Si è conclusa la prima edizione del Palermo Coffee Festival che si è svolto tra i lussureggianti viali dell’Orto Botanico di Palermo, lo splendido teatro en plein air della kermesse dedicata ad una delle bevande più bevute al mondo, è stata organizzata da Morettino, storica torrefazione palermitana meritevole di stare portando avanti l’ambizioso progetto della piantagione sperimentale di caffè in Sicilia, in collaborazione con Orto botanico e Coop Culture.
Al Palermo Coffee Festival non solo caffè
Il ‘Palermo Coffee Festival’ è il primo evento dedicato alle filiere sostenibili e alla biodiversità che ruota intorno all’affascinante mondo del caffé. Scopo della manifestazione, infatti, è stato creare e diffondere la cultura del caffè, bevanda tanto diffusa in Italia quanto poco conosciuta e valorizzata, mettendola a confronto con vino e olio, filiere che – grazie al lavoro di produttori illuminati e visionari – sono riuscite nel tempo a creare consapevolezza e curiosità intorno ad esse.
La cultura del caffè
Oltre al caffè, infatti, anche vino e olio e, persino l’acqua (a cui sono state dedicate ben due masterclass guidate da una water sommelier) sono mondi affini in cui la passione, l’amore per la terra e rispetto per la materia prima sono importanti punti di incontro.
Caffè, vino e olio (e acqua): trova le differenze
Tra il mondo del caffè e quelli del vino e dell’olio esistono, infatti, tante analogie con particolare riferimento agli aspetti sensoriali, alla centralità del terroir di provenienza, alla distintività dei metodi di coltivazione e di lavorazione, e alle tematiche di sostenibilità ambientale in grado di valorizzare la materia prima e il territorio.
La masterclass sul vino e caffè
Sono state tre le masterclass di abbinamento e confronto tra le caratteristiche sensoriali di caffè e vino, legate da tre tematiche differenti che accomunano alcuni vini e Specialty Coffee in degustazione.
Le masterclass sono state organizzate in collaborazione con Associazione italiana sommelier (Ais) Sicilia e condotte da Andrej Godina (tra i massimi esperti in Italia di Specialty Coffee), Federico Latteri (wine writer di Cronache di Gusto) e Gianni Giardina (enologo e degustatore internazionale). In particolare, in occasione della masterclass “Il Terroir nel caffè e nel vino”. condotta da Federico Latteri e Andrej Godina nell’Area Ficus Magnolia, si è parlato delle numerose analogie tra vino e caffè a cominciare dai descrittori comuni quali acidità, freschezza e maturità del frutto, solo per citarne alcuni fra tanti.
Il primo vino in degustazione è stato il Kheirè Gorghi Tondi 2021
che ha mostrato in bocca una bella acidità e freschezza e note di erbe aromatiche mediterranee. Al palato lascia una piacevole scia sapida e note di frutta bianca matura e vaniglia bourbon, dono gentile e non invasivo del legno.
Il primo caffè degustato in parallelo è stato una Arabica in formula filtro ottenuto con percolazione, metodo che consente alla caffeina di stare più tempo a contatto con l’acqua e, quindi, di essere presente in maggiore quantità all’interno della bevanda ottenuta alla fine, contrariamente a quanto si possa credere erroneamente. Questa degustazione ha evidenziato sentori più delicati al palato tipici di questa monovarietale in purezza. Facilmente distinguibili anche sentori agrumati quali
chinotto, bergamotto, te nero Early Grey. Il sorso evidenzia una discreta acidità non eccessiva. Chiude con una leggera nota amaricante.
Il secondo vino degustato è stato il PietraDolce Archineri. Nerello Mascalese in purezza. Al naso un bel frutto rosso ma anche note di tabacco e chiodi di garofano, In bocca il sorso è pieno e l’acidità vibrante. Il tannino, ben estratto, si presenta graffiante ma raffinato. Un esempio di vino “dritto” da manuale.
Durante la degustazione del secondo caffè è stato evidenziato che la tonalità del caffè e la sua lucidità sono indice di maggiore tostatura e coincidono con la conseguente maggiore amarezza e minore acidità. Il caffè era un Catuai con maturazione media. In questo caso si è evidenziato un frutto più maturo che ha lasciato spazio a note di cacao, marmellata, frutta disidratata. Il sorso ha, inoltre, evidenziato poca acidità, maggiore tendenza amaricante, tuttavia, piacevole. Nel finale il sorso chiude con note di liquirizia e fava di cacao.
Il terzo vino in degustazione è stato Anima Solis della cantina Fazio, blend di Cabernet Sauvignon e Nero d’Avola. Al naso offre sentori di frutti rossi molto matura e confettura. Al palato il sorso ha un carattere più strutturato e importante con finale avvolgente, morbido e rotondo.
A chiudere la degustazione il terzo caffè una qualità Honduras che ha evidenziato note decise di pasticceria e cacao fondente ma anche tabacco e pipa ingentilite dalla scorza di mandarino. Finale piacevolmente amaricante.