(Maurizio Filippi)
di Michele Pizzillo, Trento
Sette bollicine, una diversa dell’altra, che permette solo il Trento doc.
Estrema sintesi della degustazione condotta dall’umbro Maurizio Filippi – proclamato l’anno scorso miglior sommelier d’Italia – nell’ambito di “Trentodoc. Bollicine sulla città”, evento organizzato dalla Camera di commercio e il Consorzio vini del Trentino, con il supporto della Provincia e la collaborazione delle strade del vino, dei formaggi delle Dolomiti, della mela della Val di Non, per omaggiare una grande eccellenza italiana, il Trento doc, appunto, che sino al 10 dicembre farà un po’ da polo di attrazione per quanti vorranno conoscere meglio il Trentino. Sette gli spumanti in degustazione. Tutti millesimati. Tutti con personalità differente, tanto da avere l’impressione che provenissero da regioni molto distanti fra di loro. E’, secondo Filippi, la forza di queste bollicine che, tutto sommato, sono semplici da interpretare, facili da abbinare nonché fresche e ammalianti, così come aveva già intuito il creatore dello spumante trentino, il mitico Luigi Ferrari, nel 1902, dopo i suoi numerosi viaggi in Francia.
Queste le bollicineTrento doc degustate insieme a Maurizio Filippi.
Marco Tonini, Trento doc 2014
È una piccola azienda di recente fondazione – 2013 – che dal primo giorno ha virato verso la coltura biologica con vini di gusto internazionale – voluto o è capitato per caso? – puliti, che raccontano bene il territorio di produzione. Con la prima vendemmia siamo con un uvaggio di Chardonnay e Pinot bianco, perfettamente uguali, che assicurano un prodotto di colore paglierino tendente al bianco e un discreto perlage. Il profumo è delicato, con belle note di frutta a polpa bianca matura e, in bocca, si dimostra di grande bevibilità, con una nota di acidità sostenuta anche da gradevoli note vegetali. Unico neo, i 24 mesi sui lieviti, quando si superano i 36 mesi, che penalizzano la struttura del vino. Da considerare, comunque, visto che per la famiglia Tonini questa è la prima vendemmia.
Rotari AlpeRegis pas dosé 2011
Chardonnay in purezza con il 30% affinato in barrique, di colore dorato probabilmente dato dalle uve raccolte ben mature, in vigne della Piana Rotaliana, allevate con il sistema della pergola trentina. E’ una bollicina che gioca molto sul giusto equilibrio di morbidezza e di acidità e un ventaglio di sentori tra floreali e fruttati. Qui i 60 mesi di affinamento si sentono tutti, dai profumi al gusto, tra ginestra appassita e radice di zenzero, erbe aromatiche e frutta a polpa gialla matura nonché la pienezza e la buona struttura che assicura in bocca.
Madonna delle Vittorie brut millesimato 2012
E’ il giocattolo da una famiglia molto conosciuta per la produzione di grappa, Marzadro di Arco. Qui lo Chardonnay è lavorato solo nell’acciaio, ottenendo un prodotto fresco, sottile, elegante che, però, in bocca offre una quantità di sapori che dai profumi non ci si aspettava. E’ uno spumante morbido, fresco con una bella nota di cedro, buccia di limone e Filippi che avverte anche note di erbe di prato appena bagnate. E’ un’ottima bollicina per accompagnare l’aperitivo, ma quello impegnativo come un buon fritto all’italiana.
Ferrari perlé 2010
I Lunelli non amano gli uvaggi e, quindi, anche il perlé, linea che segue a ruota quella più importante, è ottenuto da uve Chardonnay in purezza che passano solo in acciaio. E’ un prodotto elegante, facilmente individuabile, con belle note di freschezza sostenute da sentori agrumati insieme a quelli assicurati dalla pesca gialla matura, pepe bianco e, anche, arbusto di lavanda. Insomma, un complesso di sentori che ne fanno un vino dalla lunga persistenza oltre che particolarmente adatto da abbinare a carni bianche.
Letrari brut riserva Talento 2010
Ancora una volta Lucia Letrari, che ha appena perso il padre Lionello, uno dei precursori della sperimentazione dello spumante, ha fatto un piccolo capolavoro con questa bollicina ottenuta da un uvaggio di Chardonnay (60%) e Pinot nero (40%). Al naso si presenta subito con un’acidità persistente e una serie di sentori dove il pompelmo rosa e fiori di campo sono molto prevalenti. Che, poi, si presentano in bocca con note fruttate e una gradevole prevalenza dei sentori di mandarino. Insomma, dice Filippi, è un vino sul quale si può fare affidamento. E, qui, aggiunge qualche perla quando dice che è il vino che lo accompagna sul prato di fieno e che ti può dare i profumi di una nespola collocata sul pozzo per acquisire umidità.
Cesarini Sforza 1673 riserva Tridentum 2009
Le uve Chardonnay per questa bollicina arrivano dalla Val di Cembra dove la quantità di sole è enorme, coltivate in vigne terrazzate (oltre 700 km. di mura) rinomate anche per la vocazione alla forma di coltivazione biologica, naturale. Oltretutto in una terra che non ha bisogno di rincorrere le pratiche delle coltivazioni biologiche perchè è qualcosa di naturale. Degustando questo spumante, emergono subito delle note di panna e pesca gialla matura ma con un passaggio di caramello sopra, oltre a note di maggiorana e mentuccia di prato. Insomma, quasi una torta mimosa. E’ sicuramente lo spumante che ci aspettavamo, dice Filippi e, oltretutto immediato, lineare, corretto.
Altemasi riserva Graal 2009
L’uvaggio di Chardonnay (70%) e Pinot nero (30%), assicura un vino dal colore compatto nonché una luminosità sorprendente. Il perlage, poi, è una sorta di piccolo fuoco d’artificio che accompagna sentori come zenzero, buccia di pesca e di arancia e con una leggera nota astringente che, probabilmente, è importante per sottolineare la mineralità che si avverte in questo prodotto. Potrebbe essere uno spumante da dopo cena, tanto da sostituire anche il vino passito.