Si chiama “Campania Stories 2018” l'evento dedicato alla presentazione delle nuove annate campane che quest'anno ha presentato un'importante e interessante novità.
Perché, a fianco delle etichette “di casa”, i visitatori hanno ritrovato i vini provenienti anche dalla Basilicata (Basilicata Stories). Sono 80 le aziende campane e 18 quelle lucane che stanno partecipando alla manifestazione oganizzata dall’agenzia di comunicazione Miriade & Partners e che si terrà fino a domani a Palazzo Caracciolo di Napoli e che vede la presenza di centinaia di giornalisti italiani e stranieri. Oggi vi presentiamo i bianchi (secondo noi) che meritano di essere assaggiati.
I nostri migliori assaggi:
Caprettone Spumante Metodo Classico 2014 – Casa Setaro: agrumato, salmastro, con toni quasi iodati. In bocca è fine, fresco, equilibrato, sapido e lungo.
Catalanesca del Monte Somma Catalunae 2017 – Tenuta Augustea: pera, cenni agrumati e note minerali finissime precedono un sorso persistente, dotato di grande corrispondenza gusto-olfattiva.
Vesuvio Lacryma Christi Bianco Vigna Lapillo 2016 – Sorrentino: si caratterizza per sentori di pietra focaia, erbe aromatiche, consistenza e una punta salina.
Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2016 – Marisa Cuomo: grande, come spesso accade. Fine con frutta, erbe aromatiche e una nota marina. Al palato trasmette subito l’idea di completezza. E’ fresco, sapido, pieno e persistente.
Campania Falangina Preta 2017 – Capolino Perlingieri: floreale, pulito, dritto, lineare, si caratterizza per l’ottima beva e la piacevolezza.
Campi Flegri Falangina Cruna del Lago 2015 – La Sibilla: naso dominato da sentori di idrocarburi. In bocca ha buona acidità, spiccata sapidità e un ottimo allungo.
Terre del Volturno Bianco Polveri della Scarrupata 2016 – Nanni Copè: pulito ed elegante all’olfatto con la componente fruttata che si arricchisce di profumi di erbe aromatiche. Il sorso è fresco, pieno e molto persistente.
Fiano di Avellino 2017 – Petilia: nitido al naso con ricordi di frutta esotica. Sorso lungo, provvisto di grande energia.
Fiano di avellino Tenute di Altavilla 2017 – Tenute di Altavilla: leggermente austero al naso, è pieno, ricco, sapido e ben articolato.
Fiano di Avellino 2016 – Vigne Guardagno: fresco, salino, verticale, dinamico, andrà lontano nel tempo.
Irpinia Fiano Vigna Rotole 2015 – Di Prisco: originale con note gessose al naso e un palato pieno e profondo.
Fiano di Avellino Alimata 2015 – Villa Raiano: profumi sulfurei e erbe officinali precedono un sorso freschissimo con grande presenza aromatica. Evolverà per anni.
Fiano di Avellino Colle dei Cerri 2007 – Di Meo: naso intenso e complesso. In bocca è fresco, avvolgente, ricco e lunghissimo. Perfetta integrità, andrà ancora avanti nel tempo. Grande bottiglia.
Fiano di Avellino Erminia Di Meo 2003 – Di Meo: fini sentori di scorzetta di agrume candita sono seguiti da grande sapidità. Porta molto bene la sua età.
Greco di Tufo Vigna Cicogna 2017 – Benito Ferrara: naso sulfureo completato da profumi di fiori gialli. Al palato ha viva acidità, struttura, profondità e lunghezza. Tipico e perentorio.
Greco di Tufo 2017 – Petilia: è un po’ chiuso al naso, ma in bocca mostra spessore, freschezza e persistenza. Ottime le prospettive.
Greco di Tufo Cutizzi 2017 – Feudi di San Gregorio: elegante, fine e, nello stesso tempo, strutturato. Grande freschezza e incisività. Crescerà per anni.
Greco di Tufo Miniere 2016 – Cantine dell’Angelo: naso spiccatamente sulfureo che conferisce un’impronta territoriale netta, quasi scontrosa. Il palato è ben bilanciato tra la notevole consistenza e l’ottima sapidità. Terroir liquido.
Greco di Tufo 2016 – Pietracupa: naso un po’ chiuso. E’ freschissimo, verticale, scattante, articolato, salino, lunghissimo. Lo riassaggeremo molte volte in futuro.
Greco di Tufo Torrefavale 2016 – Cantine dell’Angelo: all’olfatto si riscontra ottima pulizia. Il sorso mostra ancor di più l’anima minerale sulfurea di questo bianco che si caratterizza per struttura, persistenza e sapidità, ma anche per armonia e tipicità.
Federico Latteri