di Marco Sciarrini
Doveva svolgersi nel mese di maggio la manifestazione “Mamojàda Vives 2020”, nella cittadina di Mamoiada in provincia di Nuoro, nel cuore pulsante della Sardegna con i suoi 2.500 abitanti.
Qui l’associazione Mamojà, formata da produttori locali e nata nel 2015, aveva deciso di presentare agli onori delle cronache i vini ed il territorio delle aziende, ma i noti fatti legati all’emergenza sanitaria hanno costretto ad annullarla. L’Associazione ha 70 soci di cui 30 cantine che imbottigliano, 300 gli ettari vitati, di cui il 95% a Cannonau, e il 5% alla produzione di Granazza. Chi conosce la popolazione sarda, ed in particolare di questa zona, sa che la parola rassegnazione non esiste sul loro vocabolario, così non si sono persi d’animo. E e quanto mai calzante il detto che qualcuno ha rispolverato per l’occasione, se Maometto non va alla Montagna la montagna va a Maometto, in cui la montagna non è solo figurativa visto che i terreni sui quali vengono allevate le vigne variano da 650 a 750 metri sul livello del mare. I produttori hanno inviato dei campioni ai giornalisti per una degustazione da fare in casa. Ventuno i vini dei quali un bianco, tre rosati e il resto Cannonau. Quindici le Cantine aderenti all’iniziativa, per qualcuno di queste è stata la loro prima annata prodotta.
L’associazione Mamojà, che vede come capofila Francesco Sedilesu, ha come obiettivo lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e delle pratiche vitivinicole degli associati, la viticoltura tradizionale, il sistema di allevamento ad alberello, con limiti di resa bassi, interventi minimi nei vigneti e in cantina per favorire un’agricoltura sostenibile. Tutte le produzioni sono biologiche e la vinificazione viene eseguita solo con lieviti indigeni. Tutto questo ci fa intuire come l’Associazione abbia già gettato le basi per autoimporsi un “disciplinare” di allevamento e conduzione della cantina mirato a fare qualità. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, terreni di natura granitica di struttura sciolta e leggermente acidi, rendono il Cannonau di questi territori unico nel panorama isolano, che meriterebbe probabilmente una denominazione appropriata. Dobbiamo dare atto all’Associazione di un grande coraggio nel mettersi a nudo nel mandare campioni di botte che sarebbero passati sotto il giudizio di esperti senza avere paura di sentire le eventuali critiche, grande fiducia dei loro vini e in loro stessi. Tutto ciò conferisce alla degustazione un valore maggiore che è quello della trasparenza. Al fine di non disperdere il patrimonio genetico di questo territorio l’Associazione sta lavorando a delle selezioni massali. Passando alla degustazione l’annata 2019, dopo la disastrosa 2018, è stata sicuramente una buona annata sia per la qualità che per la quantità, che darà nell’evoluzione del vino delle belle soddisfazioni in termini di finezza e di eleganza che è anche l’obiettivo dei produttori. Alcuni di essi vengono da esperienze di viticultura di autoconsumo e probabilmente necessitano di maggiore attenzione più in cantina che in vigna, ma il fatto di essersi messi in gioco fa ben sperare.
Nei vini c’è molta intensità, freschezza ed acidità, tutto in buon equilibrio, e sorprendente anche il fatto di trovare un tannino non aggressivo ma morbido, e questo non può essere altro che l’unicità del territorio di Mamoiada gli conferisce. Tutti questi elementi ci portano alla considerazione che saranno vini che potranno avere anche un futuro longevo. Molti sono assaggi di vasca e non ancora in commercio e necessitano ancora di maggiore affinamento, ma rimane il fatto di un grande potenziale. Relativamente ai rosati premesso che non rientrano propriamente nella tradizione Mamoiadina, sentori e aromi sia olfattivi che gustativi riportavano al Cannonau. Forse è necessario affinare meglio le pratiche enologiche per renderlo sempre in modo naturale più fine sia nelle caratteristiche di riconoscimento, ma anche del colore, perché anche l’occhio vuole la sua parte. Provenza docet. Tra i vini messi in degustazione abbiamo scoperto un vitigno interessante il Granazza un vitigno a bacca bianca quasi dimenticato, allevato tra i filari del Cannonau e vinificato insieme per renderlo più morbido, al momento ci sono 10 ettari vitati. Alcuni illuminati produttori tra quelli dell’Associazione hanno intuito le potenzialità del Vitigno ed hanno incominciato ad allevarlo dandogli una dignità produttiva propria, con la propria personalità. Dicevamo che i vini degustati sono stati 21 e per brevità riporteremo solo alcuni tratti caratteristici di ciascuno.
Sartiu 2019 – Cantina Giuseppe Sedilesu
Cannonau fresco fruttato con una bella nota minerale accompagnata a note balsamiche, macchia mediterranea, ricorda molto le spezie, anche con sentori di frutta secca.
Mamuthone riserva 2017 – Cantina Giuseppe Sedilesu
Grande carattere e grande possibilità di beva, strutturato con sentori di piccoli frutti di bosco di spezie, di macchia mediterranea lentischio, cappero, alloro.
Balu Tundu riserva 2015 – Cantina Giuseppe Sedilesu
Vino di grande struttura e fine trama tannica, al naso note di mallo di noce sottobosco e note iodate, piccole bacche nere un sorso di grande equilibrio e finezza.
Mattio Granazza di Mamoiada 2019 – Cantina Francesco Cadinu
Note speziate al naso ma anche macchia mediterranea, agrumi canditi, sensazione sapida iodata, al palato sapido con spiccata acidità.
Perdas Longas Cannonau di Sardegna 2019 – Cantina Francesco Cadinu
Al naso note agrumate di arancio, frutti neri, chiodi di garofano. Intrigante acidità, tannini vellutati, con finale mandorle e agrumi canditi.
Rosso 2019 – Cantina VikeVike
Il bouquet floreale di viola, rosa e lamponi. Al palato la ciliegia prevale sugli altri con un finale lievemente ammandorlato.
Riserva 2017 – Cantina VikeVike
Al naso note di frutti rossi ciliegia, ma anche macchia mediterranea, cenni di pepe nero e chiodi di garofano, al palato corrispondenza gusto olfattiva bella acidità con tannini eleganti che accompagnano un finale di lunghezza e profondità.
Istimau Rosso 2019 – Cantina Montisci Vitzizzai
Al naso note dolci di lampone, ribes, melograno e ciliegia. Il sorso è avvolgente, i tannini piacevoli ed un finale balsamico.
S’ena Manna rosato 2019 – Cantina Ladu
Al naso ha note marine e iodate di macchia mediterranea, di frutti rossi lamponi ribes ed erbe officinali, al palato sentori di tabacco, e un’acidità sapida prolungata di agrume.
Cannonau di Sardegna OcruArana 2019 – Cantina Teularju
Al naso note di frutta e spezie, visciole cardamomo, chiodi di garofano e pepe nero, al palato la freschezza prende il sopravvento con tannini non invadenti e un finale lungo e sapido.
CaraGonare rosso 2019 – Cantina Teularju
Al naso in primis la nota di china ci stupisce per poi convergere su note di mallo di noce e confettura di ciliegia. In bocca corposo, con i sapori della macchia mediterranea che si alternano tra loro.
Buoncu Boeli 2019 – Cantina Osvaldo Soddu
Al naso frutta matura di amarena e more visciole, e sensazioni speziate e balsamiche di macchia mediterranea, un tannino ancora schioppettante con note iodate e sapide, ed una fresca acidità.
Vinera Rosato Igt Barbagia 2019 – Cantina Antonio Mele
Al naso fruttato di prugne mature, profumi balsamici della macchia mediterranea. Al palato sensazioni fruttate di pesca accompagnata da una buona acidità.
Vinera riserva 2019 – Cantina Antonio Mele
Al naso la nota fruttata di prugna matura ritorna come nel rosato, ed anche ciliegia, melagrano, e violetta, così come la balsamicità della macchia mediterranea, con equilibrata freschezza che si accompagna ad una buona sapidità, il tannino nonostante il poco tempo non è aggressivo ma già morbido.
Pramas 2019 – Cantina Mario Golosio
Sentori di frutta rossa prugna matura e ribes su tutti, ma anche macchia mediterranea, spezie, al palato la sapidità la fa da padrona al palato si ritrovano i sentori olfattivi con un finale balsamico.
Maria Pettena Rosato 2019 – Cantina Sannas
Al naso fruttato di ciliegia, con note di rosa e ciliegia e lampone. Al palato spiccata l’acidità, al palato cenni di agrumi sanguigni.
Malarthana Roso 2018 – Cantina Francesco Mulargiu
Naso con sentori speziati e balsamici di pepe nero, scatola di tabacco. Al palato si ritrovano i sentori olfattivi con un finale sapido e balsamico.
Rosso 2019 – Cantina Merzeoro
Al naso frutti rossi, su tutti amarene, ribes rosso, glicine, ma anche mirto timo carruba con cenni balsamici al palato tornano i frutti rossi, con una grande sapidità finale.
Riserva 2017 – Cantina Gaia
Al naso piccoli frutti come visciola e more che si accompagnano a mirto e rabarbaro, piccole sensazioni di pepe nero. Al palato ritroviamo i frutti rossi ma anche un aroma di cioccolato e amarena, tannino ancora galoppante, con un finale balsamico.
Rosso 2019 – Andrea Cosseddu
Al naso le note balsamiche prendono il sopravvento e si mischiano a sensazioni di prugna amarene, lamponi e di polvere di caffè, al palato la frutta rossa del quadro olfattivo ritorna in una lunga persistenza balsamica.
Martis Sero 2019 – Vignaioli Cadinu
Sentori selvatici di sella di cavallo che si accompagnano a sentori di macchia mediterranea, terra bagnata. Acidità e sapidità si integrano bene al sorso dove dei tannini morbidi richiamano il sorso.