(Francesca Landolina e i vini in degustazione)
A conclusione della appena trascorsa edizione del Cous Cous Fest 2017 (maggiori dettagli in questo articolo), vi raccontiamo la nostra degustazione di Malvasia delle Lipari secca, che si è tenuta all’interno dello stand allestito dall’assessorato regionale siciliano all'agricoltura.
Dopo i tasting di Cerasuolo di Vittoria e dei vini dell’Etna, è toccato al nettare dell’arcipelago delle Eolie, vinificato in versione secca e oggi Igt Salina. Una rarità se si pensa che la produzione è attualmente limitata a 300 mila bottiglie. A condurre la degustazione Francesca Landolina di Cronache di Gusto. Prima di degustare i vini però si è fatta una introduzione agli oli della Sicilia occidentale e orientale, con la partecipazione di Paola Consolini. Ospite d’eccezione, Paola Fioravanti, chimica ed esperta di olio che ha trattato alcuni temi importanti legati agli aspetti salutistici della dieta mediterranea e alle caratteristiche sensoriali.
Una parentesi che ha ben predisposto al viaggio verso la scoperta di uno dei vini che oggi inizia ad essere valorizzato sempre di più. Come sappiamo il vino Malvasia ha una lunga tradizione, importato dai greci nel 580 avanti Cristo. E oggi dopo un calo di produzione negli anni '50 e '60, vive un momento di nuovo dinamismo, dopo la forte ripresa della viticoltura eoliana sotto la spinta di viticoltori illuminati. Si assiste ad un aumento del livello qualitativo per quanto riguarda la Malvasia delle Lipari Passito, ma sperimentando la vinificazione secca, i produttori stanno proiettando verso un futuro ancora tutto da scoprire un vino piacevole, godurioso come aperitivo e come abbinamento ai piatti della cucina marinara, grazie alla caratteristiche di aromaticità e sapidità.
A prescindere dai metodi e dalle tecniche di vinificazione, ricordiamo che i vigneti coltivati tra Salina, Lipari, Vulcano e Panarea si caratterizzano per la loro singolare bellezza che dona valore al paesaggio. Sono coltivati infatti su terrazzamenti contenuti da muretti a secco di pietra lavica. E diventano testimonianza di come l’intervento dell’uomo abbia, nei secoli, tramandato antiche tecniche di coltivazione della vite, e di come sappia innovarsi nell’epoca moderna e contemporanea, intercettando nuovi gusti di mercato,che diventano stimolo, per una innovazione che ha radici nel passato ma che si proietta al futuro.
Ecco i vini degustati
Iancura 2016 Hauner
È verso la fine degli anni ‘60, in occasione delle consuete vacanze estive alle Isole Eolie, che Carlo Hauner comincia a pensare di trasferirsi in questo luogo così affascinante, incontaminato e per certi versi ancestrale. Prima pittore e poi designer, Salina ha nei suoi confronti un’attrazione magnetica, isola unica per gli scorci che è in grado di offrire. È qui che con il passare dei mesi si avvicina sempre più a quell’uva che i contadini della zona lasciavano appassire al sole dopo la vendemmia: la malvasia. Il passo è breve, la sua passione per il vino lo porta in poco tempo a recuperare alcuni vigneti abbandonati da chi aveva scelto di emigrare e a farli vivere di una vita nuova. Da uve Malvasia e 10 per cento di Inzolia, nasce proprio Iancura; colore giallo paglierino con riflessi verdolini, è il vino ideale da bere al momento dell’aperitivo con uno sguardo al mare, o in abbinamento ad un piatto tipico della tradizione eoliana, con ortaggi e pesce. Al naso note di pesca, melone, sedano, salvia, alloro. In bocca colpisce per la sapidità, unita a note mielose e dolci. Un vino salino, ideale compagno di avventura per una meta vacanziera.
Maddalena Fenech 2016
Nel 1996 Francesco Fenech decide di imbottigliare il proprio prodotto fino ad allora venduto da lui e da suo padre Antonio in cantina direttamente dalle botti. Da allora l'azienda si è dotata di moderni mezzi di coltivazione dei terreni vitati e di moderni macchinari per la vinificazione, la conservazione e l'imbottigliamento del suo prodotto. Oggi l’azienda ha raggiunto la superficie vitata a Malvasia di 7 ettari. Ed è certificata biologica. Maddalena è un vino che piace e convince. Al naso fiori di campo, miele, vaniglia, alloro, frutta estiva, capperi. In bocca piacevole, fresco, teso. Bella acidità e freschezza balsamica che si ritrova al palato.
Lantieri 2016
La storia della Malvasia di Paola Lantieri è legata indissolubilmente all'isola di Vulcano e all'amore per questa terra, alla speranza di vita e di rinascita legata all’agricoltura. Nel 2003 Paola decide di reimpiantare ex novo in una località da sempre vocata alla coltivazione di uva, Punta dell’Ufala, Malvasia e Corinto nero già coltivate proprio là fino agli anni 50 del secolo scorso. L'azienda agricola copre meno di 5 ettari di terra vulcanica, molto sciolta. Una sabbia finissima che al primo alito di vento resta attaccata agli acini e conferisce al suo vino una rudezza ed un sentore minerale che lo rendono immediatamente riconoscibile. La sua Malvasia secca, in purezza, ha il sole dentro. Il naso di questo vino è, infatti, fine ed elegante e capace di raccontare Vulcano. Note di pistacchio non tostato, di fiori di campo e di camomilla, di pesca gialla, di pepe bianco e di succo di ananas. In bocca, è il mare a presentarsi in tutta la sua possanza, svelando sapidità e una nitida freschezza; di buona persistenza e dalla beva piacevole.
Didyme 2016 Tasca
Inconfondibile lo stile della famiglia Tasca anche a Salina, che nel 2001 ha acquistato una vigna a Malfa, oggi diventata una tenuta, Capofaro Malvasia & Resort, pensata per gli amici, gli ospiti e tutti i viaggiatori di gusto, nel segno della migliore ospitalità mediterranea. Al momento dell’acquisizione dei 6 ettari di Capofaro, 5 erano impiantati a Malvasia da circa trent’anni: conservata la parte migliore, ripristinando la struttura dell’impianto e colmando le fallanze, si è combinato il potenziale qualitativo di una vigna antica con l’opportunità di trovare nell’isola le piante di Malvasia più interessanti, per realizzare un nuovo vigneto di uve dalla spiccata aromaticità. Preservate le caratteristiche aromatiche della Malvasia, Didyme, dal nome antico di Salina, è un bianco elegante, fascinoso, moderno. Colore giallo paglierino scarico, con riflessi verdolini. Al naso fiori di campo, erbe aromatiche. Salino e lievemente amarognolo sul finale.
C.d.G.
LEGGI QUI LA DEGUSTAZIONE DEI VINI DELL'ETNA
LEGGI QUI LA DEGUSTAZIONE DEI CERASUOLO DI VITTORIA DOCG