di Michele Pizzillo
In epoca a.c. (avanti coronavirus), in questo periodo, le rive e i dintorni dei due laghi più o meno collocati attorno a Brescia, Garda e Iseo, brulicavano di turisti tedeschi, svizzeri, austriaci ma anche provenienti da altri paesi del Nord Europa.
Con le cantine lombarde, venete e trentine che aprivano le porte a flussi di stranieri grandi appassionati di vini e bollicine della Franciacorta e del Trentodoc nonché dei rossi e rosati veronesi. Tant’è che sulle strade della Franciacorta, spesso le auto con targa straniera, superavano quelle italiane e con i ristoranti che facevano il tutto esaurito e i sommelier impegnati a consigliare e a fare degustare i migliori vini della zona. Adesso, a quanto è dato di sapere, non è così e ci si augura che si torni ad una normalità. Che c’è voluta la pandemia per far capire che era un vero inno alla vita, ai piaceri della tavola, a bei momenti di socializzazione che invoglia il vino. Tornerà la normalità che abbiamo perduto solo qualche mese fa? Gli ottimisti dicono di sì, ammettendo che ci vorrà un po’ di tempo per metabolizzare il lockdown, il distanziamento sociale, il timore di frequentare locali pubblici. Ottimisti come molti operatori del settore horeca che, a quanto pare, si stanno già preparando per rispondere alle esigenze dei clienti che già cominciano a frequentare bar, ristoranti, osterie, winebar.
E’ così? Lo abbiamo chiesto a Michele Bozza, export & marketing manager de La Montina, con sede a Monticelli Brusati, una delle aziende storiche della Franciacorta che produce mediamente 400.000 bottiglie all’anno e con una forte vocazione all’export. I fratelli Gian Carlo, Vittorio e Alberto Bozza – Michele rappresenta la seconda generazione – hanno fondato l’azienda nel 1987, acquisendo questo spazio incantevole che era appartenuto anche alla famiglia Montini – casato di Papa Paolo VI – da qui il nome La Montina, che hanno pure arricchito di un museo d’arte contemporanea intitolata all’artista Remo Bianco, allestendolo nei saloni di Villa Baiana, altra stupenda location adibita a ristorante e centro congressi di questo incantevole spazio che ospita pure l’associazione “dedicato A Te” che ha l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca sui tumori infantili. La famiglia Bozza è abbastanza ottimista sul futuro, tanto da aver predisposto una serie di iniziative per accogliere turisti e winelover in cantina e nei grandi saloni di Villa Baiana, in modo da valorizzare sempre di più il territorio franciacortino. E, per la ripartenza d.c. (post Covid), i Bozza hanno ripensato all’organizzazione aziendale, per adattare l’offerta alle nuove esigenze degli ospiti nonché per accoglierli in completa sicurezza ad aperitivi, pranzi, cene e brunch. Cindarella è il nome del nuovo format proposto dalla Villa, che per l’estate sarà aperta dal giovedì alla domenica.
Accogliere visitatori in cantina è importante per valorizzare ulteriormente la propria produzione e il territorio – indubbiamente fantastico quello franciacortino – dove sono ubicate le vigne che assicurano la materia prima per gli ottimi Franciacorta firmati La Montina?
“La Montina dal suo primo giorno di attività ha sempre tenuto le porte aperte ad appassionati e winelover, sabato e domenica inclusi. Cultura, passione e quel senso di familiarità che da sempre contraddistinguono l’animo dei produttori, li si respira solo andando a visitare e sentendo i profumi della cantina. A maggior ragione nel periodo vendemmiale, ad agosto. Il vigneto è una parte preponderante del processo produttivo, è da dove nasce tutto ed abbiamo la fortuna di avere attorno alle tenute circa 2,5 ettari, mentre i restanti sono sparsi in 7 comuni della Franciacorta: Provaglio d’Iseo, Passirano, Monticelli Brusati, Gussago, Cazzago San Martino, Rodengo Saiano, Adro”.
Quest’anno, però, niente Cantine Aperte, quindi, niente visitatori sia professionali che solo appassionati. E’ stata una grande perdita anche sotto l’aspetto di business?
“Certamente. Si consideri che soprattutto da marzo fino ad ottobre avevamo circa 7/9.000 visitatori provenienti da ogni parte d’Italia ed un 20% di stranieri. La Franciacorta ha una posizione strategica, 80 chilometri da Milano e circa 80 chilometri da Verona, il lago di Garda, il Lago d’Iseo sono grandissimi catalizzatori di turismo, e quest’anno ovviamente non si sono visti. Questo si riversa negativamente anche sulla vendita diretta nel nostro wine shop che per noi è importantissima”.
Quale altre iniziative proponete per accogliere clienti e winelover tutto l’anno?
“La Montina non è solo azienda vitivinicola, ma è anche sede di un Museo d’arte Contemporanea, aperto circa 15 anni fa per ospitare al suo interno quasi 300 opere dell’artista milanese Remo Bianco. La cantina è inoltre dotata di una galleria, all’interno della quale ogni 3 mesi ospitiamo mostre personali di artisti di diverso genere e provenienza. Lo scorso anno per circa 6 mesi abbiamo promosso l’arte aborigena Australiana con circa 200 pezzi unici tra boomerang e quadri”.
E il ruolo di Villa Baiana?
“All’interno delle Tenute, Villa Baiana, seicentesca casa padronale della famiglia Montini, avi di Papa Paolo VI è tornata agli antichi fasti dopo la ristrutturazione di fine anni ’80. Dal 92 è un’azienda che fa capo sempre alla stessa famiglia Bozza, ma gestisce autonomamente circa 200 eventi tra matrimoni, meeting, eventi vari. Può ospitare quasi 600 persone a sedere nei 1600 mq di saloni, ha chefs propri e una pasticceria interna che assicurano l’elevata qualità di ogni piatto”.
Non è il caso di inventarsi qualche altra iniziativa per cercare di contenere le difficoltà che sta producendo la pandemia?
“Operiamo al 100% con il canale Horeca, ma come molte aziende, abbiamo ravvivato il nostro E-commerce aziendale che era dormiente fino a Pasqua, ed ha avuto un incremento notevole, ma di certo non sufficiente a coprire le perdite. Anche l’export è rimasto fermo causa lockdown e vedremo quando i vari Paesi riprenderanno le riaperture. Abbiamo settimanalmente partecipato o programmato webinar /degustazioni mirate con sommelier e clienti, per far sentire la vicinanza della cantina, seppur virtualmente. Inoltre, abbiamo incrementato la nostra offerta di visite guidate e degustazioni, dando la possibilità agli ospiti di godere non solo dei nostri Franciacorta, ma anche della prelibata cucina di Villa Baiana. Proseguono poi le nostre degustazioni in abbinamento a prodotti tipici locali.
Avete subito colto la richiesta dei winelover di non essere privati, durante il lockdown, della possibilità di consumare le bollicine La Montina. Come sono andate le vendite?
“Come sopra detto, questo nuovo modo di comunicare ed essere vicini agli appassionati tramite i social è importante, ma attendiamo con grande entusiasmo la riapertura delle nostre cantine per ospitare eno-turisti e appassionati, nel rispetto delle norme che ci saranno richieste. Nel periodo di lockedown non abbiamo mai abbandonato i nostri clienti, abbiamo infatti arricchito di proposte il nostro e-commerce, offrendo per tutto il periodo spese di spedizione gratuite in tutta Italia”.
Pensate di continuare questo tipo di vendita?
“Assolutamente l’e-commerce che in Italia per il mondo del vino non ha mai avuto un grande appeal, avrà certamente un’onda lunga anche perché presumo che cambieranno da una parte i modi di consumare vino e dall’altra i consumatori. Un settore da incentivare e sviluppare anche per il futuro”.
In questo momento si avverte la necessità di un concreto sostegno pubblico a favore di cantine e di tutto il mondo horeca – sicuramente i comparti più colpiti – per agevolare la ripartenza assicurando finanziamenti necessari per continuare a lavorare con serenità?
“Il comparto “Turismo Italia” visto a 360° è un cardine fondamentale del nostro pil, e credo che ad oggi non si siano minimamente concretizzate le molte parole, cifre e le promesse fatte dal nostro “socio” di maggioranza che è lo Stato. Che è sempre pronto a ricevere, ma nel momento del bisogno, il buon Padre di famiglia non abbandona i propri figli. Così come le mere promesse, non danno da mangiare alle famiglie di un comparto enorme.
E, infine, la nostra mini degustazione.
Franciacorta extra brut Docg Quor 2910
Quor è cuore e, quindi, nome è emblematico, evocativo e contemporaneamente immediato perché nasce da un errore ortografico di Fiore, padre di fratelli Bozza, rivelato in una lettera scritta alla moglie Gina “Ho tanta voglia di abbracciarti. Te e i nostri amati figli, siete sempre nel mio quor”. Da qui nasce la voglia di creare un prodotto che racchiuda in sé la stessa emozione degli innamorati, dei vignaioli convinti, degli amanti della vita e della famiglia, per un vino che ha trascorso 2910 giorni sui lieviti. Si tratta di un Franciacorta extra brut di struttura e complessità avvolgente ottenuto da 65% di uve Chardonnay e 35% di Pinot nero, che alla degustazione evidenzia un colore giallo luminoso, perlage elegante, profumi che spaziano dal pane agli agrumi ai fiori bianchi. Sapido e fresco, sorso gustoso e di raffinata persistenza.
Un’idea regalo perfetta per chi cerca pensieri autentici da donare a chi gli sta a Quor.
Franciacorta pas dosé Baiana riserva Docg 2011
Chardonnay e Pinot nero, rispettivamente 55 e 45%, per questo elegante pas dosé di grande personalità. Di colore giallo paglierino con riflessi dorati, è caratterizzato da un bouquet che vira dalla mela al pompelmo sino ai fiori bianchi. Al palato è complesso nonché di fresca beva e di buona sapidità.
Franciacorta extra brut Docg
Sempre uvaggio di Chardonnay e Pinot nero però con percentuali di 75 e 25, per questa bollicina di colore giallo paglierino e perlage persistente. Al naso prevalgono le note agrumate con nuance di zagara e biancospino nonché sentori di crosta di pane. Al palato è secco e pulito, con una freschezza e sapidità perfettamente equilibrate.