C’è un famoso proverbio arabo che dice che se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna. In questa occasione è stata la montagna ad andare da qualche parte e precisamente a Roma. Infatti, in occasione del suo centenario, il Consorzio di Tutela del Santa Maddalena è “sceso” nella Capitale. I produttori hanno presentato le annate attuali dei loro Santa Maddalena nella storica Vinoteca Trimani di Roma, dove si è svolta una degustazione dedicata al vino Santa Maddalena Classico. Il 19 marzo 1923, nella locanda Untermoser, fu fondata la Cooperativa dei viticoltori del Santa Maddalena per tutelare la produzione vinicola locale. Già allora, il compito principale di questa organizzazione era quello di proteggere la commercializzazione dei vini con il marchio del Santa Maddalena. Con questo scopo, la denominazione geografica “vino Santa Maddalena” fu creata per proteggere il marchio stesso, con l’ausilio delle norme dei disciplinari. Il Consorzio di Tutela del Santa Maddalena è considerato la prima associazione di tutela di una denominazione d’origine in Italia.
Il presidente Josephus Mayr dichiara: “Siamo grati ai pionieri del passato che hanno riconosciuto l’importanza di proteggere l’origine del Santa Maddalena. È nostra missione e obbligo continuare a lavorare sulla qualità dei nostri vini con il marchio del Santa Maddalena in nome dei loro ideali”. Durante la manifestazione si sono tenutee tre masterclass sul potenziale di invecchiamento dei vini Santa Maddalena, condotte dai due noti giornalisti enologici Daniele Cernilli e Dario Cappelloni. Il Santa Maddalena è uno dei vini più tradizionali dell’Alto Adige, come dimostra anche il suo centenario. “Questo vino è caratterizzato da un’alta bevibilità, che è un aspetto modernissimo” sottolinea Daniele Cernilli, direttore di DoctorWine, e continua: “Il pubblico di oggi, soprattutto la fascia dei giovani, vuole vini facilmente bevibili; è passato il tempo dei “vinoni”. Il Santa Maddalena è un vino elegante, agile e “crispy””.
Il Santa Maddalena è uno dei vini più tradizionali dell’Alto Adige, come dimostra anche il suo centenario. I partecipanti sono stati entusiasti della qualità dei vini e delle sfaccettature rivelate dalle diverse zone, altitudini e annate. “La Masterclass è stata per me una splendida conferma, un vino delizioso, immediato e gastronomico che mi ha sorpreso per la sua longevità – ha detto uno degli appassionati – È stata un’esperienza unica per me, una “full immersion” nel mondo del Santa Maddalena, che mi è piaciuta molto perché ho avuto modo di vederne tutte le diverse sfumature. È un vino trasparente, con tannini ben integrati”.
Le tre masterclass previste hanno avuto come tema:
- La prima è stata un confronto tra le annate correnti della selezione ed una vecchia annata Hans Rottensteiner – Franz Gojer-Glögglhof – Pfannenstielhof – Ansitz Waldgries – Untermoser
- La seconda un confronto tra le annate correnti della selezione ed una vecchia annata Kandlerhof – Cantina Bozen – Griesbauer – Unterganzner
- La terza nuove e vecchie annate a confronto Larcherhof – Max Thurner-Perlhof – Eberlehof – Muri-Gries.
Le cantine presenti sono state: Cantina Bozen – Eberlehof – Franz Gojer-Glögglhof – Griesbauerhof – Kandlerhof – Larcherhof – Muri-Gries – Max Thurner-Perlhof – Pfannenstielhof – Tenuta Hans Rottensteiner – Erbhof Unterganzner – Untermoser – Ansitz Waldgries.