention – ha condotto questa interessante degustazione comparativa, dove in maniera anonima sono stati fatti degustare diversi campioni di vini di tipologie e provenienze diverse, chiusi con tappi diversi, in modo da cogliere le caratteristiche degli stessi. Le bottiglie sono state tappate in linea, ossia provenienti dallo stesso lotto e annata con tappi differenti per permeabilità, così da comprendere al meglio gli effetti e le differenze organolettiche tra le diverse soluzioni di chiusura.
Come ha più volte sottolineato Gabriele Gorelli: “Conosco Vinventions da diversi anni, avendone seguito da vicino l’evoluzione e condivido l’approccio con cui l’azienda si orienta per permettere una maggiore valorizzazione del vino, l’attitudine alla relazione umana e soprattutto al rispetto dell’ambiente”. Per l’occasione è stato coinvolto anche Andrea Farinetti dell’azienda Fontanafredda, che non solo ha raccontato la sua testimonianza diretta in merito alla scelta delle chiusure della linea Nomacorc, ma il suo Docg Roero Arneis e il suo Barolo Docg Serralunga D’alba, sono stati tra i vini protagonisti dell’esperimento degustativo. Un esperimento che ha messo in luce l’importanza della gestione dell’ossigeno (si parla di tenori d’ossigeno) e soprattutto di come, in base alla tipologia di tappo impiegato, cambia totalmente l’espressione del vino nel bicchiere; dalla versione più chiusa a livello olfattivo-gustativo – come il Nomacorc Reserva – a quella che rivela il giusto compromesso in termini di eleganza e di perfetto equilibrio con l’utilizzo dei tappi della linea Nomacorc. La scelta del tipo di chiusura viene personalizzata in base all’esigenza e la filosofia che il produttore intende perseguire.